Cronaca internazionale

"Deplorevole": in Grecia scoppia la bufera su Netflix per l'Alessandro Magno gay

Il ritratto woke del conquistatore è arrivato in Parlamento ad Atene: per il ministro Lina Mendoni si tratta di un “pessimo contenuto” pieno di “inesattezze storiche”

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Stroncata nelle recensioni apparse in rete, ma anche dalla politica greca: non c’è pace per la docuserie “Alessandro Magno – Come nasce una leggenda” (titolo originale “Alexander: The Making Of A God”, ndr). Il prodotto targato Netflix ha sollevato polemiche fin dalla sua uscita per il suo interesse quasi ossessivo per l’omosessualità del conquistatore, tanto da mostrare il primo rapporto gay dopo appena otto minuti. Una narrazione – quella della relazione tra Alessandro Magno e il suo generale Efestione – molto dibattuta tra gli storici e che non è piaciuta granché ad Atene, come testimoniato dalle reazioni muscolari delle ultime ore.

Il ministro della Cultura greco, Lina Mendoni, ha stigmatizzato senza mezzi termini la docuserie Netflix su Alessandro Magno, parlando di una “fiction di qualità estremamente scadente” e “con pessimi contenuti”, nonché “piena di inesattezze storiche”. Poi, a proposito del rapporto tra il conquistatore e il suo fedele combattente: “Non c’è alcuna menzione nelle fonti dell’epoca di un rapporto che vada oltre l’amicizia, come lo chiama Aristotele”. Ma non è tutto. Come riportato dal Guardian, Dimitris Natsiou, leader del partito politico di destra cristiano-ortodosso Niki, ha definito la docuserie “deplorevole, inaccettabile e antistorica”: “Mira a trasmettere in modo subliminale l’idea che l’omosessualità fosse accettabile nei tempi antichi, ma non ci sono basi per sostenerlo”.

Nel suo intervento in Parlamento, il ministro Menduni ha sottolineato che il concetto di amore nell’antichità era ampio e multidimensionale ed è impossibile interpretare quanto accaduto 2.300 anni fa secondo i criteri di oggi.“Alessandro Magno per 2.300 anni non ha mai avuto bisogno, e non ne ha bisogno adesso, dell’intervento di alcun protettore della sua memoria storica o, ancor più, della sua personalità e della sua statura morale”, ha aggiunto. Di fronte alla richiesta di eventuali provvedimenti contro Netflix, l’esponente del governo greco ha evidenziato che sarebbe un intervento anticostituzionale, considerando che la Costituzione tutela la libertà artistica dall’inizio del diciannovesimo secolo: “Il Ministero della Cultura non esercita censura, non compie azioni che comportano procedimenti penali o divieti, non manipola, non limita, non controlla la diffusione di informazioni e idee né in modo preventivo né repressivo”.

La fiction di Netflix ha acceso vibranti polemiche nel Paese. Il quotidiano conservatore Eleftheros Typos ha denunciato la“distorsione della verità”, puntando il dito contro il film “Alexander” del 2004 di Oliver Stone, reo di aver avviato“una campagna di propaganda sull’omosessualità” di Alessandro Magno.

Seguiranno aggiornamenti.

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