Cronache

«Chi amministra fermi la provocazione»

«Chi amministra fermi la provocazione»

2L’UAAR
Un’associazione senza fini?
«La campagna è una specie di sfida atea in casa di Bagnasco», ha dichiarato Raffaele Carcano, segretario generale Uaar: «Dopo le polemiche sul gay pride di Genova, reo di essere stato fissato per il 13 giugno, giorno del Corpus Domini, e dopo le parole di Bagnasco per ostacolare lo svolgimento della manifestazione, dopo le frequenti uscite del cardinale in materia di scienza, diritti, riproduzione, l’Uaar ha deciso di riprendersi un po’ di par condicio. E di fare pubblicità all’incredulità».
Perché il Signor Raffaele Carcano non prende certe iniziative senza far uso propagandistico del nome del nostro Presidente della Cei Cardinale Bagnasco? E perché se è ateo convinto vuole sfidare un rappresentante ecclesiastico della Chiesa Cattolica? E perché non vuole sfidare l’Iman genovese?
Sembra chiaro che voglia solo fare pubblicità, ma non all’incredulità, ma alla sua associazione che sicuramente non sarà senza fini...
Andrea Cevasco
2 POLITICALLY CORRECT
Se la campagna

fosse stata anti Islam
Sulla pubblicità atea sugli autobus sorge spontanea una domanda: Cosa sarebbe successo nel caso di una pubblicità anti Islam? Cosa avrebbero detto i campioni del politicamente corretto? Non è certo uno spot a fare perdere la Fede… Ma come cristiano mi sento offeso e mi chiedo che senso ha permettere che si attacchi chi fa dell'amore e della tolleranza la propria bandiera.
2LA PROVOCAZIONE
Girerò per strada

chiedendo fondi
Dopo avere avuto notizia dei recenti cartelli pubblicitari sponsorizzati dalla associazione ateista, che ha speso circa 7000 euri di fondi per comperare lo spazio pubblicitario su Amt, ho preso la decisione che girerò in strada a Genova con un cartello di cartone. Su questo cartello, metterò la foto di un gruppo di ragazzini bisognosi che vivono in condizioni disagiate e in ambienti difficili. Oggi dopo aver girato tutto l'ufficio e chiesto ai colleghi uno spicciolo, o una offerta. Cosa scriverò su quel cartello? «Abbiamo raccolto 200 euro. Notizia cattiva: l'1% lo abbiamo speso per fare questo cartello il 99% per dare da mangiare a questi bambini. Dio esiste».
Nicolò Oppicelli
2RIDERE O PIANGERE?
Neanche originali in un’idea insensata
Caro Lussana, «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno». È una specie di cartellone pubblicitario, che verrà piazzato sul didietro di alcuni autobus della nostra (ex) Superba. Qualche mio conterraneo, che si definisce «ateo», pensa di saper copiare, ma non lo sa fare, evidentemente oltre che «ateo» è pure «ignorante». Dimentica una parola molto importante che era apparsa nello stesso posto (il didietro) di altri bus a Londra e a Barcellona (rispettivamente «probably» e «probablemente»). A questi miei conterranei piace copiare (anelano per ospitare il «Gay Pride», tanto per fare un altro esempio...) e si peritano pure di poter dispensare «viatico» ai credenti e ai non credenti (... «non ne hai bisogno»). Io, a questo punto, non so se ridere o piangere...
Cordiali saluti.
Luigi Fassone - Camogli
2BLOCCARE LA CAMPAGNA
Ora la Vincenzi usi

il buon senso
Vogliamo sperare nel buon senso del Presidente di Amt e della Sindaca Vincenzi. Un conto è il diritto ad esprimere la propria opinione in libertà, altra cosa è mettere in atto una provocazione nei confronti del Presidente della Cei il Cardinale Angelo Bagnasco come ha dichiarato lo stesso promotore dell’iniziativa. Siamo fermamente convinti che provocazioni sconsiderate di questo tipo su mezzi pubblici e carnevalate blasfeme come il prossimo Gay Pride - cui le Istituzioni stanno ignobilmente conferendo il proprio patrocinio - non giovino a nessuno né tantomeno ad un confronto serio ed all’immagine della città di Genova».
Giorgio Bornacin
senatore Pdl
Gianni Plinio
capogruppo An Regione Liguria
2DALLA PARTE SBAGLIATA
Genova, città

all’avanguardia
Genova è sempre all’avanguardia... ma dove non serve.
Mario Lauro
2DOBBIAMO REAGIRE
L’incertezza e il silenzio della Chiesa
Caro direttore, molto bella e altrettanto triste la tua pagina comparsa ieri su Il Giornale in merito alle scritte che dovrebbero comparire su alcuni autobus, promossi dall’Unione atei, agnostici e razionalisti. Ho assistito, come molti altri genovesi a due interviste televisive in merito che giudico molto inquietanti. La prima è della Signora Sindaco che ha dichiarato che non ci si deve scandalizzare, tanto siamo abituati ai messaggi pubblicitari sui bus e, in più, considera straordinario che in città si riproponga un tema teologico e filosofico dibattuto da millenni. La Sindaco si entusiasma spesso per cose poco condivisibili ma, sinceramente, non capisco come lo slogan: «La cattiva notizia è che Dio non esiste, quella buona è che non ne hai bisogno» fornisca un contributo filosofico e teologico. Chi lo ha lanciato vuole semplicemente affermare l’inesistenza di Dio e il fatto che la divinità non serva a nulla. Ovviamente, chi crede il contrario è uno sprovveduto, per non usare altre espressioni. L’altra intervista è di Don Silvio Grilli, direttore del settimanale Il Cittadino, che sostiene di non dover raccogliere le provocazioni che tanto lasciano il tempo che trovano. Ora, Direttore, la tua pagina descriveva che centinaia di fedeli musulmani si sono schierati vicino al Ducale per pregare rivolti alla Mecca, le locandine dei giornali evidenziavano la storia del prete che si dichiara gay e siamo pronti a subire pure la campagna pubblicitaria sull’inesistenza di Dio. Di fronte a tutto ciò bastano due semplici domande. I cattolici non farebbero meglio, nel rispetto della legge, a reagire come si deve? A forza di subire il subibile e di non raccogliere provocazioni, come dice Don Grilli, non corriamo il rischio di finire travolti da una tolleranza a tutti i costi un tantino suicida?
Edoardo Musicò
2IL CASO AMT
Grazie al Giornale per queste battaglie
Condividiamo i toni dei vostri articoli sul caso Amt e le vostre battaglie. Ci sentiamo parte di voi. Complimenti.
Luciana Grilli
Francesca Anselmi
2LE CERTEZZE DEGLI ATEI
Dio pubblicizzato come un detersivo
L’iniziativa presa dalle Associazioni degli atei e degli agnostici razionalisti che, a partire dal 4 febbraio sulle fiancate dei mezzi Amt ci renderanno partecipi delle proprie rivelazioni in tema di spiritualità e religiosità, offre elementi di vacuità emozionale e di sterilità intellettuale. Esprimere slogan su argomenti che, a mio avviso, devono per delicatezza rimanere ancorati alla sfera individuale ed intima confessionale di ciascuno, denota il desiderio di sollevare inutili polveroni su concetti pregnanti dell'esistenza umana per i quali ci si determina secondo coscienza ed abbracciando la fede seguendo un libero percorso di pensiero.
Bene ha fatto la Curia genovese a non replicare ufficialmente all'iniziativa delle due associazioni. Mentre teologi, filosofi, liberi pensatori dibattono da una vita per rispondere alle amletiche domande che angosciano l'uomo sin dalla nascita c'è qualcuno che sembra avere, sul divino, la verità in tasca da pubblicizzare come fosse l'etichetta di un detersivo. Lasciamoli crogiolare nelle loro certezze!!!
Aldo Praticò
Capogruppo A.N.
Consiglio Comunale Genova
2BOICOTTAGGIO
Non dobbiamo salire su quei mezzi
Caro Direttore, «La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno». Sono queste le parole che potremmo leggere a Genova su due autobus dell'AMT a partire dal mese di febbraio Una sfida bella e buona al mondo dei credenti. A noi che di quel mondo facciamo parte restano due semplici riflessioni. Usando tanta compassione per chi non solo non ha il dono della fede ma, e così ci pare... neppure il dono dell'intelligenza.
La religiosità è un sentimento comune a molti uomini che merita il rispetto da parte di chi si definisce non credente. Tra gli atei, però, ci sono certi che non si accontentano di «non credere» pretendendo che gli altri facciano lo stesso. Ma perché per dire che Dio non esiste, devi ammetterne l'esistenza, e soprattutto perché gli stessi atei dello Uarr ammettono per primi che... il fatto che Dio non esiste è, appunto, una cattiva notizia.
Noi credenti, dal canto nostro, preferiamo la buona notizia. Dio esiste.
Noi credenti in Dio, (sia esso il Dio dei Cattolici, Allah o Jave...) non dobbiamo salire su quei due autobus nel mese di febbraio. No, non dobbiamo farlo. Semplice. Elementare. Utilizziamo l'arma del boicottaggio. Certamente siamo più numerosi degli atei. E, sarebbe bello che tutti, in pieno spirito ecumenico boicottassimo questa vergognosa campagna pubblicitaria. Come quando tutti uniti, proprio nel nome di quel Dio fummo chiamati a raccolta dal grande Giovanni Paolo II a pregare per la pace. Ieri ad Assisi contro la guerra, oggi a Genova contro chi offende chi in Dio ci crede. I credenti, non dovrebbero essere discriminati da nessuno. E soprattutto non da un azienda che fornisce un servizio pubblico. Con buona pace di tutti coloro che negli ultimi tempi cercano di dare sferzate gratuite alla religiosità. Qualche esempio le pressioni, proprio in casa nostra al «cardinale Angelo». Dopo la scorta, dopo le corna, il prete omosessuale, il gay pride nel giorno del Corpus Domini arrivano pure gli autobus della sfida. Adesso basta. Non ne possiamo più.
Eraldo Ciangherotti

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