Cronaca giudiziaria

Casal Palocco, arrestato lo youtuber per aver ucciso il piccolo Manuel

La procura di Roma ha disposto gli arresti domiciliari per lo youtuber alla guida del Suv che ha ucciso il piccolo Manuel a Casal Palocco

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Svolta nelle indagini sull'incidente di Casal Palocco, che è costato la vita al piccolo Manuel, di appena 5 anni. Mentre i periti e gli investigatori sono impegnati a rispondere alle tante domande che ancora avvolgono il caso, la procura di Roma ha disposto gli arresti domiciliari per Matteo Di Pietro, il 20enne che si trovava alla guida del mezzo. Per molti una decisione tardiva anche alla luce delle voci, smentite dal suo avvocato, secondo le quali il giovane si troverebbe in Spagna e non più in Italia. Indiscrezioni smentite questa mattina, quando il giovane è stato raggiunto dal provvedimento di custodia all'interno della sua abitazione.

Di Pietro è il leader del collettivo social TheBorderline, specializzato nella realizzazione di video per il web. Un progetto da quasi 200mila euro all'anno, che lo vedeva protagonista con altri quattro ragazzi, alcuni dei quali erano a bordo della Lamborghini Urus. Il Suv di lusso era stato noleggiato dal gruppo per registrare un video che prevedeva la permanenza a bordo della vettura per 50 ore senza mai scendere. Non è chiaro se nel momento dell'incidente il gruppo stesse effettuando una ripresa o se in quel momento fossero in "pausa" dalla registrazione, questo lo stabilirà la perizia, ma alcuni testimoni raccontano che una volta scesi dall'auto i giovani youtuber hanno registrato dei video.

Il conducente dell'auto, per il quale sono stati disposti i domiciliari è indagato per omicidio stradale e lesioni. Nei giorni scorsi erano stati disposti a suo carico ulteriori accertamenti per andare maggiormente a fondo rispetto al primo riscontro "non negativo" di cannabinoidi nel sangue. È necessario capire la percentuale e quando il ragazzo li avrebbe assunti, perché questo rappresenta un elemento che potrebbe fare la differenza in sede di giudizio. Anche gli altri passeggeri dell'auto sono stati indagati e corrono voci anche riguardo la partenza di un altro dei membri del collettivo, che ora sarebbe in Turchia.

Se per Di Pietro il suo legale ha smentito l'ipotesi, che ha trovato conferma nel provvedimento, lo stesso non si può dire per l'altro. Il quotidiano la Repubblica, intanto, riporta la voce di alcuni testimoni dello schianto, secondo i quali i giovani non avrebbero chiamato i soccorsi nell'immediato dopo l'incidente.

Sono tutti racconti che dovranno essere verificati dagli inquirenti anche con i tabulati telefonici ma le indagini vanno avanti e la decisione di oggi rappresenta una svolta.

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