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L'euro digitale e il rischio privacy: così la Bce può "vedere" i conti correnti

Maggiore supervisione. La misura potrebbe avere delle conseguenze critiche per la privacy dei cittadini

L'euro digitale e il rischio privacy: così la Bce può "vedere" i conti correnti

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L’euro digitale potrebbe portare a un eccessivo controllo. Dal 2026 avverrà l’introduzione di questo strumento da parte della Bce, questa novità ha avuto riscontri positivi per la comodità e l’economicità con la quale avvengono i pagamenti. La proposta, però, presenta alcuni aspetti critici che vanno analizzati. Ecco quali sono e perché.

Le differenze

Da più di dieci anni i sistemi di pagamento elettronici fanno parte della quotidianità di tutti noi, è quindi naturale chiedersi cosa cambi con l’introduzione dell’euro digitale. Innanzitutto verrà definito un limite al portafoglio, attualmente non viene specificato di quanto. L’informazione è pubblica sul sito della Bce. Il massimale imposto, come si legge sempre sul portale web dell’istituto bancario europeo, è giustificato dal fatto di “prevenire un eccessivo deflusso di depositi, preservando la stabilità finanziaria”.

Le banconote fisiche

Non sappiamo ancora come verrà definito il tetto di cui abbiamo parlato, si può comunque riflettere sul fatto che l’euro digitale avrà certamente valuta legale inoltre verrà accettato in qualsiasi esercizio. Questo processo farà scomparire con il tempo le banconote fisiche che garantiscono l’anonimato e la libertà, il che non rappresenta sempre un aspetto positivo, inoltre non prevedono malfunzionamenti elettronici proprio per la loro natura cartacea.

La questione privacy

Un'altra riflessione riguarda il controllo dei pagamenti che attualmente viene gestito da operatori privati i quali si pongono come intermediari, questi verranno resi visibili in futuro dalle banche centrali con l’arrivo della moneta digitale. All’interno di un documento pubblicato dalla Bce in merito all’euro digitale viene specificato: “La completa anonimità non è considerata una opzione praticabile da una prospettiva di politica pubblica”. Inoltre: “L’euro digitale avrà lo stesso livello di privacy delle attuali soluzioni digitali del settore privato”. Secondo quanto scritto si procederà con l’identificazione dell’utente e l’esame della transazione per verificare la sua regolarità per visionare il rispetto delle normative, come afferma la Banca centrale europea, sul riciclaggio e il finanziamento al terrorismo.

Il controllo

Bisogna poi considerare che la valuta digitale fornisce tantissimi dati e strumenti per controllare le transazioni. La preoccupazione principale riguarda la capacità dei governi di resistere alle tentazioni insite in questo strumento e sul controllo su ogni transazione. In situazioni in cui i paesi si trovano in crisi economica e finanziaria potrebbero esserci scenari di scarsità di energia e la valuta digitale sarebbe estremamente utile per implementare politiche monetarie e avere un controllo dettagliato sulle transazioni economiche.

Resta poi da chiedersi perché gli Stati Uniti d’America, riconosciuti per il loro grado di expertise nel settore digitale, siano indietro rispetto alla BCE. È davvero una lacuna in merito all’avanzamento in ambito innovativo oppure preferiscono semplicemente evitare uno strumento potenzialmente invasivo e molto influente nella vita dei cittadini?

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