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Cambio di residenza online. Come farlo e quali documenti servono

Terminata la fase di sperimentazione, il servizio è ora pienamente operativo per tutti i comuni italiani. Obiettivo: rendere più agevole e veloce l’operazione

Cambio di residenza online. Come farlo e quali documenti servono
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Disponibile ormai da qualche mese per tutti i comuni italiani dopo una fase di sperimentazione, il servizio di cambio di residenza online rappresenta un grosso passo avanti per i cittadini, che ora possono svolgere questa procedura online, anche nel caso di cambio di residenza tra comuni diversi, senza più doversi recare di persona o dover seguire macchinose modalità burocratiche con Pec piene di allegati. Dal 18 gennaio, infatti, nella banca dati dell’ANPR (Anagrafe nazionale della popolazione residente) sono entrati a sistema tutti i 7.903 comuni per un totale di 67 milioni di italiani. Oltre alla possibilità di richiedere i certificati anagrafici, dunque, attiva dal 2021, si può ora chiedere il cambio di residenza con trasferimento da un comune diverso o dall’estero per i cittadini iscritti all’AIRE, o il cambio di abitazione all’interno dello stesso territorio. Ma come funziona il cambio di residenza online? Vediamo i vari passaggi.

Chi può fare richiesta di cambio residenza

Partiamo dalla definizione, forse banale ma utile, di residenza, definita dall’art. 43 del Codice civile come il “luogo in cui la persona fissa la sua dimora abituale e in cui vive con una certa stabilità”. Non va confusa con il domicilio, che è invece il luogo in cui un individuo stabilisce la sua sede per affari o interessi. Possono effettuare l’operazione di cambio residenza i cittadini maggiorenni in grado di autodeterminarsi e in possesso di un documento d’identità valido. Per i minori, o per i soggetti identificati dalla legge come “incapaci”, invece, la domanda va redatta e presentata da un genitore o dal tutore legale. Nel dettaglio, per richiedere il cambio di residenza è necessario essere in possesso di uno dei seguenti requisiti: essere iscritti all’Anagrafe della popolazione residente in un altro Comune italiano, essere iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero), o cancellati per irreperibilità dall’Anagrafe di un Comune italiano.

La domanda va presentata personalmente dal soggetto interessato, chiamato a dimostrare la propria identità con un documento di riconoscimento in corso di validità. La carta d’identità, in questo caso serve unicamente a dimostrare l’identità del soggetto: non è previsto cioè l’aggiornamento dell’indirizzo indicato sul documento in caso di cambio di residenza, né tantomeno un nuovo rilascio. Una volta trasferita la residenza, sarà invece necessario provvedere all’aggiornamento del libretto di circolazione, nel caso in cui si sia proprietari di un mezzo di trasporto, e dei dati riportati sull’assicurazione di auto e/o moto.

Cambio residenza online: come funziona

Raggiungibile da anagrafenazionale.interno.it, il servizio è composto da un insieme di semplici moduli web, in parte da compilare e in parte pre-compilati con le informazioni già acquisite su di noi. Per prima cosa bisogna effettuare l'accesso certificato con Spid, Cie o Cns. Dopodiché si clicca su Cambio residenza. Bisogna poi dichiarare se si fa un cambio verso una nuova residenza o verso una famiglia esistente. Prima di passare alla comunicazione dei dati, è necessario specificare se si tratta di un cambio di residenza della famiglia o di alcuni componenti.

Dopo aver dichiarato di aver preso visione dell’informativa, di non inviare informazioni mendaci, di non allegare documentazione non pertinente e aver scelto la tipologia di cambio di residenza è possibile compilare la richiesta. La piattaforma ha diversi menu sulla sinistra: Generalità, Stato civile, Cittadinanza, Famiglia, Residenza, Immobile, Allegati, Riepilogo. Le Generalità, lo Stato, la Cittadinanza, i Componenti della famiglia e l'attuale Residenza sono già noti e i dati, normalmente, già precompilati. Bisogna invece indicare per quali componenti è chiesto il cambio residenza. Per la nuova residenza bisogna indicare i dati, l'indirizzo e anche il titolo posseduto che dà diritto al cambio (casa di proprietà, affitto, comodato d'uso gratuito o altro titolo che l'utente possa specificare).

È possibile inviare una richiesta per una nuova residenza (che riguarda il trasferimento in una nuova abitazione, anche dove siano già presenti persone con cui non si hanno vincoli di parentela o affettivi), o residenza in famiglia esistente (in un'abitazione dove sono presenti persone con cui si hanno vincoli di parentela o affettivi, indicando uno dei componenti della famiglia in cui si entra a far parte).

Nella sezione Allegati è possibile aggiungere le prove di quanto dichiarato: non è un campo obbligatorio ma, nel dubbio, meglio allegare i vari contratti e la registrazione presso l'Agenzia delle Entrate. Fondamentale anche specificare le fasce orarie di reperibilità per il controllo dei vigili, come previsto dalla legge. Nello spazio Riepilogo si può verificare se manca qualche dato importante, se così fosse, la piattaforma indica cosa bisogna aggiungere. Se c'è tutto, si vede la richiesta compilata in automatico con i dati inseriti ed è possibile inviarla. Nella scrivania, all'accesso alla piattaforma, possiamo vedere lo stato della pratica. I tempi per il cambio, fanno sapere dal Ministero all'Innovazione, non sono indicati perché l'esito della richiesta non è automatico; dipende dalla correttezza delle informazioni e dal controllo dei vigili, con tempistiche differenti per ogni singolo Comune.

Tutte le istruzioni per procedere correttamente sono comunque disponibili nella guida presente sul portale di ANPR per il cambio di residenza.

Quali documenti servono per il cambio residenza e quanto costa

A differenza di quanto accade per la richiesta di altri documenti come carta d’identità, certificato di nascita, stato di famiglia, certificato di matrimonio, per i quali è previsto il pagamento dei diritti di segreteria o la marca da bollo, il cambio di residenza è gratuito. L’unico costo da sostenere dovrebbe essere quello delle fotocopie dei documenti da allegare alla domanda, e cioè fotocopia fronte/retro della carta d’identità di ciascun componente del nucleo familiare interessato al cambio (maggiorenne o minorenne), fotocopia fronte/retro del codice fiscale di ciascun componente del nucleo familiare (maggiorenne o minorenne), fotocopia del contratto di locazione, comodato d’uso o acquisto della nuova residenza, fotocopia della patente di guida, fotocopia del libretto di circolazione di eventuali autoveicoli o motocicli. Per quanto riguarda invece i moduli da compilare, nella dichiarazione vanno sempre inseriti i dati anagrafici completi di ogni componente del nucleo familiare e i dati della patente e delle targhe dei veicoli loro intestati.

Che cosa accade dopo

Una volta inserita la domanda correttamente, l’utente verrà informato tramite e-mail di eventuali cambi di stato della lavorazione, che possono rientrare nei seguenti casi: In lavorazione (il Comune ha preso in carico la richiesta); Accolta con riserva (il Comune, dopo due giorni dal ricevimento della dichiarazione, ha effettuato il cambio di residenza e ha accolto la dichiarazione con riserva, in attesa della successiva fase di accertamento di 45 giorni); Sospesa (è necessaria ulteriore documentazione); Integrata (la dichiarazione è correttamente integrata come richiesto dal Comune competente); Accolta definitivamente (il Comune competente non ha rilevato ulteriori osservazioni durante la fase di accertamento); Annullata (la fase di accertamento ha avuto esito negativo, il Comune ha annullato l’operazione di modifica della residenza effettuata precedentemente); Irricevibile (il Comune competente, entro due giorni dalla data di ricevimento, ha respinto la dichiarazione di residenza per indirizzo errato o titolo di soggiorno assente o non idoneo, compilazione assente o errata della sezione “Immobili”)

Cosa si rischia se si dichiara il falso

Per legge l’Ufficiale anagrafico è tenuto a verificare che chi richiede l’iscrizione all’Anagrafe del Comune risieda effettivamente nella dimora indicata. Gli accertamenti vengono generalmente svolti dalla Polizia municipale o da altro personale comunale autorizzato.
La verifica deve avvenire entro i 45 giorni successivi alla presentazione dell’istanza ed è sempre “personale”, viene cioè effettuata su ogni singola persona che ne ha avanzato richiesta e che dovrà quindi dimostrare la propria presenza nell’abitazione. Se, a seguito dei controlli, l’amministrazione non darà alcun riscontro, vale il principio di “silenzio assenso”. In caso l’amministrazione si pronunci invece con un rigetto espresso, viene ripristinata la posizione anagrafica precedente. A tale proposito, è bene ricordare che “chiunque rilascia dichiarazioni mendaci, forma atti falsi o ne fa uso” è punito ai sensi del Codice penale.

Nello specifico, dichiarando una falsa residenza all’ufficio Anagrafe si ricade nel reato di falso ideologico, con una possibile pena detentiva che può andare da un minimo di tre mesi a un massimo di due anni.

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