Cronaca internazionale

"Coinvolti con Hamas....". Un report inchioda 4 fotoreporter presenti al massacro

Quattro fotografi che hanno scattato alcune foto - diffuse da Associated Press, Cnn e Reuters - durante l'attacco di Hamas del 7 ottobre sono finiti al centro delle polemiche. Israele chiede chiarimenti: "Cosa ci facevano sulla scena del crimine?"

"Coinvolti con Hamas....". Un report inchioda 4 fotoreporter presenti al massacro
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Israele ha chiesto spiegazioni ad alcuni media internazionali per un presunto e sospetto coinvolgimento di quattro fotografi freelance di Gaza negli eventi risalenti allo scorso 7 ottobre. Hassan Eslaiah, Yousef Masoud, Ali Mahmud, Hatem Ali, Mohammed Fayq Abu Mustafa e Yasser Qudih hanno scattato immagini - diffuse da Associated Press, Cnn e Reuters – che hanno fatto il giro del mondo. Immagini che ritraggono i combattenti di Hamas che irrompono nei kibbutz israeliani, rapiscono civili e incendiano carri armati di Tel Aviv. I giornalisti sono finiti al centro delle polemiche dopo che Honest Reporting, un sito israeliano, ha puntato l'attenzione sulla loro presenza sulla scena di quei crimini.

I dubbi di Israele sui fotografi di Gaza

Il direttore dell'ufficio stampa del governo israeliano, Nitzan Chen, ha chiesto spiegazioni ai capi dei siti che hanno diffuso le foto dei suddetti giornalisti in merito agli inquietanti risultati del rapporto Honest Reporting, nel quale si parla del coinvolgimento dei freelance in quanto avvenuto. Un coinvolgimento, si afferma nello stesso report, "che supera ogni linea rossa, professionale e morale".

"Quattro fotografi che lavorano per questi network hanno documentato gli orrori perpetrati dai terroristi di Hamas dopo aver sfondato la barriera di confine con Israele. Hanno filmato l'uccisione di civili, l'abuso di corpi e il rapimento di uomini e donne", ha fatto sapere l'ufficio stampa del governo israeliano. "Se ci sono giornalisti che sapevano del massacro, e che hanno scattato foto mentre i bambini venivano massacrati, non sarebbero diversi dai terroristi e la loro punizione dovrebbe essere severa", ha invece scritto su X il leader centrista Benny Gantz.

Cosa dice il report di Honest Reporting

A detta di Honest Reporting, lo scorso 7 ottobre i miliziani di Hamas non sarebbero stati gli unici ad aver documentato i crimini di guerra nell'assalto ai kibbutz di Israele, come si è poi evinto dalle loro GoPro. Secondo la Ong "le atrocità sono state documentate da fotogiornalisti di base a Gaza che lavoravano per agenzie internazionali".

"La loro presenza in quel luogo – ha ripetuto la Ong - solleva serie questioni etiche". "La loro attività – si è quindi domandata Honest Reporting - era stata coordinata con Hamas? Questi freelance che lavorano per altri media internazionali, hanno informato le loro testate?". Sono queste le stesse domande che hanno spinto Israele a chiedere ulteriori accertamenti sul caso.

Le foto al centro della bufera

In particolare, i riflettori sono puntati sulle foto di Eslaiah. Honest Reporting ha diffuso un video da lui stesso postato su X - e nel frattempo cancellato - in cui lo si vede, senza elmetto o giubbotto che lo segnali come “stampa”, davanti a un carro armato israeliano in fiamme con la didascalia, "in diretta dall'interno degli insediamenti della Striscia di Gaza". Un'altra foto, sempre segnalata da Honest Reporting, mostra Eslaiah abbracciato al leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, con quest'ultimo che gli dà un bacio sulla guancia.

Anche Masoud era presente sulla scena del carro armato in fiamme, come Abu Mustafa e Qudih che riprendevano uomini armati che si infiltravano in Israele e infierivano sul corpo di un soldato estratto dal mezzo corazzato. Il sito si è quindi interrogato su cosa ci facessero questi fotografi sul posto "così presto, in quello che normalmente sarebbe stato un sabato mattina tranquillo". "Era tutto coordinato con Hamas? Le rispettabili agenzie di stampa, che hanno pubblicato le loro foto, approvavano la loro presenza in territorio nemico, insieme agli infiltrati terroristi?", ha ribadito il sito della Ong.

La risposta dei media

Le autorità dello Stato ebraico hanno chiesto spiegazioni ai media internazionali, i quali hanno immediatamente preso le distanze. La Cnn ha fatto sapere di "essere a conoscenza dell'articolo e della foto riguardanti Hassan Eslaiah, un fotoreporter freelance che ha lavorato con numerosi organi di stampa internazionali e israeliani. Anche se in questo momento non abbiamo trovato motivo di dubitare dell'accuratezza giornalistica del lavoro che ha svolto per noi, abbiamo deciso di sospendere ogni legame con lui".

L'Ap ha sottolineato che "non era a conoscenza degli attacchi del 7 ottobre prima che accadessero", ribadendo che "utilizza immagini scattate da freelance in tutto il mondo, inclusa Gaza". Stessa linea di Reuters che ha negato "categoricamente di essere a conoscenza dell'attacco o di aver mandato giornalisti 'embedded' con Hamas il 7 ottobre".

L'agenzia britannica ha spiegato di aver "acquisito foto di due fotografi freelance basati a Gaza che erano al confine la mattina del 7 ottobre, con i quali non aveva lavorato in precedenza.

Le immagini pubblicate da Reuters sono state scattate due ore dopo che Hamas ha lanciato razzi sul sud di Israele e più di 45 minuti dopo che Israele ha reso noto che uomini armati avevano attraversato il confine".

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