Cronaca giudiziaria

Compra "droga dello stupro" e va in carcere. Il giudice lo assolve: "Lo fa per curarsi"

Giuseppe Gnozzi, 31 anni, era finito sotto processo per aver importato grossi quantitavi di Gbl dall'Olanda. Secondo il giudice avrebbe usato la droga per affrontare i suoi problemi psichici. La nota del Governo: "Sentenza desta sconcerto"

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Il giudice monocratico della sesta sezione del Tribunale di Roma ha assolto con formula piena Giuseppe Gnozzi, 31 anni, artista concettuale emergente, dall'accusa di detenezione ai fini di spaccio di Gbl, meglio conosciuta come "droga dello stupro". L'imputato era finito a processo per aver importato grossi quantitavi di stupefacente dall'Olanda. Secondo il magistrato, il giovane l'avrebbe usata solo per uso personale, nelle intenzioni "autocurative" - scrive il Corriere della Sera - per affrontare i disturbi psichici da cui è affetto o trarre ispirazione per le sue opere. "Desta sconcerto leggere sentenze come questa", ha replicato con una nota stampa il Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio.

OLtre 2600 dosi acquistate dall'Olanda

Giuseppe Gnozzi viene arrestato dopo che, nei mesi di giugno e luglio 2022, gli erano state sequestrate due scatole contenenti quattro flaconi di "droga dello stupro", per un totale di un litro e mezzo puro al 91%. Un quantitativo tale da poter ricavare, secondo le stime della polizia frontaliera di Fiumicino, 2622 dosi. Lo stupefacente era stato acquistato online e spedito dall'Olanda. Prima di finire in cella, il giovane viene messo ai domiciliari e rinviato a giudizio con l'accusa di detenzione ai fini di spaccio. Sin dall'adolescenza, però, la salute mentale di Gnozzi è precaria. Tant'è che a più riprese avrebbe chiesto di essere preso in carico dal servizio sanitario nazionale. Il 31enne evade spesso i domiciliari: si fa i selfie e li rende pubblici attraverso i profili social. Circostanza che comporta inevitabilmente un inasprimento della misura cautelare, seppur le relazioni mediche stabiliscano che il giovane è incompatibile col carcere. Fatto sta che a gennaio 2023 viene ristretto a Regina Coeli.

L'assoluzione: "Ha comprato la droga per uso personale"

Dal processo emerge che l'imputato fa uso personale dello stupefacente, per affrontare i disturbi psichici e di insonnia (si inietterebbe una dose all'ora). Inoltre, secondo il giudice non ci sono elementi che provino lo spaccio poiché il giovane ha acquistato la "droga dello stupro" con la propria carta di credito, senza sotterfugi. Quanto basta per assolverlo con formula piena: "Il fatto non sussiste". "Un flacone mi durava tre mesi, la doppia ordinazione è solo perché una era stata bloccata", ha spiegato Gnozzi in aula venerdì mattina. Seppur assolto il 31enne resta in carcere. A gennaio comincerà il processo per stalking perché, secondo l'accusa, lasciava davanti casa di una ex fidanzata un percorso di sassolini affinché ritornasse da lui.

La nota del Governo

"Desta sconcerto leggere sentenze come quella del Tribunale di Roma, resa oggi nota dai media, che ha assolto un trentunenne che deteneva una quantità di Gbl, la cosiddetta "droga dello stupro", sufficiente per ricavarne 2.622 dosi, con la motivazione che l'imputato ne avrebbe fatto uso per affrontare i suoi problemi psichici". Lo riferisce una nota diramata dal Dipartimento per le politiche antidroga della presidenza del Consiglio. "Dall'avvio dell'attività di questo governo è iniziato un lavoro di prevenzione, sul fronte delle dipendenze, che punta a far crescere la consapevolezza - sui danni, talora irreversibili, derivanti dall'assunzione di droga. Il lavoro viene svolto con le comunità, con i Serd e con le principali strutture di ricerca. Un approccio serio e scientifico suggerisce che i problemi psichici, e non solo quelli, con l'uso di stupefacenti peggiorano, oltre a produrre danni verso altri, incolpevoli. - conclude la nota - Un approccio serio e scientifico è richiesto a tutti, a cominciare dai giudici.

Questo Dipartimento è pronto a fornire collaborazione e consulenza aggiornata a chiunque le richieda".

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