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Incontri ravvicinati del terzo tipo e la (vera) teoria di Spielberg sugli alieni negli Stati Uniti

Steven Spielberg, regista di Incontri ravvicinati del terzo tipo, è da sempre vicino al mondo degli alieni, ma la sua teoria sugli UFO vi sorprenderà

Incontri ravvicinati del terzo tipo e la (vera) teoria di Spielberg sugli alieni negli Stati Uniti

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Incontri ravvicinati del terzo tipo e la (vera) teoria di Spielberg sugli alieni negli Stati Uniti

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Uscito nel 1977 Incontri ravvicinati del terzo tipo è uno dei tanti film, nella carriera di Steven Spielberg, che ha messo in chiaro la fascinazione del regista per il mondo della fantascienza e degli alieni, come dimostrano anche film come l'iconico E.T. e l'andrenalinico La guerra dei mondi. Candidato agli Oscar nel 1978, Incontri ravvicinati del terzo tipo torna in tv questa sera alle 21.10 su Rai Movie.

Incontri ravvicinati del terzo tipo, la trama

Lo scienziato Claude Lacombe (François Truffaut) non riesce a credere ai suoi occhi quando, nel cuore del deserto di Sonora, rinviene cinque aerei che erano stati dati per dispersi dopo aver sorvolato il terribile Triangolo delle Bermuda. La cosa più sorprendente è che i velivoli sono tutti funzionanti, il che li rende oggetto di numerosi studi da parte di esperti che vogliono comprendere cosa sia accaduto veramente. Intanto, in Indiana, il piccolo Barry (il Cary Guffrey diventato poi famoso con Shining) è alle prese con strani eventi soprannaturali che preoccupano sua madre (Melinda Dillon). In un altro luogo, intanto, Roy Neary (Richard Dreyfuss) ha un incontro ravvicinato del terzo tipo: l'incontro con una realtà aliena lo lascia ustionato e alle prese con strane visioni. Tutti questi eventi, apparentemente scollegati tra di loro, sono in realtà intrecciati in un intrigo che proprio Lacombe deve svelare.

La teoria di Spielberg sugli alieni

In un mondo popolato da fake news, dove i fan della teoria del complotto trovano sempre nuovi adepti e terreni fertili per fiorire e proliferare, forse non dovrebbe sorprendere il fatto che c'è una corrente, in rete, che è convinta che il regista Steven Spielberg sia in realtà un alieno e che proprio la sua natura lo abbia in qualche modo aiutato a realizzare pellicole che sono state in grado di irretire fette sempre più ampie di pubblico, perché di fatto il regista stava raccontando qualcosa che conosceva perfettamente. Al di là di queste teorie strampalate che lasciano il tempo che trovano, è interessante notare che anche lo stesso Steven Spielberg ha delle teorie sugli alieni e, in particolare, sugli avvisamenti degli UFO che hanno avuto luogo nei cieli degli Stati Uniti d'America.

Il regista l'ha svelata durante un'intervista rilasciata al The late show with Stephen Colbert che porta l'iconico titolo di "C'è qualcosa là fuori", storica frase della serie tv X-Files, anch'essa incentrata sul mondo degli alieni e sugli incontri ravvicinati. Il regista di E.T. è stato interrogato dal conduttore riguardo il numero crescente di avvistamenti UFO nel'ultimo periodo, che ha attirato l'attenzione di numerosi cittadini statunitensi. A questa domanda, Spielberg ha risposto che: "Io non ho mai visto un UFO, anche se mi sarebbe piaciuto tanto! Ma la verità è che non ho mai visto davvero niente che non fosse spiegabile. Ma credo ad alcune persone che hanno visto qualcosa che non sanno spiegare."

A questo punto il regista ha spiegato la sua visione della vicenda e la sua teoria sull'esistenza o meno degli alieni: "Credo che tutto il mistero che circonda questi avvisamenti e la mancanza di trasparenza... credo che stia accadendo qualcosa che però richiede una disciplina straordinaria [...] Io non penso che siamo soli nell'universo, credo che sia matematicamente impossibile che noi siamo l'unica specie intelligente nell'intero cosmo. Allo stesso modo, però, ritengo difficile che qualcuno ci faccia visita da una distanza di 400 milioni di anni luce - eccetto che nei film, è chiaro - a meno che, ad esempio, non abbiano trovato il modo di passare attraverso un wormhole." Tuttavia la vera teoria sorprendente di Steven Spielberg non risiede nel mondo degli extraterrestri, ma nel mondo dei viaggi nel tempo.

Secondo il regista, infatti, ciò che alcune persone hanno visto non sono esseri alieni che vengono da un'altra galassia, ma altri esseri umani che, avendo imparato a muoversi nel tempo, vengono da noi dal futuro. "Cosa succederebbe" ha detto il regista "se quelli che vediamo non fossero civiltà avanzate che vengono da 300 milioni di anni luce da qui? Cosa succederebbe se fossero degli esseri umani che vivono 500.000 anni nel futuro che vengono indietro per strudiare il ventesimo e ventunesimo secolo perché sono degli antropologi?" Secondo Spielberg, dunque, gli alieni esisterebbero, ma non sarebbero minimamente interessati ad affrontare l'immensità dell'universo per venirci a guardare.

Al contrario, Spielberg è convinto non solo che l'umanità sopravvivrà ancora per molto tempo - o, almeno, in minima parte -, ma anche che il progresso la condurrà a scoprire il modo per affrontare i viaggi nel tempo.

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