Cronaca internazionale

"Girano le mie foto in topless". Immagini manipolate: l'incubo delle minorenni in Spagna

L'evento ha scosso la comunità di Almendralejo, nel Sud del Paese. Secondo la polizia locale, sarebbero tutti giovanissimi coloro che hanno creato e diffuso le immagini

"Girano le mie foto in topless". Immagini manipolate: l'incubo delle minorenni in Spagna

Ascolta ora: ""Girano le mie foto in topless". Immagini manipolate: l'incubo delle minorenni in Spagna"

"Girano le mie foto in topless". Immagini manipolate: l'incubo delle minorenni in Spagna

00:00 / 00:00
100 %

Normali fotografie di ragazze spagnole pubblicate sui social network sono state completamente denudate da un’applicazione di intelligenza artificiale, sconvolgendo la città di Almendralejo, nel Sud dello Stato iberico. Le ragazze vittime di queste trasformazioni dannose dei loro scatti sono circa una trentina, tutte comprese tra gli 11 e i 17 anni. Le indagini della polizia sono ancora in corso e pare che almeno 11 ragazzi del luogo, tutti tra i 12 e i 14 anni, siano stati coinvolti nella creazione delle immagini o nella loro circolazione su Telegram e Whatsapp. La legge spagnola non prevede specifici reati per la creazioni di immagini a sfondo sessuali con soggetti adulti, ma visto che le vittime sono tutte minorenni si potrebbe configurare il reato di pedopornografia.

"Un giorno mia figlia è uscita da scuola e mi ha detto che circolavano immagini di lei in topless", ha raccontato alla Bbc Maria Blanco Rayo, madre di una 14enne. "Le ho chiesto se avesse scattato foto di sé stessa nuda, ma lei mi ha detto di no e che sono fotografie false. È successo anche ad alcune sue compagne di classe". Le immagini finite al centro dello scandalo sono state realizzate partendo da quelle postate dalle vittime sui social media, in cui le ragazze sono completamente vestite. Esse sono state successivamente elaborate da un’applicazione che ne ha generato una versione con la persona nuda.

La maggior parte di queste foto sarebbe stata creata nel corso dell’estate, ma il caso è finito sotto i riflettori e al centro del dibattito nazionale spagnolo solo dopo che la dottoressa Miriam Al Abid, madre di una delle vittime e ginecoloca di Almendralejo con un discreto seguito sui social, ha caricato sul suo profilo un video per rassicurare le ragazze e i loro genitori. "Non sapevamo quanti ragazzini avessero le immagini, né se sono state caricate su siti pornografici. Abbiamo avuto tutti queste paure", ha detto la dottoressa Al Abid. "Con i crimini di natura sessuale, spesso la vittima prova vergogna, si nasconde e si sente in colpa. Quindi, voglio dare questo messaggio: non è colpa vostra".

Questo avvenimento ha destato parecchia preoccupazione nella comunità di Almendralejo, anche tra coloro che non sono stati coinvolti direttamente. “Chi di noi ha figli è spaventato”, ha detto Gema Lorenzo, madre di un 16enne e di una 12enne. “Sei preoccupata di due cose: se hai un figlio, hai paura che abbia fatto una cosa del genere. Se hai una figlia, sei ancora più spaventata, perché è un atto di violenza”.

Non è la prima volta che in Spagna si verifica un fatto del genere. A maggio, immagini della cantante Rosalía in topless generate dall’intelligenza artificiale erano state postate sui social media.

L’episodio di Almendralejo è un segnale che la pedopornografia non è più limitata solo al dark web, ma sta diventando più accessibile anche ad utenti giovanissimi.

Commenti