Cronaca internazionale

Ritirati i negoziatori dal Qatar. Israele alza il tiro: tensione con Usa e Onu

Israele ha richiamato la sua squadra negoziale dal Qatar dopo che Hamas ha rifiutato la sua ultima offerta nei colloqui per un accordo sugli ostaggi e una tregua

Qatar, Israele ritira i negoziatori: sale la tensione con Usa e Onu

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Qatar, Israele ritira i negoziatori: sale la tensione con Usa e Onu

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Cresce la tensione diplomatica tra Israele e gli Stati Uniti all’indomani della risoluzione approvata dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu in seguito a cinque mesi di stallo. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha annullato il viaggio a Washington di una delegazione di alti funzionari. Di pari passo, Tel Aviv ha richiamato la sua squadra negoziale dal Qatar dopo che Hamas ha rifiutato la sua ultima offerta nei colloqui per un accordo sugli ostaggi e una tregua.

La mossa di Israele

Secondo quanto riferito dai media israeliani, l'ufficio di Netanyahu ha fatto sapere che la posizione di Hamas è "una prova evidente del suo disinteresse a continuare i colloqui, e una triste testimonianza del danno causato dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite", riferendosi all'appello per un cessate il fuoco approvato ieri sera. "Hamas ha rifiutato ancora una volta qualsiasi proposta di compromesso americana e ha ripetuto le sue richieste estreme", ha aggiunto, "Israele non si sottometterà alle richieste deliranti di Hamas e continuerà a lavorare per raggiungere tutti gli obiettivi della guerra", è la posizione di Tel Aviv.

Il Times of Israel ha riportato le parole di una fonte israeliana: "Non c’è nessuno con cui parlare dall’altra parte e la squadra negoziale israeliana non ha nulla da fare in Qatar".

Nella tarda serata di lunedì Hamas aveva rilasciato una dichiarazione in cui respingeva l’ultima offerta di accordo ricevuta, affermando che Israele non stava rispondendo alle sue richieste fondamentali di un "cessate il fuoco globale, un ritiro dalla Striscia, il ritorno degli sfollati e un vero scambio di prigionieri". Martedì scorso, il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, aveva dichiarato che il gruppo filo palestinese era stato incoraggiato a respingere un accordo dal voto per un cessate il fuoco al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Tensioni diplomatiche

La risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu approvata nelle scorse ore richiedeva un cessate il fuoco immediato per il mese del Ramadan e anche il rilascio degli ostaggi da parte di Hamas. È stata la prima volta che una risoluzione sul cessate il fuoco nella guerra tra Israele e Gaza ha evitato il veto di uno degli Stati Uniti, della Cina o della Russia.

La reazione di Israele non è mancata. Netanyahu, come detto, ha revocato la missione a Washington di una delegazione che doveva confrontarsi con l'amministrazione Biden sulle alternative a un'operazione di terra a Rafah. La risoluzione "danneggia sia lo sforzo bellico che il tentativo di liberare gli ostaggi, perché dà ad Hamas la speranza che la pressione internazionale permetterà loro di accettare un cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri ostaggi", ha spiegato l'ufficio del premier.

"Lo Stato di Israele non cesserà il fuoco. Distruggeremo Hamas e continueremo a combattere finché l'ultimo dei rapiti non ritornerà a casa", ha scritto su X il ministro Katz dopo il richiamato voto all'Onu della risoluzione che chiede il cessate il fuoco a Gaza.

Adesso, in un clima del genere, sarà interessante capire come potranno svilupparsi i negoziati tra le parti.

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