Letteratura

Continua la battaglia sulle opere di Céline

Dai pronipoti veto alla pubblicazione degli scritti antisemiti

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Nuovo capitolo della guerra senza quartiere tra i discendenti e gli eredi di Louis-Ferdinand Céline (1894 - 1961). Una guerra che va avanti da anni e che, a ben guardare, di letterario ha poco.

Ma partiamo dagli ultimi fatti. In seguito alla pubblicazione di tre opere inedite (tra cui Guerra che in Italia è in libreria per i tipi di Adelphi), i discendenti dello scrittore francese tornano a fare causa ai suoi due eredi e alla casa editrice Gallimard. «È la nostra battaglia numero uno». Il pronipote dello scrittore, Guillaume Grenet ha dichiarato che lui e i membri della famiglia lotteranno «fino all'ultimo respiro» per far sì che i pamphlet con venature antisemite di Céline - Bagatelle per un massacro (1937), La scuola dei cadaveri (1938), La bella rogna (1941) - non vengano più ripubblicati in Francia. Lo scontro sui diritti si ripropone a pochi mesi dalla pubblicazione postuma da parte di Gallimard di Guerre, Londres e La volonté du roi Krogold, nel 2022 e nel 2023. Grenet e altri quattro pronipoti dell'autore, nonché due delle sue nipoti, Annick e Françoise Turpin, hanno intrapreso un'azione legale contro l'editore parigino e gli eredi dello scrittore: François Gibault e Véronique Robert-Chovin. Secondo il settimanale Le Point hanno inviato loro un atto di citazione lo scorso 15 giugno. Una prima udienza si terrà il 4 settembre davanti alla Prima Sezione Civile del Tribunale di Nanterre. Al centro di questa azione legale c'è l'esercizio del «diritto di divulgazione» sulle opere postume di Céline. Questo diritto è una delle 4 forme di diritto morale riconosciute agli autori. È l'esercizio di questo diritto, di cui i discendenti si sentono defraudati.

Ma la situazione è intricata: Colette Destouches, l'unica figlia di Céline (la nonna di Guillaume Grenet), ha rinunciato all'eredità alla morte del padre nel 1961. Allo stesso modo, il marito di Colette, Yves Turpin, che aveva un pessimo rapporto con il suocero, rinunciò a qualsiasi eredità a nome dei figli minori. Di conseguenza, Lucette Almanzor, la seconda moglie dello scrittore, ne raccolse tutti i frutti, in particolare esercitando tutti i diritti d'autore. Deceduta nel 2019 all'età di 107 anni (non aveva figli), ha nominato eredi il suo avvocato François Gibault e una sua ex allieva e amica, Véronique Robert-Chovin. Ma secondo l'avvocato dei discendenti «il diritto di divulgare le sue opere postume non sarebbe dovuto spettare a Lucette, secondo la legge. Soprattutto, dopo la sua morte, sarebbe dovuto tornare ai discendenti di Céline».

Ma sino ad ora eredi e casa editrice hanno tirato dritto, soprattutto per quanto riguarda gli inediti.

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