Cronaca giudiziaria

Vogliono processare Berlusconi anche da morto

Il Cav è morto da 18 giorni ma la Procura di Milano non molla: l'assoluzione con formula piena di tutti gli imputati del processo Ruby ter è stata impugnata dai pm con un ricorso depositato poche ore prima della scadenza dei termini di legge

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Silvio Berlusconi è morto da diciotto giorni ma la Procura di Milano non molla: l’assoluzione con formula piena di tutti gli imputati del processo Ruby ter è stata impugnata dai pubblici ministeri Tiziana Siciliano e Luca Gaglio con un ricorso depositato oggi pomeriggio, a poche ore dalla scadenza dei termini di legge. Ovviamente il ricorso non potrà valere contro Berlusconi, ma varrà contro tutti gli imputati assolti insieme a lui. E riportare tutti sul banco degli accusati sarà alla fine un modo per continuare a processare Berlusconi alla memoria, indicandolo come il responsabile numero uno di un sistema di corruzione giudiziaria di una gravità – nella ricostruzione dei due pm – senza precedenti. Per non raccontare in aula il lato hot delle serate di Arcore, Ruby e le altre ragazze sarebbero state pagate per anni e con somme impressionanti.

Per la Siciliano e Gaglio la sentenza con cui il 15 febbraio scorso la settima sezione del tribunale milanese, presieduta dal giudice Marco Tremolada, assolse tutti è costellata di errori di diritto. Per questo, invece che in appello, il ricorso viene depositato direttamente alla Cassazione, puntando a fare smentire dal massimo organo della giustizia italiana le argomentazioni poste dal tribunale alla base della assoluzione. Per i giudici di primo grado, era l’intera accusa di corruzione in atti giudiziari mossa a Berlusconi e agli altri 22 imputati a non reggere: perché la Procura aveva interrogato come testimoni, senza avvocati e senza garanzie, persone su cui stava in realtà già indagando, e che avrebbero avuto il diritto di stare zitte, di farsi assistere, persino di mentire.

Se i testimoni non erano testimoni, aveva detto in sostanza il tribunale, non può esistere il reato di corruzione.

A sostegno delle loro tesi, Tremolada e i suoi due colleghi avevano portato una mole notevole di precedenti, che dimostravano la irregolarità del comportamento della Procura. Il processo Ruby ter, non sarebbe mai dovuto neanche cominciare.

Ora, nelle ultime ore utili (e la decisione presa in extremis appare proprio per questa una decisione sofferta) i pm decidono di impugnare quella sentenza. Se la Cassazione dovesse accogliere la loro tesi, e ordinare un nuovo processo, Berlusconi non sarebbe fisicamente sul banco degli imputati.

Ma ci sarebbe di fatto, accusato senza potersi difendere di essere il mandante di un reato assai grave, nell’ultima puntata (forse) di un assedio giudiziario destinato a protrarsi anche dopo la morte.

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