Cronaca internazionale

Com'è fatto il sottomarino scomparso. Ai dispersi restano 40 ore di ossigeno

Il piccolo sottomarino di OceanGate Expeditions può trasportare fino a un massimo di 5 persone e raggiungere 4mila metri di profondità. Ai dispersi del sommergibile restano tra le 70 e le 90 ore di ossigeno

Com'è fatto il sottomarino scomparso. Ai dispersi restano 40 ore di ossigeno

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Non c'è ancora nessuna traccia del Titan, il piccolo sottomarino scomparso nell'Atlantico da domenica notte dopo essersi immerso per perlustrare il relitto del Titanic. Ai cinque dispersi a bordo del sommergibile, che si trova a 3.800 metri di profondità e 640 chilometri di distanza dalla costa dell'isola di Terranova, restano ancora 40 ore di ossigeno. Finora gli aerei statunitensi e canadesi impegnati nelle ricerche hanno coperto un'area di oltre 25.900 chilometri quadrati di mare. All'alba di mercoledì mattina, un aereo canadese P-3 ha rilevato la presenza di "rumori sottomarini" - ha precisato su Twitter la Guardia Costiera - ma gli accertamenti "hanno dato esito negativo".

Com'è fatto il sommergibile scomparso

Di classe Cyclops, il mini-sottomarino Titan di OceanGate Expeditions è stato progettato per trasportare fino a un massimo di cinque persone (incluso il pilota) e può raggiungere 4mila metri di profondità. Pesa 10.432 kg ed è lungo circa 6,70 metri. La altezza e la lunghezza, invece, si avvicinano ai due metri. Realizzato in fibra di carbonio e titanio, il batiscafo può raggiungere una velocità di tre nodi grazie ai quattro propulsori elettrici Innerspace 1002 (quelli che generalmente vengono usati per i veicoli spaziali).

Come funziona il sistema di sicurezza del Titan

Il sistema di sicurezza di Titan si basa sulla tecnologia Rtm (Realtime Hull Health Monitoring) che consente di monitorare in tempo reale le condizioni "di salute" del batiscafo. I sensori acustici ed estensimetri di cui è dotato il mezzo, come si legge sul sito dell'azienda, sono in grado di rilevare eventuali variazioni della pressione mentre il sottomarino si immerge e controllare costantemente lo stato di integrità della struttura. "Questo sistema di monitoraggio delle condizioni a bordo fornisce al pilota un rilevamento tempestivo di allerta offrendo tempo sufficiente per arrestare la discesa e tornare in superficie in sicurezza", precisa OceanGate.

Sparito dai radar

Come ben riporta il Corriere.it, il 14 giugno OceanGate Expedition aveva annunciato che avrebbe potuto avvalersi del supporto tecnico di Starlink, il sistema di satelli aerospaziale di Space X (la società fondata e gestita da Elon Musk) per mantenere i contatti con la spedizione in ogni momento. Le segnalazioni avrebbero dovuto esserci ogni 15 minuti. I contatti con il Titan sono stati persi da ormai oltre 20 ore, un'ora e 45 minuti dopo la sua immersione in profondità.

Quanto si può sopravvivere a bordo del sottomarino

L'autonomia dell'ossigeno di Titan si aggira tra le 70 e le 90 ore. Ciò significa che le persone a bordo del mezzo possono sopravvivere al massimo fino a giovedì mattina. Un sottomarino può rimanere sott'acqua molto più a lungo, mentre i batiscafi come il Titan hanno molte meno riserve di potenza. In genere, infatti, le immersioni del sommergibile fino al relitto del Titanic durano non più di 10 o 11 ore.

Perché non si può raggiungere il sommergibile scomparso

I sottomarini Nato potrebbero non essere in grado di raggiungere il relitto nell'Oceano perché, come spiega Adnkronos, le profondità marine superano di gran lunga quelle in cui si può operare in sicurezza. Un sommergibile della Nato, utilizzato per salvare l'equipaggio di un sottomarino colpito, può operare a 610 metri, mentre un veicolo telecomandato può raggiungere una profondità di 1 chilometro. Il relitto del Titanic si trova a 3.800 metri.

"Controlli sicurezza in stile Playstation"

Tra i dispersi a bordo del sottomarino ha rischiato di esserci anche Chris Brown, amico di Hamish Harding, uno dei cinque miliardari rimasti intrappolati nel batiscafo. Dopo aver pagato il deposito cauzionale, però, il 61enne ha deciso di rinunciare al viaggio. Tra le sue preoccupazioni c'erano l'uso da parte di OceanGate "di vecchi pali da ponteggio usati come zavorra - ha raccontato l'uomo al quotidiano The Sun, riporta Il Messaggero -e i controlli erano basati su sistemi tipo gioco per computer.

Alla fine ho deciso di rinunciare al viaggio perché i rischi erano troppo alti".

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