Cronaca giudiziaria

Sequestrati 10,8 milioni a Dell'Utri e alla moglie: "Non ne ha dichiarati 42,5"

Il provvedimento è stato disposto dal gip di Firenze su richiesta della procura distrettuale antimafia: l'ex senatore non avrebbe comunicato le variazioni reddituali a norma della Legge Rognoni-La Torre

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Il giudice per le indagini preliminari di Firenze, Antonella Zatini ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca fino a 10 milioni e 840mila euro nei confronti di Marcello Dell'Utri e fino alla somma di 8 milioni e 250mila euro anche nei confronti della moglie Miranda Ratti. Il provvedimento è stato notificato questa mattina dagli investigatori della Dia ed è avvenuto a seguito della richiesta presentata dal pubblico ministero il 19 gennaio 2024 di sequestro preventivo fino alla somma di 20 milioni 430mila 213 euro, nel procedimento penale contro l'ex senatore.

Le due cifre stabilite non si sommano: questo significa che - alla conclusione dell'eventuale processo e in caso di condanna - se le tesi dell'accusa dovessero reggere, potrà essere confiscabile un valore totale di 10 milioni e 840 mila euro, dei quali solo 2 milioni e 590 mila sono confiscabili "direttamente" a Dell'Utri. La maggior parte dell'importo, pari a 8 milioni e 250 mila, sarebbe quindi rappresentato dalle entrate sui conti della signora Ratti che sono oggetto del decreto di sequestro perché - sempre secondo le ipotesi dei magistrati - sarebbero sostanzialmente riferibili al marito.

Il sequestro disposto è il frutto di una contestazione più formale. Secondo l'ipotesi dei pm Luca Tescaroli e Luca Turco, Marcello Dell'Utri non avrebbe rispettato la norma che impone ai condannati per fatti di mafia in via definitiva di comunicare ogni aumento o diminuzione del patrimonio personale. Stante l'articolo 81 della legge Rognoni-La Torre, infatti, chi omette la comunicazione nei termini previsti commette un reato punibile con la reclusione da due anni a sei anni. Da qua la potenziale confisca dei beni e delle somme incamerate in aumento, oltre a quella per equivalente della somma pari alle cessioni in diminuzione del patrimonio, ove non comunicate. Tra le entrate non segnalate ci sarebbero i "prestiti infruttiferi" mai restituiti che Silvio Berlusconi gli ha corrisposto negli anni. L'ammontare complessivo di 42 milioni e 670 mila euro.

Un doppio provvedimento, in entrata e uscita, applicato sia a Dell'Utri sia alla moglie (mai indagata nei procedimenti del marito) perché le entrate sono state ritenuti riferibili a Marcello. A niente è valso il divorzio tra i due pronunciato il 10 giugno 2020 dal Tribunale di Milano, perché i pm lo ritengono fittizio perché fatto per tentare di dividere i patrimoni e sottrarli alle ricerche dell'autorità giudiziaria.

La competenza è radicata correttamente, secondo il Gip, a Firenze in quanto Marcello Dell'Utri risulta attualmente indagato nel capoluogo toscano come concorrente per le stragi del 1993 realizzate da Cosa Nostra: un'ipotesi assai complessa già smentita negli scorsi decenni dagli stessi pm e che in passato non ha mai condotto ad alcun processo, ma solo a ripetute archiviazioni.

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