Cronaca internazionale

Liberato l'ex leader del Pakistan. La corte suprema: "Illegale l'arresto di Imran Khan"

La Corte suprema del Pakistan ha definito "illegale" l'arresto dell'ex primo ministro Imran Khan e ordinato il suo "rilascio immediato"

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La Corte Suprema del Pakistan ha giudicato illegale l'arresto di Imran Khan. I giudici hanno esaminato la richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa dell'ex primo ministro, accusato di corruzione, e ne hanno ordinato il rilascio. L'annuncio è arrivato, tra l’altro, poche ore dopo che un tribunale aveva deciso che Khan poteva essere trattenuto per otto giorni. Nel frattempo, in numerose città del Paese si sono verificati violenti scontri tra i sostenitori del leader e le forze dell’ordine.

L’arresto di Khan è illegale

"L'arresto non è valido e l'intero processo deve essere rivisto", ha detto il giudice capo della Corte Suprema, Umar Ata Bandial. Ricordiamo che, lo scorso 9 maggio, Khan era stato arrestato dai militari mentre si stava presentando in tribunale, a Islamabad, capitale del Pakistan, per affrontare le accuse di corruzione.

Testimoni oculari hanno raccontato che, poco dopo aver varcato il cancello dell'alta corte di Islamabad, l’ex primo ministro era stato bloccato dalle forze paramilitari. "Imran Khan è stato arrestato nel caso Qadir Trust", si poteva leggere sull'account Twitter ufficiale della polizia di Islamabad, con il riferimento ad un caso di corruzione.

Scontri e violenze

A Ginevra intanto l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Turk ha invitato le forze di sicurezza pachistane a "mostrare moderazione" e ha chiesto ai manifestanti di "astenersi da ogni violenza".

"Libertà di espressione, riunione pacifica e stato di diritto sono fondamentali per risolvere le controversie politiche, l'uso sproporzionato della forza non ha diritto di esserci", ha twittato Turk, mentre proseguono gli arresti dei sostenitori di Imran Khan, dopo due giorni di violente proteste scatenate dal suo arresto.

La Bbc ha scritto che almeno 10 persone sono state uccise e 2.000 arrestate da quando l’ex leader è stato detenuto. L'arresto, tra l’altro, ha intensificato le crescenti tensioni tra Khan e i militari.

Situazione delicata

Il partito Tehreek-e-Insaaf di Khan aveva definito il suo arresto un "rapimento" e aveva inoltre promesso di opporvisi in tutti i modi. Il ministro dell'Interno pakistano, Rana Sanaullah, aveva tuttavia spiegato che l’ex primo ministro era stato arrestato in relazione a un caso presentato al tribunale anti-corruzione del Pakistan, a cui Khan non aveva partecipato.

Anche altri leader del partito di Khan sono stati arrestati nel corso di questa settimana. Si tratta del portavoce Fawad Chaudhry e dell'ex ministro degli Esteri Shah Mahmood Qureshi, entrambi fermati con l'accusa di "incitamento a protestare in modo violento e a incendi dolosi nell'ambito di un piano ben orchestrato per minaccia la pace".

A proposito dei disordini, la polizia ha confermato sui social media che è stato schierato l'esercito, invitando donne e bambini a restare in casa. Le strade di Islamabad, solitamente molto trafficate, risultano praticamente vuote e i negozi sono chiusi, mentre le autorità hanno bloccato le strade per aumentare il livello di sicurezza presso i siti militari e del governo. E questo anche dopo l'attacco condotto dai sostenitori di Khan contro la casa di un alto ufficiale dell'esercito.

Le turbolenze politiche si addensano mentre il Paese continua ad essere impantanato in una crisi economica.

Gli analisti avvertono che si stanno erodendo le speranze che la nazione asiatica possa ottenere un pacchetto di salvataggio vitale dal Fondo monetario internazionale.

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