Cronaca giudiziaria

"L'hanno strangolata...". Il sospetto della mamma di Tiziana Cantone

La madre di Tiziana Cantone si sfoga a "Chi l'ha visto?": dopo sette anni si cerca di capire se la giovane sia stata uccisa da qualcuno dopo il revenge porn

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Video ancora in rete, sfruttamento economico, dubbi sul suicidio. La vicenda della morte di Tiziana Cantone, vittima di revenge porn scomparsa il 13 settembre 2016, è ancora molto lontana dalla sua conclusione. Soprattutto dacché, a febbraio 2023, la procura di Napoli Nord ha accolto l’opposizione all’archiviazione per suicidio presentato dalla famiglia assistita dall’avvocato Luca Condrò.

Questa storia presenta purtroppo ancora tanti e tali punti oscuri che non sono stati mai chiariti, tante incongruenze”, ha commentato a “Chi l’ha visto?” la madre della giovane Maria Teresa Giglio. Tra i tanti punti non chiariti c’è il fatto che non sarebbe mai stata effettuata autopsia, la pashmina alla quale Cantone fu trovata impiccata non sarebbe stata sigillata, non sarebbero state prese le impronte sulla scena del crimine. “Perché è stato dato tutto per scontato?”, ha rincarato Giglio, sottolineando come la figlia, che fu trovata morta nella loro tavernetta, non amasse quel luogo, ma aveva con sé sigarette e smartphone, segno, secondo la madre, che stesse aspettando qualcuno.

La procura ha ordinato l’esumazione della salma, tuttavia non è stato possibile compiere adeguati accertamenti. Però, nella perizia di parte presentata dal professor Vittorio Fineschi, si legge che sarebbe bastato un esame nell’immediatezza della morte per stabilire se si sia trattato di omicidio: “In base alla documentazione in atti, nonché al solo esame esterno, si ritiene che nel determinismo del decesso della Cantone non si possa escludere, oltre ogni ragionevole dubbio, una metodica asfittica riconducibile a strangolamento”. Ulteriori esami saranno compiuti sulla panca, dove Cantone sarebbe stata trovata, una panca forse troppo bassa per compiere un suicidio.

Mesi prima di morire, come detto, Tiziana Cantone fu colpita da revenge porn. In rete finì un suo video sexy, tra insulti e sfottò. Nonostante la sua lotta legale con i colossi del Web, la giovane non ottenne che fossero rimossi i filmati, tant’è che sono ancora lì. Maria Teresa Giglio non si arrende: “Qualcuno voleva ammazzarla per chiuderle la bocca”, ha detto, ventilando che la figlia fosse in procinto di rivelare i nomi dei responsabili del revenge porn. E ancora oggi “non si sa chi ha diffuso per primo il video”.

Intanto nel tempo c’è chi ha speculato, realizzando gadget come t-shirt, tazze, cover per smartphone con la frase che Cantone pronuncia nel video incriminato: “Stai facendo il video? Bravo”. E c’è perfino un brano rap molto offensivo nei confronti della giovane. La madre è addolorata e arrabbiata, vuole sapere chi ha speculato: “Una violenza unica al mondo.

Mia figlia ha subito di tutto e di più”.

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