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Cantone indaga sui costi delle epurazioni Rai

Spesi tre milioni per incentivare le uscite dei manager sgraditi

Cantone indaga sui costi delle epurazioni Rai

Zac! E via un'altra testa. Di pari passo con le assunzioni di esterni nella Rai renziana si procede con la rottamazione dei vecchi dirigenti, accompagnati alla porta con l'aiuto di abbondanti incentivi per fare spazio agli assunti di Campo Dall'Orto. L'ultimo in uscita è Alessandro Zucca, direttore Asset Immobiliari Rai, il prossimo dicono i rumors di Viale Mazzini sarà Carlo Nardello, ex capo staff della direzione generale (epoca Gubitosi), e subito dopo un altro dirigente della prima linea che Cdo sta demolendo pezzo dopo pezzo. Ma se assumere nuovi manager ha un costo (siamo sugli 8 milioni di euro lordi), anche mandare via quelli sgraditi al direttore generale al servono soldi, parecchi soldi.

La Rai non fornisce una cifra ufficiale, perché le contrattazioni sono individuali e riservate, ma siamo in grado di fornire una stima prudenziale di quanto Viale Mazzini sta sborsando per finanziare lo spietato turn over voluto da Campo Dall'Orto attraverso la formula dell'«accordo di risoluzione consensuale incentivato». Tra i 2 e i 3 milioni di euro, solo finora, perché gli accordi prevedono mediamente 15-18 mensilità (ma si arriva a che a 24), su stipendi che vanno dai 250mila a oltre 370mila euro. Moltiplicata la media per i cinque già fuori fanno appunto come minimo 2 milioni di euro di incentivi alla rottamazione renziana Rai.

Sui 300mila euro è infatti lo stipendio di Valerio Fiorespino, direttore delle risorse umane della Rai che ha appena firmato un accordo per l'uscita al 30 settembre, così come per l'ex capo di RaiCom Luigi De Siervo entrato in collisione col dg e dimessosi «consensualmente» pochi giorni fa, e prima ancora per Salvatore Lo Giudice ex direttore degli Affari legali Rai (e poi Camillo Rossotto e Costanza Esclapon). Agli Affari legali è arrivato un esterno, Pierpaolo Cotone (65 anni) anche se erano state proposte ben cinque candidature interne (quindi con esperienza del settore radio-tv) tutte titolate per quella posizione, ma neppure prese in considerazione da Campo Dall'Orto (la risposta leggendaria sarebbe stata: io non lavoro per la carriera degli interni).

Ora proprio le venti assunzioni esterne senza un preventivo job posting (ricerca interna) come previsto dalle stesse regole di trasparenza della tv pubblica, sono all'attenzione dell'Autorità Anticorruzione che ha aperto formalmente l'indagine sui contratti esterni della Rai dopo un esposto sindacale. E se l'Anac dovesse verificare la violazione delle norme anticorruzione in Rai? L'Autorità guidata da Raffaele Cantone può inviare un «richiamo» formale Rai, ma anche sanzionare direttamente Viale Mazzini, così come segnalare ad un organo giudiziario ad esempio un possibile danno erariale (il Cda trema, perché è formalmente responsabile anche se le nomine sono passate tutte sulla testa dei consiglieri).

Non è un caso che la Rai ha approvato proprio ieri il nuovo «Piano per la Trasparenza e la Comunicazione aziendale» (verranno pubblicati compensi dei top manager e dei consulenti).

Dal Piano, però, sembra manchi proprio la firma del direttore Audit e Anticorruzione Rai, Gianfranco Cariola. Rottamando pure lui?

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