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Caso Meredith, per Guede la pena ridotta a 16 anni

Le attenuanti generiche valgono all'ivoriano uno sconto di quasi metà della pena per l'omicidio della studentessa inglese: erano 30 anni. Il ragazzo commenta: "Non sono contento, sono innocente"

Caso Meredith, per Guede 
la pena ridotta a 16 anni

Perugia - Sconto di pena in appello per Guede. La Corte d’assise d’appello di Perugia ha ridotto da 30 anni a 16 anni la pena inflitta all’ivoriano Rudy Guede, di 23 anni, dichiarato colpevole anche in secondo grado dell’omicidio di Meredith Kercher, avvenuto nella città umbra nella notte tra il primo e il 2 novembre 2007. Il processo è stato definito con rito abbreviato. All’imputato sono state concesse le attenuanti generiche, equivalenti alle aggravanti che gli erano contestate. Per l’omicidio della studentessa inglese sono stati condannati in primo grado, il 5 dicembre scorso, anche Raffaele Sollecito e Amanda Knox, rispettivamente a 25 anni e 26 anni di reclusione.

La pena In conseguenza della concessione delle attenuanti generiche (che erano state negate in primo grado), equivalenti alle aggravanti della violenza sessuale e dei futili motivi, i giudici d’appello hanno stabilito la pena in 24 anni di reclusione, che è stata poi ridotta di un terzo (otto anni) per il rito abbreviato: la pena è stata così determinata in 16 anni di reclusione. "Siamo sereni": sono le poche parole che il presidente della Corte d’Assise d’appello di Perugia Giovanni Borsini ha detto lasciando il palazzo di giustizia. Il magistrato è apparso sereno in volto e non ha voluto commentare la sentenza.

La reazione "Non sono contento perché sono innocente": lo ha detto Guede uscendo dall’aula dopo la lettura della sentenza della Corte d’Assise D’Appello di Perugia. Uscendo dall’aula Guede si è rivolto verso i suoi amici, che si sono abbracciati al momento della lettura del dispositivo. Si è quindi rivolto verso i giornalisti pronunciando poche parole.

Il legale: "Ricorso in Cassazione" "È una sentenza che accogliamo in modo tiepido, perché ha riconosciuto comunque l’esistenza della violenza sessuale", anche se "riabilita in qualche modo la figura di Rudy": così l’avvocato Nicodemo Gentile, uno dei difensori di Guede. Questa sentenza, ha aggiunto Gentile, "non ci fa fare i salti di gioia, la rispettiamo e ne prendiamo atto, ma appena avremo la motivazione ricominceremo nella nostra battaglia che è quella che abbiamo sempre detto e cioè l’inesistenza della violenza sessuale e del concorso". Quella di oggi è infatti "un’apertura importante - ha sottolineato ancora Gentile - visto che eravamo partiti da una richiesta di ergastolo (quella del pm in primo grado). Vuol dire che qualcosa si muove e quindi questo ci dà forza per essere più convincenti in Cassazione dove la partita ancora non è chiusa". Secondo il legale, la sentenza "riabilita in qualche modo la figura di Rudy, così bistrattata. È stata descritta una persona che non esisteva - ha osservato Gentile - ma Rudy è quello che ha valutato la Corte, che avete visto in udienza.

Rudy è un ragazzo giovane incensurato, senza indole violenta".

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