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Olio d’oliva sempre più caro: quali sono le cause e cosa può succedere

Prezzi alle stelle per l'olio extravergine d'oliva che viene consumato sempre di meno: quali sono le cause e il cauto ottimismo per il prossimo futuro

Olio d’oliva sempre più caro: quali sono le cause e cosa può succedere

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Potrebbe non essere esagerato chiamarlo "l'oro d'oliva": e sì, perché l'olio extravergine d'oliva continua ad avere importanti aumenti sugli scaffali che hanno costretto molti italiani a non comprarlo più. L'indagine effettuata dall'Istituto Piepoli è chiara: un italiano su tre non lo acquista più "come prima".

Quali sono gli aumenti

"ll prezzo dell’olio extravergine di oliva è arrivato a 9 euro a bottiglia", afferma l'Istituto, mentre in passato costava meno delle metà e si poteva acquistare anche per quattro euro. L'indagine effettuata su un campione di italiani ha messo in evidenza che il 30% di essi ha, come accennato, diminuito l’acquisto delle bottiglie ma quasi la metà di essi se ne priva anche a tavola "tagliando" l'olio d'oliva fra il 30 e 40%. Il 45% degli intervistati, infine, ha scelto l'olio di semi per cucinare e condire il cibo per abbattere i costi e risparmiare. Se la situazione rimarrà immutata anche sul lungo periodo, le abitudini alimentari degli italiani potrebbero cambiare radicalmente con un abbattimento dei consumi dell'olio d'oliva che potrebbe arrivare al 40%.

Quali sono le cause

C'è da dire che il calo dei consumi dell'olio d'oliva non è un fenomeno soltanto italiano ma anche di Grecia e Spagna con quest'ultima che ha visto crollare le vendite di un terzo nel 2023 e un calo della produzione anche del 60%. Come mai? Specialmente per la Spagna le cause sono da attribuire al clima troppo siccitoso dei mesi passati con una situazione che, nell'ultimo periodo, sembra migliorata. In ogni caso l'onda lunga della scarsa produzione si avverte anche adesso visto che la stessa Ue, pochi mesi fa, ha registrato un minimo storico delle scorte su tutti i Paesi membri con soltanto 400mila tonnellate presenti in magazzino. Nonostante l'ottimismo per il 2024, non è detto che si possano esaurire entro la fine dell'anno.

Cosa accadrà nei prossimi mesi

"La produzione di olio di oliva italiana nel 2023/24 dovrebbe attestarsi intorno alle 290mila tonnellate, in aumento rispetto alle 240mila tonnellate del 2022 ma inferiore rispetto alle tonnellate raggiunte in alcuni anni, come dal 2029 al 2021, o anche durante l'anno del Covid", ha affermato recentemente Zefferino Monini, presidente e Ad dell'omonima società ad Affariitaliani. Sul tema della raccolta sarà decisivo il meteo. "Una buona piovosità e fioritura potrebbero portare a una campagna media, non eccezionale come gli anni precedenti, ma che sia equilibrata e non metta ulteriormente sotto pressione la produzione, così che ci rimanga un riporto. Ci auguriamo un calo dei prezzi del 10%".

A proposito di calo, ma questa volta nei consumi, lo stesso Monini spiega che secondo i dati Nielsen (società americana che si occupa di rilevazioni dei dati), il calo c'è stato ma sarebbe meno drastico delle indagini Piepoli con acquisti diminuiti del 9,5% nei mesi di gennaio e febbraio 2024 e "un calo dei volumi intorno al 7,8%". Prima che i prezzi a bottiglia possano tornare ai livelli precedenti, ossia intorno ai 6 euro, si dovrà probabilmente attendere il 2025.

A IlSole24Ore è intervenuta sull'argomento anche Chiara Coricelli, ad della Pietro Coricelli, spiegando che il calo reale dei consumi sarebbe più basso dei numeri dell'indagine. "I consumatori, dato che devono spendere di più per comprare l’olio, preferiscono spendere per un prodotto Made in Italy" visto che con le cifre precedenti (3-4 euro a bottiglia) "eravamo arrivati a una svalutazione dell’extravergine. Prezzi come questi erano insostenibili per retribuire adeguatamente tutta la filiera.

Magari qualche centesimo di abbassamento non guasta, rispetto ai 9 euro di oggi, ma ci vuole una giusta rivalutazione del prodotto".

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