Cronaca giudiziaria

"Non ci fermiamo": la reazione di Olindo Romano alla riapertura del caso di Erba

Diciassette anni dopo torna in aula uno dei romanzi neri popolari che più hanno spaccato l'opinione pubblica italiana. Si dovrà ricominciare daccapo

"Non ci fermiamo": la reazione di Olindo Romano alla riapertura del caso di Erba

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Non sta nella pelle Olindo Romano. La notizia della riapertura del caso di Erba è stata accolta con soddisfazione e speranza dall'uomo condannato all'ergastolo per la strage avvenuta ben diciassette anni fa. "Sono contentissimo", ha detto a uno dei suoi legali che l'ha incontrato nel carcere di Opera. L'avvocato Diego Soddu ha raccontato che quando il suo assistito ha appreso la notizia del nuovo processo è apparso un po' spaesato. Il futuro non sembra essere più così nebuloso, anzi, non è da escludere che la condanna alla massima pena possa essere cancellata. Il disorientamento di Romano è giustificato dal fatto che l'uomo si era quasi rassegnato a trascorrere la sua vita in carcere. "Ora vogliamo l'assoluzione, non ci fermiamo, andiamo dritti verso l'obiettivo", ha dichiarato fiducioso l'avvocato Soddu.

La revisione del processo

Il sostituto procuratore generale di Milano Cuno Tarfusser, intervistato dal giornalista Bruno Vespa nel corso della trasmissione della Rai 5 minuti, ha ribadito la convinzione che sia necessaria la revisione del processo per la strage di Erba che ha visto la condanna definitiva dei coniugi Rosa Bazzi e Olindo Romano."Ritengo - ha spiegato il magistrato - che le prove che all'epoca hanno portato all'ergastolo, non giustifichino la dichiarazione di colpevolezza. In quindici anni la scienza e la tecnica si sono sviluppate più della giurisdizione. Già allora le prove erano debolissime, se si può parlare di prove, poi ci sono stati sviluppi tecnologici tali che gettano una luce completamente nuova sulla vicenda".

La strage di Erba

Diciassette anni dopo, quindi, torna in aula la strage di Erba, uno dei romanzi neri popolari che più hanno spaccato l'opinione pubblica italiana. La Corte d'Appello di Brescia richiama tutti i protagonisti della vicenda, a cominciare dagli imputati Olindo Romano e Rosa Bazzi e dai familiari delle vittime, per discutere a partire dal primo marzo dei nuovi elementi portati in tre istanze dagli avvocati dei coniugi, Fabio Schembri, Nico D'Ascola e Luisa Bordeaux, e dal sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser. La giustizia finora non ha manifestato dubbi: triplo ergastolo, in ogni grado fino alla Cassazione, per gli imputati riconosciuti colpevoli per l'omicidio di Raffaella Castagna, Youssef Marzouk, Paola Galli e Valeria Cherubini e per il tentato omicidio di Mario Frigerio, avvenuti l'11 dicembre 2006 nella corte di Erba.

La difesa punta all'assoluzione

Ora però si apre un capitolo extra perchè i documenti presentati sono stati ritenuti meritevoli di un approfondimento che significa un nuovo processo con richieste di prova, dibattimento, discussione e sentenza. Prendere o lasciare per i due vicini di casa più famosi d'Italia: conferma della condanna (possibile anche una riformulazione dell'entità) o assoluzione. Con eventuali ricorsi alla Suprema Corte possibili per entrambi gli epiloghi. La lunghezza del dibattimento dipenderà da quante richieste di prova saranno accolte dai giudici.

Tutte, nessuna o alcune.

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