Cronaca internazionale

Hollywood, c'è l'accordo per finire lo sciopero. Ma gli attori restano sul piede di guerra

Hollywood tira un sospiro di sollievo: l'accordo tra Studios e sceneggiatori mette fine allo sciopero durato cinque mesi. Ma il sindacato degli attori dovrà riprendere le trattative

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A Hollywood sembra finalmente tornare la normalità dopo lo sciopero che per mesi ha tenuto sospesa la Mecca del Cinema mondiale. Dopo 146 giorni di paralisi, sceneggiatori e produttori hanno raggiunto un accordo sui termini del nuovo contratto triennale della categoria.

La Hollywood in sciopero strappa un accordo eccezionale

"Abbiamo raggiunto un accordo provvisorio con l'Alleanza che riunisce gli Studios tradizionali e piattaforme di streaming (Amptp). È stato possibile grazie alla tenace solidarietà degli iscritti e allo straordinario supporto degli altri sindacati dello spettacolo", si legge nella nota inviata ai propri iscritti dalla Writers Guild of America (Wga). Un accordo definito "eccezionale" e che prevede passi avanti significativi per autori e sceneggiatori di tutti i settori.

Adesso verrà il momento di tradurre l'intesa in un contratto scritto che suggelli i passi avanti delle ultime settimane: anche per questo ancora non verranno rivelati i contenuti dell'accordo. Si specifica tuttavia che nessun iscritto dovrà riprendere il lavoro "finchè non ci sarà la specifica autorizzazione del sindacato". Fino a quel momento perdurerà la protesta, avviata a maggio scorso per ottenere miglioramenti di natura salariale e per regolare l'impiego dell'intelligenza artificiale.

Perché l'accordo è "provvisorio"

L'accordo è definito "provvisorio" perché manca la stesura finale del documento e perché dovrà essere esaminato dalla direzione della Wga e poi approvato dalla maggioranza degli 11mila iscritti, tramite voto telematico: un passaggio indispensabile, anche se il "sì" della base è scontato. Con la firma di oggi si chiude quindi uno degli scioperi più lunghi della storia di Hollywood, che non solo ha paralizzato l'industria dello spettacolo americana, ma ha contratto l'economia dell'intero Golden State, bruciando 5 miliardi di dollari, secondo gli esperti.

Ma la battaglia non si ferma del tutto: resta in sciopero, invece, il sindacato degli attori (Sag-Aftra), con cui i produttori dovranno riaprire il tavolo della contrattazione, saltato a metà luglio. Wga e Studios hanno trovato un punto in comune dopo cinque estenuanti giorni di contrattazione non stop negli uffici della Amptp di Sherman Oaks. Sabato pomeriggio gli Studios hanno lanciato la loro "ultima e migliore" offerta e nella riunione di oggi (ora della California, l'ala in Italia) i rappresentanti della Wga hanno dato il loro assenso.

Hollywood e il nodo dell'intelligenza artificiale

Il nodo più difficile da sciogliere sul nuovo contratto sarebbe stato quello sull'utilizzo dell'intelligenza artificiale. Gli sceneggiatori sarebbero stati soddisfatti anche sulle altre richieste avanzate: aumento della paga minima, maggiori garanzie sulla fase di scrittura dei soggetti, percentuali più alte dei diritti d'autore per le opere destinate allo streaming. In cinque mesi, il livello dello scontro è rimasto sempre alto e tutti tentativi di riaprire la contrattazione erano finiti nel vuoto. Nel frattempo, in giro per il mondo, l'assenza di Hollywood è pesata come un macigno nel mondo del cinema internazionale: ne è stata una prova il recente Festival del Cinema di Venezia.

Mercoledì il clima è cambiato improvvisamente: dopo più di un mese dall'ultimo incontro andato a vuoto, i rappresentanti della Wga e dei produttori sono tornati al tavolo. A conferma di un clima più conciliante e di un tavolo negoziale più ampio possibile, assieme a Carol Lombardini della Amptp anche Ted Sarandos di Netflix, Donna Langley della Universal, Bob Iger della Disney e David Zaslav della Warner Bros. Per spingere sull'accordo, è sceso in campo anche il governatore della California Gavin Newsom, in contatto con i principali negoziatori.

Hollywood spaccata a metà?

Un grande successo per un’industria che da dopo la pandemia ha subito l’agguato di piattaforme di streaming cercando invano una stabilizzazione. Una rinnovata pace, quella delle ultime ore, che però non riguarderà tutti: numerose sacche restano in stallo e migliaia di attori proseguiranno lo sciopero. Le uniche produzioni che potrebbero ripartire in tempi brevi, come nota il New York Times, sono quelle senza attori, ovvero i late show di Jimmy Fallon e Stephen Colbert oppure i talk diurni come quello dell’attrice, ironia del destino, Drew Barrymore. Oltre agli attori, quasi 100mila lavoratori dello spettacolo continueranno a rimanere inattivi: registi, macchinisti, truccatori, pubblicitari seguiteranno a incrociare le braccia a Los Angeles come a New York, molti nel bel mezzo di crescenti difficoltà finanziarie.

Ma dalla capitale mondiale del Cinema i segnali sembrano incoraggianti: l’accordo con la Wga, infatti, si spera possa condizionare positivamente quello con il sindacato degli attori.

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