Cronaca giudiziaria

Saman Abbas, il governo pakistano può bloccare l'estradizione del padre: ecco come

Manca un tassello fondamentale all'estradizione del padre di Saman Abbas dal Pakistan: il governo pakistano dovrà pronunciarsi favorevolmente

Saman Abbas, il governo pakistano può bloccare l'estradizione del padre: ecco come

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Accordi bilaterali tra Italia e Pakistan: questo concetto e questa espressione sono nell’aria da mesi nel caso dell’omicidio di Saman Abbas. Sono proprio gli accordi bilaterali tra queste due nazioni che mancano, da un lato l’Italia dove il delitto è stato commesso, dall’altra il Pakistan, terra d’origine delle persone che sono state accusate. Uno di essi, il padre Shabbar Abbas, è proprio detenuto in Pakistan e, dopo il parere favorevole all’estradizione da parte del giudice di Islamabad (che ha anche escluso il rilascio su cauzione), bisognerà attendere il pronunciamento del governo.

Il legale di Shabbar Abbas, Akhtar Mahmood, ha spiegato la questione, rispondendo telefonicamente a un inviato di “Chi l’ha visto?”: “La Corte pakistana ha accettato la richiesta dell'Italia di estradizione del padre Shabbar Abbas e negato la libertà su cauzione. Il governo del Pakistan può bloccare la decisione, in base alla sezione 13 dell'Extradition act del 1972”. Quando è stato sentito dai media italiani, l’avvocato ha sempre addossato le responsabilità del delitto ad altri, per esempio ha puntato il dito contro il fidanzato della giovane, Saqib Ayub, o contro le autorità italiane, che avevano collocato Saman Abbas in una dimora protetta dopo la sua denuncia contro i genitori.

Saman Abbas si è infatti opposta al matrimonio forzato con un cugino più vecchio: voleva scegliere chi amare, ovvero Ayub, un coetaneo allora residente nel Frusinate, e voleva scegliere di vivere come “Italian Girl”, secondo il nickname che utilizzava sui social network. Secondo gli inquirenti, la sua famiglia l’avrebbe uccisa per questo nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021 a Novellara.

Sono perciò stati rinviati a giudizio, con le accuse di sequestro di persona, omicidio e occultamento di cadavere, 5 membri del suo nucleo famigliare allargato. Il primo è il padre Shabbar Abbas, che ora resterà nel carcere di Adyala per partecipare al processo in Italia, partito a febbraio 2023, in videoconferenza. C’è poi la madre, Nazia Shaheen, che però è ancora latitante e difficilmente sarà arrestata ed estradata dal Pakistan: la donna, con il marito, era volata a Charanwala all’indomani della scomparsa di Saman Abbas.

E ancora Danish Hasnain, lo zio, ovvero il fratello di Shabbar Abbas, arrestato in Francia a settembre 2021: ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale, ha condotto la polizia penitenziaria nel casolare in cui era stato occultato il corpo, e ha fornito una versione dell’omicidio, indicando in Nazia l’agente del delitto. C’è poi Ikram Ijaz, che circa un paio di mesi dopo la scomparsa della 18enne, fu arrestato mentre cercava di fuggire in Spagna insieme al fratellino di Saman, fratellino che, oggi maggiorenne e in una località protetta del Nord Italia, indica fin dal primo giorno Danish come l’assassino della sorella. Infine Noumanoulaq Noumanoulaq, catturato anche lui in area Schengen, in Spagna, nel febbraio 2022.

Ikram e Noumanoulaq furono inquadrati dalle telecamere mentre con Danish si allontanavano verso le serre il pomeriggio precedente alla scomparsa con delle pale in mano.

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