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Cancellara: "Dedicato al mio amico Ballerini"

Lo svizzero Fabian cancellara trionfa alla Parigi-Roubaix (per lui si tratta del secondo successo). Il primo italiano è Filippo Pozzato (settimo). Domenica scorsa l'elvetico aveva vinto nell'altra classica del Nord, il Giro delle Fiandre

Cancellara: "Dedicato al mio amico Ballerini"

Lo chiamano «Spartacus», per forza, tenacia e vigore fisico: forse per fermarlo avrebbero dovuto davvero bloccarlo con le catene. Fabian Cancellara era l’uomo annunciato, atteso e controllato come nessun altro, eppure è riuscito a mettere tutti nel sacco con intelligenza e facilità disarmante. In una settimana ha fatto il pieno di vittorie, autostima e aggettivi: fantastico, stratosferico, superlativo, spaziale. Già che c’eravamo abbiamo anche scomodato sua immensità Eddy Merckx, perché anche ieri Cancellara non si è limitato a vincere: ha annientato gli avversari. Ha cominciato quindici giorni fa ad Harelbeke, vincendo il Piccolo Fiandre, poi dopo una settimana il Fiandre, quello vero. Infine, ieri la sua seconda Roubaix, la numero 108, quella che poteva proiettare verso il poker Tom Boonen (quinto al traguardo), e invece ha condotto al bis uno dei passisti più potenti della storia del ciclismo.

Era tutto annunciato e previsto, eppure Fabian Cancellara è riuscito a sorprendere ancora una volta tutti: forse anche se stesso. «Volevo fare qualcosa di unico, che restasse nella storia mia e del ciclismo e penso di esserci riuscito», dice commosso il campione di Svizzera, che oltre a due Roubaix, vanta un Fiandre, una Sanremo, tre titoli mondiali della cronometro e un oro olimpico nelle prove contro il tempo, oltre a maglie e tappe al Tour. In totale una sessantina di vittorie, ad appena 29 anni. «Sono un uomo felice ­ ha detto il “diretto di Berna”, così chiamano questo possente ragazzone figlio di emigrati italiani -. Ho vinto per due volte la Roubaix come Franco Ballerini. Siamo stati compagni di squadra alla Mapei, l’ho apprezzato e ammirato come uomo e Ct della nazionale, oggi sono sicuro che anche lui sarebbe orgoglioso di me».

Corsa ad eliminazione, come sempre. Il punto “x”, da sempre, è la Foresta di Arenberg, che Cancellara prende di petto, in prima posizione. Screma il gruppone, che diventa un gruppetto e dentro ci restano i nostri Filippo Pozzato e Luca Paolini. Poi tocca a Tom Boonen dare un saggio della sua forza e delle sue velleità. Ma gli è fatale un attimo di disattenzione, quando si lascia inghiottire a metà del gruppo, più o meno in decima posizione, per ristorarsi. Cancellara si accorge di tutto e lemme lemme quatto quatto sferra l’attacco: una progressione disumana su un tratto di strada insignificante, ben asfaltato, solo disturbato dal vento trasversale. Sorpreso Boonen e chi è con lui.

Cancellara divora avversari e strada, Boonen resta soffocato e incredulo con la barretta energetica tra le mascelle. Il finale è tutto un assolo rossocrociato, gli altri sono più semplicemente in croce. Boonen si dissolve, Cancellara si eleva a re incontrastato della «Regina delle classiche». Alle spalle di Cancellara arrivano con un ritardo di due minuti il norvegese Thor Hushovd e lo spagnolo Juan Antonio Flecha. Poco più indietro, il nostro Filippo Pozzato: settimo e sfinito come pochi. «Sapevo che dopo i 200 chilometri - ha detto il vicentino, che ieri sfoggiava il tricolore su un completo nero - avrei avuto problemi, perché la gastroenterite e i tre-quattro giorni di allenamento perduti mi hanno rovinato la condizione. Ho tenuto duro finché potevo, ma gli ultimi 30 chilometri sono stati per me una autentica sofferenza. Peccato, ci riproverò».

A Pozzato gli organizzatori francesi hanno attribuito il «souvenir Franco Ballerini», un riconoscimento intitolato al grande campione fiorentino e ct della nazionale morto il 7 febbraio scorso, che la classica del pavé vinse due volte e che di Roubaix era un cittadino onorario.

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