Cronaca giudiziaria

Truffa coi soldi per i migranti, ora i lavoratori chiedono i danni ai Soumahoro

Udienza preliminare per moglie e suocera del deputato. Molte le richieste di parte civile per avere un ristoro dal danno subito dalla gestione allegra dell'accoglienza dei migranti

Truffa coi soldi per i migranti, ora i lavoratori chiedono i danni ai Soumahoro

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Prima udienza in tribunale a Latina, ieri, per la moglie e la suocera del deputato Soumahoro che devono rispondere di frode, bancarotta e autoriciclaggio nella gestione dei fondi pubblici per l’accoglienza dei migranti. Il giudice ha concesso il rinvio sulla costituzione delle parti civili, alcune delle quali rappresentate da amministrazioni comunali del territorio. Anche se i Comuni dove agivano maggiormente le coop non hanno chiesto di essere parte civile.

La prima udienza davanti al gup

Liliane Murekatete (46 anni), Marie Therese Mukamitsindo (70 anni), Richard Mutangana (48 anni), Micheal Rukundo (39 anni) e Mutesi Aline (35 anni) sono tutti accusati di aver sottratto fondi alle rete di cooperative che aveva in gestione l’accoglienza di migranti. L’udienza davanti al giudice Giulia Paolini si è concentrata in particolare sulla questione delle parti civili. Gli avvocati Lorenzo Borrè e Francesca Roccato hanno ottenuto un rinvio dell’udienza per poter meglio valutare la lista che è molto corposa. In essa figurano il ministero dell’Interno, le stesse Karibu e consorzio Aid costituitesi per mano del commissario nominato dal ministero del Made in Italy, diciannove ex dipendenti sostenuti dal sindacato Uiltucs e dall’avvocato Giulio Mastrobattista.

Hanno chiesto poi la costituzione parte civile anche sette Comuni pontini dove erano sparse le trentatré strutture di accoglienza dei progetti Sprar. Tra essi Aprilia, Latina, Roccasecca dei Volsci, Fondi, Pontinia e Monte San Biagio. Nessuna richiesta invece dai Comuni di Terracina, Sezze e Roccagorga. Sull’assenza di questi importanti comuni in cui le cooperative Karibu e Aid hanno operato per molti anni, ha scatenato la rabbia del sindacato Uiltucs che attraverso il suo segretario Gianfranco Cartisano ha detto, a margine dell’udienza: “Le amministrazioni comunali che accendevano i progetti, le convenzioni con le cooperative dove sono? E soprattutto perché non controllavano e vigilavano insieme agli enti preposti, come la Prefettura, la quale si limitava a fare solo esigue sanzioni rispetto al grande flusso di denaro pubblico? E in generale la politica/locale e gli amministratori di quei comuni perché ancora oggi da quando esploso lo scandalo Karibu non si esprimono a tutela delle comunità che rappresentano?”. Un attacco nemmeno troppo velato ai politici di sinistra che per molti anni hanno guidato alcune tra le principali amministrazioni comunali della provincia di Latina, capoluogo compreso.

Le carenze nei centri e i soldi per le spese private

Al centro della documentazione arrivata sul banco del giudice per l’udienza preliminare ci sono anche altri faldoni relativi da una parte alle carenze riscontrate nei centri di accoglienza tra cui il cibo scadente, il sovraffollamento, gli alloggi fatiscenti, le condizioni sanitarie precarie. E poi l’elenco delle famose spese personali, che ammonterebbero a oltre 2 milioni di euro, per le quali sarebbero stati utilizzati i fondi pubblici. Parliamo di acquisti relativi a viaggi, soggiorni in strutture termali, pranzi e cene nei ristoranti, gioielli e le spese nella clinica privata per il parto di Murekatete.

La procura di Latina per i familiari di Soumahoro ha chiesto il processo.

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