Cronaca internazionale

Russia, bombe sulle elezioni: "Raid ucraino su due seggi"

Le autorità della Federazione hanno riferito di almeno sei atti vandalici. A San Pietroburgo, una donna ha lanciato una bomba incendiaria contro una scuola adibita a seggio. Non vi sarebbero morti o feriti

Russia, bombe sulle elezioni: "Raid ucraino su due seggi"

Ascolta ora: "Russia, bombe sulle elezioni: "Raid ucraino su due seggi""

Russia, bombe sulle elezioni: "Raid ucraino su due seggi"

00:00 / 00:00
100 %

Momenti di tensione in Russia, durante le votazioni per la nomina del nuovo presidente della Federazione. A San Pietroburgo, una donna ha lanciato una bomba molotov contro una scuola adibita a seggio elettorale. Stando a quanto riportato dal funzionario Maxim Meiksin su Telegram, non vi sarebbero vittime o feriti.

Secondo la testata Fontanka, l’autrice del gesto è stata fermata da un passante, che l’ha poi consegnata alla polizia. Agli agenti, la donna ha raccontato di aver agito su incarico di un certo “canale Telegram ucraino”, che le avrebbe promesso un pagamento in denaro. Questo avvenimento non è stato l’unico ad aver portato scompiglio durante il voto. Le autorità russe hanno riferito di almeno sei atti di vandalismo, tra cui il versamento di liquido verde sulle urne in cinque seggi e l’incendio di una cabina elettorale a Mosca, sempre ad opera di una donna. Nella Federazione, interferire con le elezioni è un reato punibile con una condanna fino a cinque anni di carcere.

Il fatto che si siano verificati episodi del genere non è comunque una sorpresa. Da un lato, infatti, vi è il conflitto in Ucraina, dove la strategia di Kiev sembra essere definitivamente passata all’attacco delle retrovie nemiche. Non è dunque da escludere che i servizi segreti dell’Sbu abbiano pianificato azioni o offerto ricompense a chiunque riuscisse a causare danni, rallentamenti o agitazioni durante le elezioni. La versione della donna che ha lanciato la molotov a San Pietroburgo potrebbe dunque essere credibile. Dall’altro, vi è il fantasma di Alexei Navalny, l’oppositore di Putin morto in carcere il 16 febbraio per cause non ancora chiare.

I suoi collaboratori hanno più volte rilanciato l’appello a recarsi in massa ai seggi elettorali a mezzogiorno, votando per qualunque candidato che non fosse lo zar o annullando la propria scheda. Non hanno mai espressamente sostenuto comportamenti violenti, ma non è da escludere che i responsabili degli atti vandalici siano dei sostenitori del defunto nemico politico del Cremlino. A meno di sconvolgenti soprese, però, questi avvenimenti non cambieranno i risultati di una consultazione il cui esito è già stato scritto.

Vladimir Putin verrà riconfermato alla guida della Federazione ed è probabile che tra i suoi primi ordini post-rielezione vi sarà una nuova mobilitazione di migliaia di riservisti da inviare al fronte in Ucraina, dove i difensori stanno affrontando difficoltà crescenti e la Russia sembra aver ritrovato lo slancio per ottenere conquiste territoriali dopo un 2023 di stallo praticamente totale.

Commenti