Cittadini

Estate senza voli low cost: la "colpa" è degli algoritmi

La domanda sale ma l'offerta diminuisce a causa della carenza di voli: ecco spiegati i prezzi record dell'estate 2023 sui biglietti aerei e il ruolo degli algoritmi

Estate senza voli low cost: la "colpa" è degli algoritmi

Ascolta ora: "Estate senza voli low cost: la "colpa" è degli algoritmi"

Estate senza voli low cost: la "colpa" è degli algoritmi

00:00 / 00:00
100 %

La "profezia" fatta alla fine della stagione invernale si sta avverando: il taglio sul numero di voli disponibili per le mete estive sta facendo lievitare il prezzo dei biglietti a cifre nettamente superiori rispetto agli ultimi due anni. E no, non è un problema soltanto delle compagnie di bandiera ma anche delle cosiddette low cost, ormai "ex". In ogni caso, quest'estate è previsto un boom di partenze a discapito delle nostre tasche.

Il ruolo degli algoritmi

Con meno posti disponibili e una sempre crescente domanda la risposta è chiara: il costo dei tickets aumenta così come vuole la legge del mercato. In questo senso, un ruolo fondamentale lo ricoprono gli algoritmi, super software altamente sofisticati che fanno lievitare le cifre dei biglietti a loro piacimento grazie all'elaborazione di miliardi di dati al giorno. Cosa significa? Che se centinaia o migliaia di persone stanno valutando, casualmente, la stessa località per un giorno X dell'estate e se la disponibilità di aerei è, come abbiamo visto, inferiore rispetto agli ultimi anni, ecco che le cifre proposte aumetano a dismisura.

Eucontrol ha analizzato il traffico aereo europeo nell'ultima settimana di maggio scoprendo che è decollato il 9% in meno dei voli pre-pandemia (2019). Gli stessi algoritmi, poi, "si accorgono" che nonostante il caro-voli la gente è disposta a spendere pur di viaggiare, ecco perché quest'estate (lo abbiamo visto anche per il Ponte del 2 giugno) i costi dei biglietti saranno spesso proibitivi ma comunque acquistati.

Lo studio e i ricavi record

Una ricerca dell'agenzia americana Standard&Poor’s dal titolo "Il trasporto aereo europeo sfida le pressioni economiche su una forte domanda" mette in luce quanto detto poc'anzi: non c'è nessuna crisi riguardo l'acquisto da parte degli utenti, anzi. Da Ryanair alla Iberia, dalla British a Wizz Air queste compagnie non vedono alcuna crisi estiva dovuta alla mancanza di vendita dei loro biglietti. Ecco che la conferma arriva anche dalla Iata, l'Associazione Internazionale del Trasporto Aereo, che ha fissato ricavi record per l'intero 2023 pari a 9,8 miliardi di dollari contro una previsione iniziale di 4,7 miliardi, in pratica il doppio.

Come scrive Repubblica, la parola low cost è da accontanare, momentaneamente, dal nostro vocabolario: sono dell'ordine di più di cento euro (parliamo del minimo) tantissimi voli su tratte nazionale estive soprattutto se si decide di imbarcare in stiva il bagaglio ma va molto peggio se si vogliono affrontare voli intercontinentali. Per un Fiumicino-Buenos Aires a/r sono necessari almeno 1.250 euro, un anno fa la cifra era inferiore di più di 200 euro; stesso discorso se si vola verso l'Estremo Oriente con i voli diretti fino a 1.550 euro, l'anno scorso si pagavano 1.200 euro.

Da low cost ad "high cost" il passo è davvero molto breve.

Commenti