Cronaca giudiziaria

Figli omogenitoriali, la procura di Padova chiede gli atti all'anagrafe: cosa può accadere

Il Tribunale potrebbe decidere la nullità delle iscrizioni effettuate dal sindaco di centrosinistra. Progressisti sulle barricate: sfruttando il caso chiedono al Parlamento di legiferare sul fatto compiuto

Figli omogenitoriali, la procura di Padova chiede gli atti all'anagrafe: cosa può accadere

All'attenzione dei giudici finiranno i casi di 32 bambini, tutti registrati all'anagrafe come figli di due mamme. A Padova la procura ha chiesto al Comune gli atti di quelle iscrizioni per sottoporli alla valutazione del Tribunale. La documentazione riguarda tutte le iscrizioni di figli di coppie omogenitoriali registrate dal 2017, da quando cioè l'amministrazione di centrosinistra aveva scelto quella controversa strada, formalmente non prevista dalla legge. Proprio per questo motivo ora i giudici potrebbero decidere la nullità della firma del sindaco Sergio Giordani. Un'eventualità che ora gli stessi progressisti utilizzano per forzare nuovamente la mano nei confronti del Parlamento.

"Come sindaco ho agito nell'esclusivo interesse dei bambini e dei loro diritti fondamentali. Ribadisco che ritengo sia un mio dovere", ha affermato il primo cittadino di Padova, Sergio Giordani, commentando la notizia confermata all'Ansa da fonti ritenute autorevoli. "I bambini e le bambine vengono prima di tutte le discussioni. Evitare per loro discriminazioni molto gravi è un obiettivo che supera i vuoti normativi e che persegue i valori Costituzionali", ha aggiunto il sindaco eletto con il sostegno del Partito Democratico. E dalla stessa compagine dem sono arrivate dichiarazioni di eguale tenore.

"Non si può più aspettare: il Parlamento legiferi con urgenza sulla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali e monogenitoriali", ha affermato la deputata del Pd Rachele Scarpa. E ancora, l'esponente dem ha aggiunto considerazioni critiche nei confronti del governo: "Lasciare che la carenza normativa sul tema condizioni il destino di bambine e bambini, rischiando di far legalmente perdere loro un genitore con cui sono cresciuti per anni, significa negare i diritti fondamentali dei minori. Questo rischio rappresenta un'imperdonabile e brutale distorsione ed è frutto dell'ottusità di questa destra che non guarda in faccia a nulla e a nessuno e ci costringe a un'inerzia inaccettabile su un tema così delicato. Massima vicinanza ai sindaci che non si piegano e tutelano anzitutto i diritti dei bambini".

Ma tale posizione è contestabile, innanzitutto da un punto di vista politico. Sollecitare il legislatore a fronte di un fatto compiuto (ma controverso anche da un punto di vista giuridico) significa infatti indirizzare il processo decisionale del Parlamento in nome di decisioni pregresse dettate dalla sensibilità politica di chi le aveva attuate. E infatti a perorare la causa delle trascrizioni dei figli omogenitoriali è proprio il centrosinistra, che anche in questo caso è tornato alla carica. "Torno a ribadire l'urgenza di una legge", ha tuonato il deputato Pd Alessandro Zan, proprio in riferimento alla situazione di Padova.

In tempi recenti a Torino un giudice aveva bocciato il ricorso di due donne che chiedevano di essere registrate entrambe come mamme di due gemelline nate all'estero da eterologa. E qualcosa di analogo potrebbe accadere a Padova.

Intanto la maggioranza di centrodestra intende mantenere la propria linea di prudenza, evitando fughe in avanti che rischierebbero di legittimare de facto alcune pratiche (come la gestazione per altri effettuata all'estero) rispetto alle quali ci sono ampie e legittime perplessità di ordine etico e politico.

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