Mentre l’andamento della Borsa di Milano, in particolare dei titoli dei grandi potentati finanziari, sta determinando il futuro della politica economica e condizionando laprospettiva politica dell’Italia, contemporaneamente a Milano si sta forgiando un nuovo modello sociale all’insegna del multiculturalismo grazie alla convergenza degli interessi degli stessi poteri forti sensibili al richiamo dei fondi sovrani islamici; di un’amministrazione comunale catto-comunista che
coltiva la fede nell’immigrazionismo, ovvero il convincimento che
gli immigrati siano buoni a prescindere; e di una Curia ambrosiana che
crede nel relativismo religioso come priorità da tradurre
principalmente con la concessione di sempre più moschee agli
integralisti e agli estremisti islamici.
Il progetto complessivo è quello di fagocitare l’Italia nella globalizzazione mercatista monopolizzata dai potentati finanziari
che credono che l’unico dio da adorare siail denaro e l’unica ragione
per cui vivere sia produrre sempre di più per poter consumare sempre
di più; e in parallelo far aderire l’Italia alla globalizzazione
multiculturalista dove si appiattiscono tutte le religioni, le
culture, i valori e le identità per toglierci l’anima, «cosificando» la
persona e atomizzando la società per ridurci a individui interessati
esclusivamente alla dimensione dell’avere e dell’apparire che
trascurano la dimensione dell’essere.
Le recenti elezioni
comunali di Milano hanno evidenziato in modo inconfutabile la
convergenza tra i potentati finanziari e imprenditoriali che
rappresentano gli interessi accumulati e consolidati in un
cinquantennio di privilegi in cui hanno potuto privatizzare gli
utili e socializzare le perdite, l’asse politico catto-comunista
guidato da Giuliano Pisapia e il cardinale Tettamanzi, arcivescovo uscente della Curia ambrosiana.
Il terreno principale su cui questa convergenza si sta esplicando è
la piena legittimazione dell’islam come religione su un piede di parità
del cristianesimo e dell’ebraismo, con la conseguente legittimazione
della presenza di sempre più moschee, scuole coraniche, enti
assistenziali e finanziari islamici e, in prospettiva, di tribunali
che emettono sentenze sulla base della sharia, alla stregua di quanto è
consentito alle altre due religioni monoteiste rivelate.
Il fatto
che sia il vicesindaco Maria Grazia Guida, con deleghe all’Educazione
e Istruzione, Rapporti con il Consiglio comunale,
Attuazione del programma, sia Marco Granelli, assessore alla
Sicurezza e Coesione sociale, Polizia locale, Protezione civile e
Volontariato, siano entrambi dirigenti della Caritas ambrosiana,
braccio operativo della Curia milanese, è la testimonianza che il
sostegno esplicito del cardinale Tettamanzi a Pisapia era parte
integrante di una strategia politica fondata
sulla condivisione dell’ideologia del multiculturalismo. Non è un
caso che sia la Guida sia Granelli siano i principali interlocutori
del comitato di islamici ricevuti a Palazzo Marino e a cui la Giunta
comunale ha già promesso la presenza di una moschea in ciascun
quartiere di Milano, individuando i siti
sin da settembre, in aggiunta all’impegno di consentire comunque la
costruzione di una grande moschea a Milano entro il prossimo anno.
Questa fretta di concedere agli islamici le moschee, trascurando del
tutto il fatto che gli interlocutori siano espressione di movimenti
estremisti e persino terroristici, conferma che questa
giunta comunale sta eseguendo ciecamente delle direttive emanate dai
poteri forti fautori del mercatismo e del multiculturalismo.
Ma questa fretta potrebbe essere dettata anche dalla volontà di
mettere di fronte al fatto compiuto il nuovo arcivescovo, il cardinale
Angelo Scola, che proprio a settembre assumerà il suo mandato.
O forse questa strategia non subirà delle modifiche sostanziali con
l’avvento di Scola, teorico del cosiddetto «meticciato di civiltà».
Nel 2009 Scola ha fondato Oasis che è «una rete internazionale di
rapporti che promuove la conoscenza e l'incontro tra cristiani e
musulmani». Nel banner principale del sito di Oasis viene riportata la
frase di Giovanni Paolo II, pronunciata nel discorso a Damasco presso
la Moschea Ommayade il 6 maggio 2001: «Sia i musulmani sia i
cristiani hanno cari i loro luoghi di preghiera, come oasi in cui
incontreranno il Dio Misericordioso lungo il cammino per la vita
eterna, e i loro fratelli nel vincolo della religione». Il 23
ottobre 2009 Scola si è pronunciato a favore delle moschee: «Se la
domanda è reale, oggettiva e la consistenza di chi la pone è
verificata, insomma se c’è un effettivo bisogno di un luogo di culto e
di incontro anche culturale, non avrei nessuna difficoltà a dire di sì
ad una moschea». Il 24 dicembre 2008 l’allora Patriarca di Venezia
difese la presenza di una moschea nel presepe: «Io lo definisco
meticciato di civiltà nel quale la presenza nel presepe di simboli di
altre religioni, come la moschea, ci dice che noi dobbiamo fare i
conti con quello che io chiamo il processo di meticciato ». Il primo
luglio 2010, in un’intervista all’agenzia di stampa Reuters, Scola si
pronunciò contro il bando del burqa, la gabbia di stoffa che
imprigiona il corpo della donna dalla testa ai piedi: «Così si rischia
di radicalizzare il problema invece di risolverlo. La questione
verrebbe affrontata in modo più equo all’interno del normale ambito
sociale rispetto che a una legge. Naturalmente bisogna separare
religione e politica, Chiesa e Stato. Ma si deve riconoscere il
fatto che le religioni hanno una dimensione pubblica » .
Dopo essere di fatto la capitale finanziaria ed economica, la vera capitale politica dell’Italia proiettata verso il federalismo, Milano ha purtroppo già accumulato il triste primato di capitale del radicalismo islamico e, in prospettiva, sembra destinata a trasformarsi nella capitale del multiculturalismo che ci priverà della nostra anima cristiana e laica assoggettandoci sempre più a un’ideologia relativista, buonista e islamicamente corretta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.