Cronaca internazionale

"Attenzione alle forze ostili": il documento segreto che cambia gli equilibri in Asia

La Direttiva 24 ha esortato i funzionari del partito comunista del Vietnam a tutti i livelli a essere rigorosi nel contrastare le crescenti influenze esterne. Ecco che cosa sta succedendo ad Hanoi

Xi Jinping arriva all'aeroporto di Noi Bai ad Hanoi, in Vietnam
Xi Jinping arriva all'aeroporto di Noi Bai ad Hanoi, in Vietnam

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"Attenzione alle forze ostili": il documento segreto che cambia gli equilibri in Asia

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Nel corso degli ultimi mesi il Vietnam è finito al centro del dibattito economico mondiale. Ha aderito a molteplici accordi di libero scambio, Stati Uniti e Cina lo corteggiano a colpi di investimenti e, come se non bastasse, è diventato strategico per rimodellare la catena di approvvigionamento globale. Dall'altro lato c'è però un aspetto che viene poco evidenziato. Stiamo infatti parlando di uno dei soli cinque Stati comunisti e monopartitici esistenti, e questo significa che al suo interno le dinamiche principali sono regolate dal Partito Comunista locale. Ebbene, un documento top secret trapelato dal Politburo del Comitato Centrale, ovvero il più alto organo decisionale vietnamita, ha gettato una rara luce su ciò che penserebbero i leader più anziani del Partito di tutte queste partnership internazionali.

Il documento segreto Direttiva 24

Il documento, noto come Direttiva 24, è stato ottenuto da Project88, un'organizzazione per i diritti umani focalizzata sul Vietnam. Secondo quanto riportato dalla Bbc, che ha citato l'inchiesta dell'ong, il paper sarebbe stato emesso dal Politburo del Vietnam lo scorso luglio. Contiene sinistri avvertimenti sulla minaccia posta alla sicurezza nazionale del Paese da "forze ostili e reazionarie" portate in patria a causa dei crescenti legami internazionali di Hanoi. Queste forze ostili, sostiene il documento, "aumenteranno le loro attività di sabotaggio e di trasformazione politica interna, formando alleanze e reti della 'società civile', 'sindacati indipendenti', e creando le premesse per la formazione di gruppi di opposizione politica nazionale".

La Direttiva 24 esorta i funzionari del partito a tutti i livelli a essere rigorosi nel contrastare le suddette influenze. Avverte inoltre che, nonostante tutti gli apparenti successi economici del Vietnam, "la sicurezza nell'economia, nella finanza, nella valuta, negli investimenti esteri, nell'energia e nel lavoro non è stabile", e che esiste "un rischio latente di dipendenza estera, manipolazione e sequestro di alcune aree sensibili". In nessuna delle sue recenti dichiarazioni pubbliche il governo vietnamita è apparso così insicuro. Cosa significano, dunque, gli avvertimenti contenuti nel misterioso documento portato alla luce da Project88?

Cosa succede in Vietnam

Ben Swanton, co-direttore di Project88, non ha dubbi sul fatto che la Direttiva 24 preannunci l’inizio di una fantomatica campagna contro gli attivisti per i diritti umani e i gruppi della società civile presenti nel Paese. Alla fine del documento ci sono nove ordini rivolti ai funzionari del partito e alla polizia dei social media, incaricati di contrastare la "falsa propaganda", di "non consentire la formazione di organizzazioni politiche indipendenti" e di prestare attenzione alle persone che approfittano dei maggiori contatti con le istituzioni internazionali per fomentare "rivoluzioni colorate".

C'è però un'altra versione altrettanto autorevole. "La Direttiva 24 non segnala tanto una nuova ondata di repressione interna contro la società civile e gli attivisti pro-democrazia, quanto piuttosto la solita situazione, cioè la continua repressione di questi attivisti", ha affermato Carlyle Thayer, professore emerito di politica all'Università di Nuovo Galles del Sud e un rinomato studioso del Vietnam.

L'esperto ha citato la tempistica della direttiva, pubblicata subito dopo che gli Stati Uniti e il Vietnam avevano concordato una partnership di livello superiore e appena due mesi prima della visita nel Paese di Joe Biden, (in seguito imitato da Xi Jinping). Quell'intesa sarebbe coincisa con una decisione epocale dettata dal timore delle autorità vietnamite che l'impatto della pandemia di Covid e il rallentamento economico in Cina avrebbero impedito alla loro nazione di raggiungere l'obiettivo di diventare un Paese sviluppato e ad alto reddito entro il 2045. Detto altrimenti, Hanoi aveva bisogno di legami più stretti con gli Usa per portare l'economia ad un livello successivo.

In tutto questo, gli estremisti all'interno del partito temevano che gli Stati Uniti avrebbero inevitabilmente incoraggiato il sentimento democratico in Vietnam e minacciato il monopolio del potere del partito.

Il professor Thayer ritiene dunque che il linguaggio combattivo utilizzato nella Direttiva 24 debba essere inteso a rassicurare i sostenitori della linea dura che ciò non sarebbe accaduto.

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