Cronaca giudiziaria

"Troppe domande sul padre morto suicida": la madre denuncia la scuola

L'episodio è accaduto in una scuola di San Benedetto del Tronto. Il ragazzino, 13 anni, nei giorni seguenti "si è chiuso in silenzio, con uno sguardo triste" ha messo a verbale la madre nella denuncia

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Avrebbe fatto domande a uno studente sul padre morto suicida sottoponendo il 13enne a "forte stress emotivo". Per questo motivo un'insegnante di sostegno, altri docenti e la dirigente scolastica di una scuola di San Benedetto del Tronto, nelle Marche, sono stati denuciati dalla mamma del ragazzino. "Nei giorni seguenti si è chiuso nel silenzio, buttato nel letto e non aveva più voglia di fare nulla. Aveva uno sguardo triste", racconta la donna nella denuncia.

La vicenda

Stando a quanto apprende l'Agi, l'episodio si sarebbe verificato durante l'ora di lezione. L'insegnante aveva notato che il ragazzino stava giocando col compagno lanciando palline di carta tra i banchi. A quel punto lo avrebbe portato in un'altra aula per poi fargli domande sul papà morto in circostanze drammatiche quando lui era piccino. Una ferita ancora aperta per il 13enne che, secondo quanto raccontato dalla madre, sarebbe rimasto profondamente scosso dalla conversazione con la professoressa. "Si sentiva battere le tempie per il disagio, a fatica riusciva a deglutire e dentro di sé avrebbe voluto andarsene via e non ascoltare più la voce dell'insegnate che gli parlava", le parole del genitore.

Il dramma

La donna, 55 anni, ha raccontato di essersi trasferita da Teramo, città di cui è originaria, a San Benedetto del Tronto dopo qualche anno di matrimonio. Poi il dramma improvviso - la morte del marito - che ha stravolto l'equilibrio familiare, minando inevitabilmente la serenità del bimbo. Uno strappo profondo che, con non poca fatica, mamma e figlio hanno provato a ricucire nel tempo. Fino a quando, a seguito dell'episodio avvenuto a scuola, sarebbero riaffiorati quei ricordi dolorosi.

La denuncia

La madre del 13enne ha denunciato l'insegnante di sostegno, alcuni docenti e la preside della scuola frequentata dal figlio. Stando a quanto scrive Leggo.it, nella denuncia si raccontano anche altri episodi. Come quello avvenuto durante la gita scolastica a Roccaraso, quando la donna non è riuscita a contattare il figlio al cellulare.

Secondo la sua versione, successivamente aveva scoperto che al ragazzino era stato sequestro lo smartphone come punizione quando si trovava sulle piste da sci.

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