Cronaca giudiziaria

Caso Apostolico, la sinistra parla di "dossieraggio". La questura: "Il video non è tra gli atti"

Bonelli e Zaratti (Avs) presentano un esposto in procura chiedendo chiarimenti sulla provenienza del video pubblicato da Salvini. La questura di Catania: "Filmato non è tra gli atti d'ufficio"

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La sinistra sente odore di complotto. Forse addirittura di reato. E così il caso del video che ritrare la giudice Iolanda Apostolico a una manifestazione anti-Salvini finisce in procura. Il leader dei Verdi e deputato di Avs, Angelo Bonelli, e il collega di partito Filiberto Zaratti hanno depositato infatti un esposto in riferimento al suddetto filmato, affinchè si verifichi "se vi sia stata violazione dell'art.326 del codice penale", che persegue la diffusione di notizie destinate a rimanere segrete da parte di un pubblico ufficiale. Nella loro denuncia, i parlamentari di sinistra hanno anche chiesto di "perseguire i soggetti che ne dovessero risultare responsabili, e per tutti quei reati che nei fatti esposti dovessero essere ravvisati".

Caso Apostolico, l'esposto in procura

Con la stessa convinzione con cui avevano difeso la toga di Catania, ora i progressisti intendono portare avanti la loro istanza. Innanzitutto, mettendo Matteo Salvini nel mirino delle loro rimostranze. "Se fosse confermato che il video pubblicato dal senatore Matteo Salvini sia materiale proveniente dagli uffici della Polizia di Stato, ci troveremmo di fronte ad un caso di rilevante gravità", ha difatti osservato Bonelli, annunciando la presentazione di un esposto sulla vicenda. "Un video di oltre 5 anni fa viene riesumato non ai fini di evidenziare reati, perché se così fosse avrebbero dovuto essere perseguiti d'ufficio 5 anni fa, e nessun reato è stato commesso in quella manifestazione, ma per diventare strumento in mano al segretario nazionale della Lega Matteo Salvini, con lo scopo di alimentare uno scontro politico contro le decisioni assunte della magistratura e contro una parte delle forze politiche di opposizione", ha detto ancora il leader dei Verdi.

La precisazione della questura di Catania

Il castello delle supposizioni e dei sospetti sollevato da Bonelli, tuttavia, si è scontrato con una prima e importante precisazione arrivata nelle ore immediatamente successive dalla questura di Catania. "In merito alla pubblicazione di immagini riferite alla manifestazione" del 25 agosto 2018 "nel porto di Catania, nel piazzale davanti al varco portuale 4" la medesima questura ha infatti comunicato che "il video pubblicato non risulta tra gli atti d'ufficio relativi all'evento in questione". Inoltre - si legge in una nota - "negli atti redatti dagli operatori a seguito del servizio relativo alla manifestazione, non risulta menzionata la presenza della dottoressa Iolanda Apostolico né del marito".

Annotazioni significative, che destrutturano alcune ricostruzioni secondo cui il filmato sarebbe provenuto dal materiale ottenuto in quell'occasione dagli operatori di pubblica sicurezza. "I video e i verbali della Digos della Polizia di Stato non sono pubblici e sono sottoposti al segreto amministrativo e pertanto non sono accessibili a nessuno e tantomeno ad un ministro della Repubblica italiana. Qualcuno ci spiega come sia possibile che, a distanza di 5 anni, si riesca ad individuare in un video la presenza di una persona, che non ha precedenti penali, in una manifestazione?", aveva domandato al riguardo Bonelli, prima che arrivasse la precisazione dalla questura di Catania.

Il complotto della "centrale di dossieraggio"

Con la medesima enfasi, il parlamentare era arrivato persino a evocare una sorta di "centrale di dossieraggio" all'interno del Viminale. "Esiste presso il ministero degli Interni una banca dati che cataloga i cittadini, anche incensurati, che hanno partecipato a manifestazioni o eventi, e che uso viene fatto di questi dati? Chi ha autorizzato l'eventuale consegna del video al senatore Matteo Salvini?", aveva incalzato il deputato, spiegando di aver di conseguenza segnalato quei fatti alla Procura della Repubblica di Roma per chiedere opportune verifiche.

"C'è un clima che non ci piace, con un uso di atti riservati dello Stato da parte di esponenti della governo per alimentare uno scontro politico nel paese. È capitato anche con la vicenda del sottosegretario Delmastro. Se fosse confermata la provenienza del video dalla Polizia di Stato sarebbe un fatto di una gravità inaudita", ha concluso il parlamentare. Intervenendo nelle scorse ore sulla vicenda, lo stesso premier Meloni aveva però derubricato le accuse di dossieraggio piovute contro Salvini e indirettamente rivolte al governo. "Partecipi a una manifestazione pubblica e lo rivendichi.

Dossieraggio, di solito, è un'attività occulta, per tirare fuori delle cose che non si sanno, ma se uno sta a una manifestazione in prima fila, dietro a uno striscione, che dossieraggio è? Stai lì e lo rivendichi", aveva scandito.

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