Ciclismo

Tour, immenso Vingegaard. A cronometro stacca Pogacar di 1’38”

Prova maiuscola del campione danese che non cambia bici e va come un treno, infliggendo 4 secondi al chilometro al rivale sloveno. Il Tour non è finito ma rispondere dopo una sconfitta del genere non sarà semplice per Pogacar

Fonte: Twitter (@LeTour)
Fonte: Twitter (@LeTour)
Tabella dei contenuti

Pochi si aspettavano che il Tour si decidesse a così tanti giorni da Parigi ma la sentenza della cronometro sembra quasi definitiva. La maglia gialla mette una prova micidiale, rifilando quasi 4 secondi a chilometro al rivale. Gli altri sono parecchio più indietro ma Vingegaard è stato impressionante, tanto da non dover nemmeno cambiare la bici prima di affrontare la durissima Côte de Domancy. Wout van Aert primo tra i “normali” con Adam Yates che scavalca Rodriguez sul terzo gradino del podio e Giulio Ciccone che vince il duello con Powless per la maglia a pois ma non sembra esserci spazio per altro che per la prova maiuscola del campione danese. Il Tour non è affatto finito ma dopo una prestazione del genere, rispondere sarà davvero difficile.

Cambiare o non cambiare bici?

La tappa forse decisiva della Grande Boucle parte con la prospettiva di una lunghissima attesa prima che i due protagonisti annunciati, Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar prendano il via, attorno alle 17, nell’unica cronometro di questo Tour de France. Tanto tempo per discutere e vedere come se la caveranno i pochi cronomen sopravvissuti alle grandi fatiche dei Pirenei e delle Alpi. Per quanto interessante potrà essere la lotta per il terzo gradino del podio o la battaglia per la maglia a pois tra il nostro Giulio Ciccone e lo statunitense Neilson Powless, l’ennesima puntata dell’infinito duello tra il danese e lo sloveno è quello che attira l’attenzione di tutti. Si discute se possa valere la pena di cambiare la bici prima dell’inizio della durissima Côte de Domancy, sei chilometri che valgono una mini-cronoscalata. Al Giro la decisione non portò affatto bene a Thomas; vedremo se uno dei duellanti azzarderà questa scelta controversa.

Tour 2023 tappa 16 Kueng cambio bici
Fonte: Twitter (@LeTour)

La prima ora scivola via senza grandi emozioni, a parte il buon risultato dell’azzurro Gianni Moscon, che chiude con un discreto 37’39”. Il primato del “Trattore” non dura molto, visto che qualche minuto dopo scendono in campo gli specialisti: uno dietro l’altro partono Mads Pedersen ed il francese Remi Cavagna, due che potrebbero davvero far bene. Il danese chiude con oltre un minuto di vantaggio sul trentino ma il campione francese della cronometro fa ancora meglio, affibbiandogli ben 25 secondi di ritardo. Gran prestazione la sua, ma, almeno a sentire lui, i ciclisti top, che se la cavano decisamente meglio in salita, faranno almeno un minuto meglio del suo 35’42”. Mentre si aspetta il risultato della maglia verde Jasper Philipsen, si diffonde una voce: Pogacar cambierà la bici ai piedi della Côte de Domancy. Vedremo se Vingegaard deciderà di fare altrettanto, per evitare rischi. Il team manager della UAE Mauro Gianetti dice che, alla fine, cambiare la bici dovrebbe valere dai 2 ai 5 secondi: in un Tour normale sarebbero niente, ma quest’anno anche un solo secondo può fare la differenza.

Tour 2023 tappa 16 Cavagna
Fonte: Twitter (@LeTour)

Powless contro Ciccone

Il primo che potrebbe forse impensierire Cavagna è lo svizzero Stefan Küng, che certo non si risparmierà in questa strana cronometro. Il ciclista, però, esagera nella parte piana, dando sei secondi al francese al primo intermedio, per poi pagare in salita. Quando si presenta alla partenza Powless, si capisce subito che proverà ad aggiudicarsi i punti per la classifica scalatori: bici normale per lui, con solo manubri aerodinamici e una ruota posteriore lenticolare. Ciccone, invece, dovrebbe cambiare bici. L’americano si disinteressa della prima parte e spinge a tutta sulla salita, riuscendo a chiuderla in 7’24”, il tempo migliore finora, 20 secondi meglio del francese Latour. Strano che ci siano punti per la maglia a pois in palio in una cronometro ma Ciccone saprà rispondere alla sfida di Powless. L’azzardo di Küng non paga: il suo vantaggio nei confronti di Cavagna evapora in salita. Lo svizzero chiude solo quinto, a 52” di ritardo dal francese, tutti presi dopo l’inizio della Côte de Domancy.

E

Ciccone parte con la bici da cronometro, confermando che farà il cambio di bici ai piedi della scalata: il suo direttore lo invita a non sprecare energie, per dare il massimo sulla scalata e portare a casa quei fondamentali 5 punti per la classifica scalatori. Quando, uno dietro l’altro, partono Wout van Aert e Ben O’Connor si capisce che stiamo entrando nella fase cruciale della tappa. Il campione belga, ora che non deve più lavorare per il suo capitano, potrà giocarsi il tutto per tutto e, finalmente, cogliere la tanto agognata vittoria di tappa a questo Tour. L’azzurro cambia bici e parte a tutta sulla salita: difficile avere riscontri immediati ma sembra davvero che Ciccone abbia chiuso in 6’44”, quasi trenta secondi meglio del rivale, decisamente appannato in questi ultimi giorni. Bisognerà aspettare parecchio per il verdetto ma le cose sembrano mettersi bene per l’abruzzese.

Il duello a distanza

Con i primi ciclisti top che si presetnano alla partenza, gli occhi di tutti vanno su Wout van Aert, che è partito con la massima determinazione a prendersi almeno questa tappa. Il campione belga non esagera nella parte piana e prova a far meglio di Cavagna in salita: strategia che, sul GPM sembra aver pagato, visto che l’ariete della Jumbo-Visma ha un paio di secondi di vantaggio nei confronti del transalpino. Ad interessare i tifosi di Ciccone, il fatto che il suo tempo sia ben superiore a quello dell’abruzzese, quattro secondi più lento anche di quello di Powless. Partono sia Gaudu che Simon Yates, seguiti dallo spagnolo Pello Bilbao, mentre fa sensazione il tempo del capitano di Ciccone, il danese Skjelmose, passato dal 10° al secondo posto nell’ultima frazione. Cavagna si gode ancora il primo posto provvisorio, anche se Wout van Aert potrebbe davvero mettere a rischio il suo primato. Ultima frazione ottima la sua, chiudendo con un ottimo 35’27”: ora dovrà solo sedersi e sperare che Pogacar e Vingegaard si accontentino di contenere i danni.

Tour 2023 tappa 16 van Aert traguardo
Fonte: Twitter (@LeTour)

Lo sloveno è il penultimo a partire, con la sua bici ultraleggera, posizione aerodinamica estrema, confermando che cambierà la bici ai piedi della salita. La maglia gialla lo segue un paio di minuti dopo, con una sorpresa dell’ultimo secondo: bici anche per lui da cronometro pura, segno che probabilmente seguirà l’esempio del rivale. Strategia conservativa quella della Jumbo-Visma ma, d’altro canto, con soli 10 secondi di vantaggio, prendersi rischi sarebbe stato davvero azzardato. I tempi arrivano, poco alla volta, con le prestazioni discrete di questo o quel ciclista top ma tutti controllano come stiano andando i due rivali. Il primo verdetto arriva al primo intermedio, dopo la prima parte pianeggiante, nella quale non si deve esagerare. Pogacar fa molto meglio degli altri ma Vingegaard è partito davvero forte: miglior tempo il suo, di quasi 20 secondi più veloce di quello dello sloveno. Resta da capire se il danese riuscirà a reggere il ritmo ma nel primo intermedio è andato davvero a mille.

Tour 2023 tappa 16 Vingegaard intermedio
Fonte: Twitter (@LeTour)

Mostruoso Vingegaard

Più che si va avanti nella tappa, più si capisce quanto Vingegaard e Pogacar sembrino far corsa a parte: il danese ha inflitto quasi un minuto di distacco allo svizzero Kung, che aveva messo il tempo migliore sul primo intermedio ma si era spento in salita. Il momento cruciale, quindi, è il cambio bici, con lo sloveno che va comunque più veloce di tutti al secondo intermedio, anche se le previsioni vedono il danese ancora più rapido. A 5,6 chilometri dal traguardo ecco il cambio bici fulmineo ed inizia la cronoscalata, ennesima sfida in salita tra i due cannibali del Tour de France. Vingegaard è andato come un treno, infliggendo ben 31 secondi a Pogacar. Quando la strada inizia a salire ci si accorge che il danese si farà tutta la salita con la stessa bici da cronometro; scelta interessante, che potrebbe fare la differenza.

Non ci vuole molto per capire che, anche in salita, il danese ne ha molto di più del rivale, con il vantaggio che si allarga a dismisura. Il piano gara di Pogacar, quindi, cambia radicalmente: invece di provare ad insidiare la maglia gialla, lo sloveno dovrà cercare di non perdere il Tour già stasera. Dopo aver passato giornate a centellinare i secondi, perdere più di un minuto dal rivale potrebbe essere già una sentenza quasi definitiva. Nonostante la bici da cronometro, il danese rifila 1’05” al rivale ma Pogacar non è andato affatto piano, visto che dovrebbe infliggere quasi un minuto a Van Aert. Oggi, però, non ce n’è davvero per nessuno: prova magistrale quella di Vingegaard che mette una vera e propria ipoteca sul Tour de France 2023.

Tour 2023 tappa 16 VIngegaard terzo intermedio
Fonte: Twitter (@LeTour)

Lo sloveno negli ultimi metri va quasi a superare Carlos Rodriguez, ma la cosa davvero impressionante è che la maglia gialla abbia quasi recuperato quattro minuti al terzo nella generale. Finale davvero maestoso quello del campione danese, che infligge una sconfitta pesantissima al rivale: rifilare 1’38” di ritardo in soli 22 chilometri è un qualcosa che quasi nessuno si aspettava alla vigilia. Il Tour non è affatto finito, già nel tappone di Courchevel di domani si potrebbero rimescolare le carte ma, almeno finora, la Grande Boucle ha finalmente trovato un padrone, la maglia gialla Jonas Vingegaard.

Classifica di tappa e generale

Results powered by FirstCycling.com

La tappa di domani

Come se la cronometro non avesse già rimescolato le carte, ad attendere i ciclisti c’è una delle tappe più dure di questo Tour, che potrebbe fornire risposte in vista della volata verso Parigi. 166 chilometri, non tanti, ma ben quattro salite da brividi, inclusa quella che garantirà al primo arrivato il Souvenir Henri Desgrange, il memento per chi arriva primo al punto più alto della Grande Boucle. Per arrivarci, però, bisognerà faticare parecchio; 28 chilometri al 6% di pendenza media che porteranno in cima al Col de la Loze, a 2304 metri sul livello del mare.

Tour 2023 tappa 17 altimetria
Fonte: Cyclingpro.net

Se il souvenir non è particolarmente interessante, i ciclisti top saranno decisamente più interessati ai secondi di abbuono per la generale. Da lì in avanti, una breve discesa che porta all’arrivo nella località sciistica di Courchevel. La tappa, sulla carta, sembrerebbe fatta apposta per una fuga dalla lunga distanza ma difficile che la Jumbo o la UAE lascino fare. Con il duello per la maglia gialla e le rispettive battaglie per le altre posizioni di rincalzo ancora nel vivo, più facile che si cerchi di mantenere il controllo della tappa. Ci riusciranno? Più facile a dirsi che a farsi..

.

Tour 2023 tappa 17 planimetria
Fonte: Cyclingpro.net

Commenti