Cronaca internazionale

Iran, ballano per la libertà alla festa dell'8 marzo: due ragazze arrestate

Erano vestite come un personaggio del folklore persiano. Report Onu sulla repressione dei diritti, l'ira di Teheran

Iran, ballano per la libertà alla festa dell'8 marzo: due ragazze arrestate

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Una leggenda iraniana narra di un uomo vestito di rosso, l`Haji Firouz, che camminava per le strade cantando strofe di buon augurio per salutare l`anno nuovo e informare il popolo dell`arrivo della primavera. La gente in cambio della buona notizia lo ricompensava con cibo o monete. Mancano pochi giorni a Nowruz, il 20 marzo, la festa che celebra il Capodanno in Iran e nelle strade è possibile incontrare questa figura della tradizione persiana, un menestrello che indossa abiti rossi, con un cappello di feltro, scarpe appuntite e il viso tinto col carbone, che canta e balla per le vie.

Ma sotto il regime degli ayatollah anche le usanze popolari sono sotto tiro. Due giovani donne sono state arrestate a Teheran dopo che un video sui social le ha mostrate mentre ballavano in strada, in piazza Tajrish, a nord della capitale, per la Giornata della Donna e per festeggiare l`arrivo dell`anno nuovo. Nel filmato si vedono le due ragazze, vestite in rosso, che cantano e ballano in pubblico replicando le mosse proprio di quel menestrello. Accusate di «comportamento contrario alle norme sociali» sono state arrestate dalla polizia e incarcerate. La notizia ha fatto subito il giro del web. Haji Firouz simboleggia la rinascita del Dio sumero del sacrificio, Domuzi, che viene ucciso alla fine di ogni anno per poi rinascere all`inizio del nuovo anno. Danzare e cantare è vietato alle donne, così come sono vietate feste e alcool nella Repubblica islamica.

Ma la comunità internazionale ha fatto sentire in maniera inequivocabile il suo sdegno contro la violenza esercitata dal regime. Venerdì è stato pubblicato un rapporto dell`Onu sulla repressione delle proteste in Iran innescate dalla morte di Mahsa Amini. Nel documento si fa notare come molte delle violazioni scoperte sono «equivalenti a crimini contro l`umanità», in particolare si parla di «omicidio, reclusione, tortura, stupro e altre forme di violenza sessuale, persecuzione, sparizione forzata». Ciò fa parte di «un attacco sistematico contro donne, ragazze, ragazzi e uomini che hanno chiesto libertà, uguaglianza, dignità», ha affermato Sara Hossain che presiede la missione.

Il fascicolo invita le autorità a «fornire giustizia, verità e risarcimento alle vittime delle violazioni». Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani ha però subito replicato: «Le accuse contenute nel rapporto si basano su informazioni errate e distorte e mancano di credibilità giuridica», ha affermato.

Poi ha continuato: la relazione «è stata preparata dal regime sionista, dagli Stati Uniti e da alcuni paesi occidentali», che tentano di fomentare «l`iranofobia e diffamare il nostro Paese».

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