Letteratura

Premio Strega, in corsa titoli che vendono pochino. Ma arrivare a Villa Giulia è un vero affare

Molti romanzi sono sotto le mille copie, il Premio può moltiplicarle (a volte)

Premio Strega, in corsa titoli che vendono pochino. Ma arrivare a Villa Giulia è un vero affare

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Ci sono titoli in corsa che vendono pochino. Ma arrivare a Villa Giulia è un vero affare

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Una dozzina di libri stregati che al momento non sembrano aver venduto più di tanto. Estratti da 82 candidature che, complessivamente, stazzavano all'incirca 20mila e cinquecento pagine che sa il cielo come i giurati siano riusciti a leggere tra febbraio e i primi di aprile (ogni eroico amico della domenica avrebbe dovuto leggere più di 500 pagine al giorno). Insomma da questa montagna di titoli sono usciti vincitori dei titoli che in libreria, in molti casi non in tutti, andrebbero proprio così così. A svelare l'arcano sulla sua pagina Facebook Riccardo Cavallero che gli arcana imperi dell'editoria italiana li conosce molto bene. Il fondatore della casa editrice Sem (ora diventata una sorta di colonia true crime di Feltrinelli) ha pubblicato i dati di vendita dei suddetti 12 titoli alla data del 31/03/2024. E subito hanno iniziato ad essere condivisi sui social tra chi di libri, stregati o meno, si interessa.

Va detto subito, non tutti i libri sono usciti contemporaneamente, e come è ovvio - e dovrebbe esserlo anche a qualsiasi giurato di premio letterario, fosse anche un giurato della domenica - il valore letterario di un libro non può essere misurato solo sulle vendite, soprattutto nel breve periodo. Però in questo caso ci sono autori che proprio sembrano aver carburato poco. Melissa Panarello (sì la Melissa P. del gigaseller sexy Cento colpi di spazzola) con il suo Storia dei miei soldi, pubblicato il 14 febbraio ha raggiunto soltanto le 401 copie. Tommaso Giartosio con il colto Autobiogrammatica (Minimum Fax) uscito anche lui a febbraio galleggerebbe a quella data a 473 copie. Anche il bravo Dario Voltolini con il suo Invernale (La nave di Teseo) avrebbe galleggiato in acque basse. Ottocentottantasette copie. Lontanissimi da corazzate come Chiara Valerio, che con il suo giallo Sellerio Chi dice e chi tace sarebbe a 17mila copie e spiccioli, o Donatella di Pietrantonio, che con L'età fragile sarebbe a 53mila e quisquilie, o Antonella Lattanzi con Cose che non si raccontano (uscito a marzo 2023 per Einaudi) che ha venduto 19mila e 250 copie.

Allora vale la pena leggere il dato in parallelo a un dato fornito da Stefano Petrocchi dal 2014 presidente della Fondazione Bellonci e segretario del direttivo del Premio Strega, proprio in risposta al post di Riccardo Cavallero. Vincere il premio Strega negli ultimi 10 anni ha aumentato le vendite di un volume del 523%. Persino lo Strega giovani porta un aumento del 503%. Per assurdo se un libro prima vendeva già tanto l'aumento è più moderato percentualmente. Per intenderci Scurati nel 2019 aumentò le sue vendite di solo il 176%. Roba che se un editore ha un libro caruccetto ma che vende poco, e però ha stampato un po' troppe copie, conviene proprio candidarlo al premio. Che già la dozzina leva il problema dei resi. Se poi vai in cinquina e vinci... Però scommettiamo che nessuno fa calcoli così e si candida sempre il migliore. E anche quella storia di queste socialite da premio che stan lì a contare e a telefonare a giurati che non son riusciti a legger niente....

Tutte favole sulle streghe.

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