Politica

La Cassazione: insulto libero solo per gli under 40

Per la Suprema corte non sono sanzionabili
le ingiurie e le parolacce fra i giovani e
i vaffa fra pari grado. Se non siete più
ragazzi potete sfogarvi di mail. Ma non dite
«lewinskiana» a una donna o «italiano di m...»
a un nativo del Bel Paese

Ormai è insulto-mania; lo certifica anche la Corte di cassazione, anche se con qualche distinguo. Che le abitudini lessicali degli italiani non siano proprio oxfordiane lo attestano i tanti ricorsi arrivati a piazza Cavour dove i magistrati sono sempre più spesso alle prese con ricorsi che hanno al centro l'insulto o il gestaccio. È bene ricordare che la licenza di dire parolacce, come ha certificato la Cassazione, è accordata solo ai giovani.
«Non rompermi i c...» detto da un ragazzo a un suo coetaneo è stato ampiamente assolto dalla Suprema Corte perché «non costituiscono reato di ingiuria le parolacce tra automobilisti, specie se giovani, perché le frasi volgari sono usate come intercalare, o come rafforzativo di un pensiero». Se, dunque, siete ricompresi nella fascia degli under 40 avete facoltà di parolaccia ma se l'età si alza non azzardate nemmeno un «lei no sa chi sono io»: una frase così «scoveniente», è stata definita dai giudici con l'ermellino, che può costare una multa salata.
In certi casi il turpiloquio ha qualche margine di tolleranza. Accade con il vaffa, che non è reato quando viene detto tra pari grado in un acceso contesto. «In realtà - hanno dovuto giustificare i supremi giudici - è l'uso troppo frequente, quasi inflazionato, delle suddette parole che ha modificato in senso connotativo la loro carica» in maniera tale da non fare superare «la soglia della illiceità penale».
La carica offensiva delle ingiurie non si perde nemmeno se viene pronunciata in vernacolo. Un militare che diede del «recchione» a un commilitone si è visto condannare a due mesi di reclusione per ingiuria perché l'espressione utilizzata era «indubbiamente scurrile e lesiva dell'onore e del decoro della persona offesa ed è comprensibile da chiunque al di là della sua provenienza dialettale».
Insomma, è vera e propria insulto-mania attestata anche da un sondaggio Demoskopea secondo il quale anche in tv invettive, parolacce e gestacci si manifestano in tutta la loro scurrilità ogni 21 minuti.
Se non siete più giovani ma volete sfogarvi dicendo parolacce a qualcuno, fatelo via mail. La parolaccia, infatti, è meno invasiva di un sms o di una telefonata e quindi è tollerata.
Mai utilizzare l'aggettivo «lewinskiana» nei confronti di una donna. È una ingiuria vera e propria. Vietate poi anche le espressioni che denotano una connotazione razzista come «zingara», «ebrei che non rispettano le leggi», «negro di m...». Anche «italiani di m...» è censurabile ma senza aggravante del sentimento razzista. I gesti offendono quanto le parole.

Bandita dunque l'esibizione del dito medio, come pure la linguaccia ingiuriosa quanto un vaffa.

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