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Al via il vertice della svolta BRICS in Sudafrica

Almeno quaranta Paesi desiderano entrare in questo modello di cooperazione. Ecco tutte le ragioni

Al via il vertice della svolta BRICS in Sudafrica

Perché sempre più Paesi sperano di entrare nei BRICS? Il quindicesimo incontro dei leader dei cinque Paesi un tempo catalogati come in via di sviluppo è in programma in Sudafrica e il dibattito intorno ai BRICS è sempre più centrale. Una delle questioni più importanti riguarda l’allargamento dell’organizzazione.

Secondo quanto filtra dal Sudafrica, più di quaranta Paesi hanno espresso il desiderio di un allargamento e già più di venti Paesi hanno presentato una domanda formale di adesione. “Molti sperano di diventare membri, a dimostrazione della fiducia della comunità internazionale nei confronti della leadership BRICS”, queste le parole di Anil Sooklalha, l'inviato speciale del Sud Africa per i BRICS, in un’intervista ai microfoni di China Media Group. Ma a cosa è legata questa fiducia?

Considerando la storia della cooperazione BRICS, una delle sue caratteristiche fondamentali è la spinta allo sviluppo. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, dal 2001 al 2022 la quota BRICS nel PIL globale è passata dall’8,4 al 25,8 per cento. Nello stesso periodo, sempre secondo i dati del FMI, la quota G7 è scesa dal 64,6 al 42,9 per cento. Ma non è tutto: sulla base dei report della società britannica Acorn Macro Consulting, nel 2022 – considerando la parità di potere d’acquisto – i Paesi BRICS hanno contribuito alla produzione economica mondiale più del G7.

Il 15 agosto la New Development Bank (NDB) ha emesso obbligazioni per 1,5 miliardi di rand sul mercato obbligazionario nazionale sudafricano: questa è stata la prima obbligazione in valuta locale emessa dalla NDB in Sudafrica. Ma non è finita qui, perché presto verrà valutata la possibilità emettere obbligazioni in rupie per la prima volta in India, già entro la fine del 2023. Ad oggi la NDB ha dato il via libera a quasi 100 progetti di credito per un importo totale di 35 miliardi di dollari, tra questi troviamo la "Strada benestante" per il trasporto di grano e altri prodotti nello stato di Maranhão, in Brasile; la "Green Electricity" della centrale solare in Karnataka, in India; il "Modern Port" del Durban Container Terminal in Sud Africa.

Un altro dato da sottolineare è quello legato al cosiddetto “Anno della Cina” della cooperazione BRICS, che ha ottenuto risultati molto rilevanti nel 2022, gettando solide basi per il vertice di Johannesburg in corso. Nel corso dell’incontro tra leader tenutosi a Pechino nel giugno del 2022, sono stati approvati documenti fondamentali su dossier come commercio, investimenti e sviluppo sostenibile, senza dimenticare l’iniziativa volta al rafforzamento della cooperazione nella catena di forniture, con la pubblicazione della Dichiarazione di Pechino. Secondo i dati FMI, nel 2022 le operazioni economiche tra i cinque paesi hanno raggiunto circa 9,2 trilioni di dollari Usa, con un incremento tendenziale del 7,8 per cento.

Fonti governative del Sud Africa hanno rivelato che nel corso del vertice di Johannesburg saranno accesi i riflettori sugli accordi local currency settlement, ivi compresa l'istituzione di un sistema di pagamento comune. In caso di fumata bianca, avverrà l’attesa accelerazione sulla cooperazione economica, commerciale e finanziaria tra i paesi BRICS. L’ex ambasciatore francese negli Stati Uniti, Gérard Araud, ha recentemente firmato un articolo in cui afferma che la vitalità economica dei paesi BRICS avrà un impatto ad ampio raggio sull’economia globale, mentre diversi media brasiliani sottolineano quanto la cooperazione a livello interno dia vigore alla fiducia dei cittadini e sia anche internazionalmente ampiamente riconosciuta.

Protagonisti di un nuovo meccanismo di cooperazione, i Paesi BRICS sono diventati una forza centrale che guida la cooperazione Sud-Sud e promuove la governance globale. Se vogliamo osservare questo fenomeno da un punto di vista politico, troviamo che la policy dichiarata dai Paesi BRICS è rispettare la sovranità, la sicurezza e l'interesse allo sviluppo di ciascun Stato, l'opposizione alle politiche di potere, all’ideologia della guerra fredda e allo scontro tra schieramenti. Dal lato economico, i paesi BRICS possiedono oggi il 14,06 per cento dei diritti di voto nella Banca Mondiale e nel Fondo Monetario Internazionale hanno raggiunto il 14,15 per cento. Nel campo della sanità pubblica è da segnalare la creazione del Centro di ricerca e sviluppo dei vaccini BRICS e la costruzione congiunta di una "linea di difesa" contro la pandemia da Covid-19. Dichiarando un forte spirito di condivisione, i paesi BRICS esprimono congiuntamente sostegno al multilateralismo e alla riforma del sistema di governance globale. È questo il motivo per cui i media internazionali si trovano ormai periodicamente a raccontare quanto i Paesi BRICS abbiano promosso un paradigma nuovo e siano un'ispirazione al di fuori di quell'ordine internazionale occidentale sin qui consolidato. Il creatore del concetto BRICS, l'economista britannico Jim O'Neill, ha sottolineato in una recente intervista che è "inevitabile" per le economie emergenti avere più voce in capitolo negli affari globali.

Uno degli asset da valutare è che la cooperazione BRICS non si sia posta come un club privato o una confraternita “esclusiva”. Dal vertice di Xiamen del 2017 (quando venne proposto per la prima volta il modello di collaborazione) al vertice di Pechino del 2022 (dove è stata avanzata l’iniziativa di allargamento), questo nuovo meccanismo di cooperazione prevede e cerca la partecipazione di nuovi partner con idee simili. Ed è agevole trovare esperti che ammettano che nella comunità internazionale l’espansione dei BRICS rafforzerà ulteriormente l’influenza dei Paesi in via di sviluppo.

Il contraltare è una narrativa occidentale sul presunto declino o collasso dei BRICS, quando però i fatti dicono che sempre più Paesi desiderano aprire la “porta dei BRICS” e partecipare al questo modello di cooperazione, confermando per implicito che lo spirito di “apertura, inclusione, cooperazione e vantaggio win-win” è quello che meglio si conforma alla tendenza dei tempi.

"Pensiamo che questa cooperazione sia il futuro", era quello che già dichiaravano i protagonisti del 15° Forum accademico BRICS tenutosi lo scorso maggio.

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