Cronaca internazionale

"Crimine doloroso". Le scuse del re d’Olanda per lo schiavismo colonialista

Il sovrano è intervenuto in occasione degli eventi di commemorazione per i 150 anni dalla liberazione degli schiavi nelle ex colonie: "I Paesi Bassi sentono ancora l’orrore di quanto accaduto"

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Dopo il premier Mark Rutte, anche il re d’Olanda si è pubblicamente scusato per lo schiavismo colonialista. Presente all'Oosterpark di Amsterdam in occasione degli eventi di commemorazione per i 150 anni dalla liberazione degli schiavi nelle ex colonie, il sovrano Guglielmo Alessandro non ha utilizzato troppi giri di parole per il mea culpa:“La schiavitù è il crimine più doloroso, degradante e umiliante”. Il cinquantaseienne s’è detto personalmente e profondamente colpito: “Oggi mi presento davanti a voi in qualità di sovrano e come parte del governo. Oggi mi scuso”.

Accompagnato dalla regina Maxima e dal già citato primo ministro Rutte, il re d’Olanda ha raccolto tanti applausi da parte dei presenti: "La schiavitù, in quanto crimine, considera le persone come merci, strumenti involontari per il profitto". Alla cerimonia commemorativa di Amsterdam hanno partecipato migliaia di discendenti degli schiavi del Suriname e delle isole caraibiche di Aruba, Bonaire e Curacao, per ricordare il cosiddetto "Keti Koti", ovvero la rottura delle catene. "Il commercio degli schiavi e la schiavitù sono riconosciuti come un crimine contro l'umanità" ha aggiunto il sovrano, rimarcando che la casa di Orange non fece nulla per mettervi fine.

Nel corso del suo intervento, il re d’Olanda ha ricordato la disposizione legale olandese del 1644 in cui si affermava che "nella città di Amsterdam, e nella sua giurisdizione, tutti gli uomini sono liberi e nessuno è schiavo". Guglielmo Alessandro ha sottolineato che circa 600 mila persone furono trasportate attraverso l'Oceano Atlantico su navi olandesi per essere vendute come schiavi e obbligate a lavorare nelle piantagioni. Quasi un sesto di loro, 75 mila persone, non sopravvisse al viaggio. Il sovrano ha aggiunto sul punto: "Qui, nei Paesi Bassi europei, la schiavitù era severamente proibita, laddove si considerava normale nelle colonie d'oltremare in cui si praticava su larga scala. Una dolorosa verità".

Come anticipato, Mark Rutte aveva già condannato lo schiavismo colonialista alla fine del 2022. Nel discorso all’Aja del 15 dicembre, il primo ministro chiese scusa per i duecentocinquanta anni di coinvolgimento dell’Olanda nella schiavitù, un crimine contro l’umanità: “Oggi, a nome del governo olandese, mi scuso per le azioni passate dello Stato olandese. Oggi mi scuso a nome del governo olandese per le azioni dello Stato nel passato: a titolo postumo, chiedo scusa a tutti gli schiavi del mondo che hanno sofferto per questo atto.

Alle loro figlie e ai loro figli e a tutti i loro discendenti”.

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