Politica

Carissimi cani e gatti trattati come re Il loro benessere ci costa due miliardi

Tanto spendono gli italiani ogni anno per i venti milioni di animali domestici. E spesso scelgono cure omeopatiche

Carissimi cani e gatti trattati come re  
Il loro benessere ci costa due miliardi

Nelle nostre case vivono circa 20 milioni di «pet» e per il loro benessere i padroni spendono due miliardi di euro l’anno. Optando sempre più spesso per i metodi alternativi, sia in caso di malattie croniche come le dermatiti sia per i disturbi acuti come gli attacchi di epilessia. Del resto, perché chi è convinto dell’efficacia della medicina omeopatica per sé dovrebbe dare al proprio animale domestico farmaci tradizionali? Sono circa 10 milioni gli italiani che preferiscono le terapie non convenzionali a quelle classiche ed è naturale che facciano la stessa scelta per curare cani, gatti, criceti, tartarughe, canarini e pesci rossi. L’omeopatia veterinaria ha conosciuto un boom negli ultimi anni. È efficace per curare con un approccio dolce e non invasivo gli amici a quattro zampe che soffrono di problemi osteoarticolari, gastrite, malattie infiammatorie, mal d’auto, asma, disturbi del comportamento. E le terapie non convenzionali comprendono anche l’agopuntura, i fiori di Bach, la fitoterapia, la medicina olistica. «Parallelamente allo sviluppo di branche specialistiche della medicina veterinaria come la dermatologia, la neurologia o la cardiologia, che nella medicina umana è avvenuto 40 anni fa - spiega all’agenzia Adnkronos Andrea Rettagliati, veterinario omeopata romano -, negli ultimi dieci anni sta aumentando anche la richiesta di cure alternative per gli animali d’affezione. Le persone, infatti, acquisiscono coscienza del fatto che esistono l’omeopatia, l’agopuntura e altre tecniche da applicare anche su cani e gatti e le richiedono sempre di più».
L’Italia è al terzo posto in Europa per numero di veterinari che utilizzano l’omeopatia a fianco della medicina tradizionale, con circa 500 professionisti specializzati (la Francia è al primo posto, con 700). Esistono anche organismi istituzionali come l’Unione di medicina non convenzionale veterinaria e una rinomata Scuola superiore internazionale di medicina veterinaria omeopatica, che ha sede a Cortona.
«L’omeopatia garantisce il rispetto dell’organismo dell’animale in toto - continua Rettagliati - poiché non si occupa solo dell’organo o della parte anatomica che ha un problema. C’è un approccio olistico più ampio e il veterinario lavora come il medico di famiglia: mira a conoscere i suoi pazienti nella loro interezza e fa una valutazione globale del quadro clinico». Nessun veterinario omeopata però esclude le cure classiche, se necessarie: «L’approccio d’intervento dipende da quanto si è integralisti nell’adozione della medicina non convenzionale - conclude lo specialista - A mio parere, non è possibile prescindere, ad esempio, da operazioni chirurgiche, prima di intervenire con l’omeopatia. In presenza di una neoplasia o di un problema osseo importante l’animale deve essere sottoposto all’intervento per la rimozione della massa tumorale o per la risoluzione ad esempio di una frattura e poi si può proseguire con l’omeopatia».
I costi dei rimedi omeopatici per animali sono più o meno quelli dei rimedi farmaceutici, i risultati sono in molti casi equivalenti e gli effetti collaterali decisamente minori. Va da sé inoltre che negli allevamenti biologici di mucche, maiali o polli le terapie naturali siano le più diffuse.

Oltre al fatto che chi ama gli animali sia portato a scegliere prodotti che non vengono sperimentati in laboratorio sulle cavie.

Commenti