Cronaca giudiziaria

Blitz agli Uffizi, il giudice "salva" gli ecovandali dal processo. "Fatto non sussiste"

Niente processo per gli eco-attivisti che si erano incollati al vetro protettivo della Venere del Botticelli agli Uffizi. Ultima Generazione esulta e invita a ripetere il gesto: "Non è reato, fallo anche tu"

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Imitando analoghe proteste avvenute all'estero, si erano incollati alla vetrata che agli Uffizi custodisce la Venere del Botticelli, con l'obiettivo di manifestare contro il cambiamento climatico. Per quel gesto, compiuto nel luglio 2022, tre attivisti di Ultima Generazione erano finiti alla sbarra. A oltre un anno dall'accaduto, il giudice Franco Attinà del tribunale di Firenze ha stabilito che il processo non si farà perché "il fatto non sussiste". Durante la prima udienza di comparizione pre dibattimento il magistrato ha infatti valutato come non fondata l'accusa disposta a seguito di citazione diretta della Procura. Per i giovani ambientalisti d'assalto l'imputazione era stata di manifestazione non preavvisata, interruzione di pubblico servizio e resistenza a pubblico ufficiale. Ipotesi di reato per le quali i tre avrebbero rischiato fino a cinque anni di carcere.

Stamani, però, è arrivata la decisione favorevole agli attivisti, che - a quanto si legge - Ultima Generazione ha interpretato come una sorta di invito a proseguire le proteste. "Il giudice lo ha riconosciuto: incollarsi ad un vetro protettivo non è reato, è un'espressione di dissenso pacifica e legittima in una democrazia. Allora? Fallo anche tu!", ha scritto l'associazione ambientalista sui propri canali social, rilanciando il video dell'impresa compiuta dai manifestanti agli Uffizi, con la testimonianza di uno dei protagonisti. Inutile forse spiegare agli ambientalisti duri e puri che un gesto può essere comunque insensato, contestabile e da evitare, anche se formalmente non ha rilevanza penale.

"In parte ce lo aspettavamo, perché dal punto di vista giuridico è una decisione assolutamente corretta. Non si terrà il processo perché il fatto che contestava l'accusa non sussiste. Possiamo dire che anche per il futuro si dovrà valutare più attentamente se le condotte che vengono poste in essere, rientrano nel più ampio alveo della manifestazione libera del pensiero piuttosto che un reato come oggi è stato formalmente sancito. Poi ogni processo è deciso dal giudice che ha il fascicolo sulla scrivania però certamente è un buon segnale", ha commentato l'avvocato Francesca Trasatti, una dei legali dei ragazzi che erano imputati. Come riporta Firenze Today, prima che il giudice si pronunciasse, l'unico dei tre imputati presenti non aveva ritrattato il gesto simbolico compiuto. Anzi, lo aveva rivendicato.

"È giusto che facciano le proporzioni tra chi ha la responsabilità nella morte delle persone e chi ha solo incollato la mano a un vetro di protezione. Colla che dopo dieci minuti è stata rimossa. Però ci siamo e affronteremo tutte le conseguenze di quanto abbiamo fatto. A ragion veduta sapendo che dopo che abbiamo fatto la nostra azione, è successo quello che è successo in Emilia a maggio e in Toscana pochi giorni fa", aveva affermato. Diversamente, per altri attivisti di Ultima Generazione, le vicissitudini giudiziarie non sono finite.

Domani a Roma proseguirà infatti il processo contro i tre manifestanti che avevano spruzzato vernice lavabile sulla facciata di Palazzo Madama. Il 30 novembre a Bologna invece andrà in scena il processo per direttissima contro il blocco stradale avvenuto nel capoluogo emiliano.

I protagonisti di quel gesto sono accusati di interruzione di pubblico servizio, violenza privata aggravata, danneggiamento e manifestazione non autorizzata.

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