Transizione energetica

Il nuovo Superbonus: come cambiano gli incentivi statali per l'edilizia

Seppur fortemente rimodulati per la necessità di controllare costi e uscite, gli incentivi non mancheranno anche nei prossimi mesi e anni

Il nuovo Superbonus e non solo: come cambiano i bonus edilizi

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I bonus edilizi non scompariranno del tutto dopo la stretta decretata dal governo Meloni sul Superbonus introdotto nel 2020 dal governo Conte II e costato, secondo le stime, circa 110 miliardi di euro alle casse dello Stato. Seppur fortemente rimodulati per la necessità di controllare costi e uscite, gli incentivi non mancheranno anche nei prossimi mesi e anni.

Superbonus a scalare: 90% nel 2023, 70% nel 2024

Il Superbonus è stato radicalmente modificato dal governo e dal Ministero dell'Economia e delle Finanze guidato da Giancarlo Giorgetti. Nel 2023 è stato rimodulato sulla base di un sistema a scalare che ha fatto scendere dal 110 al 90% il credito. A febbraio è stato fermato lo sconto in fattura per i lavori asseverati e ad oggi è di fatto possibile solo sul fronte della dichiarazione dei redditi annuali come deduzione fiscale.

Fino al 30 settembre sarà, temporaneamente, in vigore il 110% su villette e unifamigliari, mentre dal primo giorno del 2024 per tutti il Superbonus, sempre nella forma della deduzione in dichiarazione dei redditi, passerà al 70%. E cesserà, per la prima volta dal 2020, di essere il bonus con la maggiore scontistica concessa.

Condomini e ristrutturazioni, cosa cambia per i bonus

Il bonus con lo sconto più consistente sarà dal 1 gennaio 2024 quello per la riqualificazione in termini di efficienza energetica delle parti comuni che resterà in vigore invariato fino al 31 dicembre dello stesso anno. Possibile uno sconto del 75% sulla base del vademecum proposto dall'Enea, l'ente nazionale per la ricerca e lo sviluppo dell'energia pulita che è centrale operativa per questo bonus, a cui dovranno essere inviate entro la fine del 2024 le documentazioni necessarie. Dall'1 gennaio l'Enea prevede che i lavori debbano avere "un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo " in riferimento alle parti comuni.

Dello stesso valore il bonus per la rimozione delle barriere architettoniche nei condomini a beneficio del miglioramento della mobilità degli inquilini con disabilità: esso resterà invariato al 75% del costo dei lavori come credito d'imposta fino al 31 dicembre 2025.

Sui lavori pesanti la scontistica, fino al 31 dicembre 2024, sarà del 70%. Cambierà invece la riqualificazione ordinaria, in vigore fino al 2025 e su cui nel 2024 si scenderà dal 50 al 36% di bonus per i lavori sostenuti, sotto forma di credito fiscale nella dichiarazione dei redditi. Dal 50 al 65%, fino al 31 dicembre 2024, resteranno invece in vigore i bonus caldaia. Su cui sarà possibile usufruire dello sconto in fattura.

Condomini, per i bonus obbligatorie le attestazioni Soa

In ogni caso, di recente, è diventata obbligatoria per i condomini in cui si promuovono lavori privati di riqualificazione che possono garantire l'accessi a bonus il via libera da parte di una Società organismo attestazione (Soa, soggetto di diritto privato vigilato dall’Anac) all'operato dell'impresa vincente dell'appalto. Una Soa deve dare l'ok alla corretta procedura di adesione dell'azienda in questione alle norme di messa a terra e applicazione dei bonus per tutti gli appalti pubblici superiori a 150mila euro di valore.

La circolare 10/E del Mef, di recente pubblicazione, imporrà la stessa stretta anche per i lavori privati nei condomini dal valore superiore ai 516mila euro.

"È una norma che abbiamo promosso, l’avevamo chiesta ben prima e, se ci avessero dato ascolto, forse avrebbe aiutato sulle frodi, soprattutto sul bonus facciate", ha spiegato Stefano Betti, vicepresidente dell'Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance), parlando con Il Sole 24 Ore.

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