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Il Capo dello Stato: "Falcone grande esempio morale"

A diciassette anni dalla strage di Capaci, il Paese ricorda la scomparsa di Giovanni Falcone. Napolitano: "Mai come in queste occasioni e davanti a queste memorie sentiamo di essere una nazione e una nazione unita"

Il Capo dello Stato: 
"Falcone grande 
esempio morale"

Palermo - Diciassette anni fa l'Italia tremava scossa dalle bombe di Capaci. Diciassette anni senza Giovanni Falcone. Proprio oggi, giorno in cui rimette piede in Italia il boss Rosario Gambino, per scontare i 16 anni di prigione inflittigli da Falcone neln 1980.

La celebrazione all'Ucciardone Si sono aperte, con le note dell’inno di Mameli, nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo, le commemorazioni dell'anniversario della strage di Capaci. Alla manifestazione, che si è svolta alla presenza di centinaia di studenti di tutt’Italia, partecipano il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, il ministro degli Interni Roberto Maroni, il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini. I tre ministri hanno ascoltato in piedi l’inno tenendo per mano alcuni bambini. Il saluto agli ospiti e alle autorità - politici, magistrati, insegnanti - è di Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso.

Napolitano: "Nazione unita"
"Mai come in queste occasioni e davanti a queste memorie sentiamo di essere una nazione e una nazione unita". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha iniziato il suo intervento all’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo dove si commemora il 17° anniversario della strage di Capaci. Per combattere le organizzazioni mafiose - ha proseguito il capo dello Stato -, è necessario aiutare lo sviluppo del Sud".

"Contro la mafia clima di collaborazione" Nella lotta alla mafia è indispensabile un "clima di leale collaborazione" tra tutte le istituzioni e nel rispetto dei ruoli e delle competenze di ciascuno, ha ricordato Napolitano. In particolare ha sottolineato il ruolo "vitale di un’istituzione voluta da Falcone e Borsellino come la Procura nazionale antimafia, oggi guidata da un magistrato di incontestabile esperienza, dirittura e autorevolezza", Pietro Grasso. Il capo dello Stato sottolinea che "occorre più che mai assicurare alla Procura nazionale antimafia la possibilità di operare in una clima di piena, leale collaborazione e di esercitare integralmente le sue attribuzione".

"Falcone e Borsellino grandi esempi morali" "Lo Stato ha avuto in Giovanni Falcone e in Paolo Borsellino dei servitori eccezionali per lealtà e professionalità, dei coraggiosi e sapienti combattenti per la causa della legalità, in difesa della libertà e dei diritti dei cittadini. Li ricordiamo, e sempre continueremo a ricordarli come grandi esempi morali per i giovani e per tutta l’Italia". 

"Eroi che non sono stati sconfitti" È necessario "andare ancora avanti sulla strada tracciata da Giovanni Falcone e Paolo Borsellino" che "continueremo sempre a ricordare come grandi esempi morali per i giovani e per tutta Italia". "Falcone e Borsellino sono stati degli eroi ha detto Napolitano -, e non sono stati sconfitti per due motivi: perchè le loro idee vanno avanti e perchè la loro battaglia è proseguita con grandi successi".  Rivolto agli studenti che lo acclamavano dal prato ha aggiunto: "Dovete essere di esempio anche alle generazioni più anziane" nella lotta a Cosa nostra. Al termine del suo breve intervento i ragazzi hanno intonato la canzone Pensa di Fabrizio Moro e gli hanno consegnato una pergamena con una poesia.

Maroni: "Il tritolo non hanno cancellato la nostra memoria"
Il ministro dell’Interno Roberto Maroni parla nell’aula bunker a Palermo e, nel 17esimo anniversario della strage di Capaci, sottolinea che lo Stato "continuerà con determinazione il suo impegno contro la mafia". Davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Maroni ricorda che in questo modo "intendiamo onorare la testimonianza di un uomo, Giovanni Falcone, che 500 chili di tritolo non hanno potuto cancellare dalla nostra memoria. Lo Stato c’è".

Gelmini: "Parlare di mafia nelle scuole"
"Non bisogna temere di parlare di mafia, di camorra, di criminalità organizzata nelle scuole. Per combatterla bisogna conoscerla" ha detto il ministro Gelmini. Il ministro si è detto entusiasta di aver partecipato personalmente al viaggio in nave che ha portato oltre 1.

400 studenti e professori da Napoli a Palermo, e che, ha rilevato, "idealmente ha attraversato non solo quel braccio di mare, ma tutto il nostro Paese, con una grande energia, sprigionata da tutti i ragazzi che vi hanno partecipato".


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