Cronaca internazionale

L'editore del New York Times bacchetta il giornale sull'ospedale di Gaza

L'editore del New York Times fa mea culpa rispetto alla copertura mediatica data dalla testata circa la vicenda dell'esplosione all'ospedale di Al-Ahli, a Gaza

L'editore del New York Times bacchetta il giornale sull'ospedale di Gaza

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L'editore del New York Times bacchetta il giornale sull'ospedale di Gaza

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Le prime notizie date dal New York Times sulla vicenda del missile esploso il 17 ottobre sull'ospedale Al-Ahli, a Gaza, "si basavano troppo sulle affermazioni di Hamas " e non "chiarivano che tali affermazioni non potessero essere immediatamente verificate". La copertura mediatica del quotidiano "ha lasciato ai lettori un'impressione errata" su ciò che era noto e "su quanto fosse credibile il resoconto" da parte dell'organizzazione paramilitare palestinese. A scriverlo, nero su bianco, è una nota dell'editore del celebre quotidiano della Grande Mela, che bacchetta la redazione e fa "mea culpa" per la copertura mediatica data dalla stessa testata sulla vicenda dell'ospedale di Gaza. Copertura che, secondo la nota, si è dunque basata troppo sulle notizie date da Hamas, senzo un filtro adeguato rispetto alle informazioni che provenivano dalla stessa organizzazione palestinese.

L'editore del quotidiano bacchetta la redazione

Data la natura sensibile delle notizie che emergono durante un conflitto, i redattori del New York Times "avrebbero dovuto prestare maggiore attenzione alla presentazione iniziale" ed "essere più espliciti su quali informazioni avrebbero potuto essere verificate" e quali no. Nel frattempo, quando è quasi passata una settimana dall'esplosione che ha devastato l'ospedale, causando la morte di decine di palestinesi, prosegue lo scambio di accuse reciproco tra il governo di Tel Aviv e Hamas sulla responsabilità dell'accaduto. Secondo la Cnn, l'analisi forense delle immagini e dei filmati disponibili inizia a offrire alcuni indizi sulla causa dell'esplosione. Senza la possibilità di accedere al sito e raccogliere prove dal terreno, nessuna conclusione può essere definitiva, spiega l'emittente statunitense. Ma l'analisi fatta suggerisce che un razzo lanciato dall'interno di Gaza si sia spezzato a mezz'aria e che l'esplosione all'ospedale sia stata causata proprio da questo fatto. Verificando la posizione della telecamera, la Cnn ha potuto stabilire che il razzo è stato lanciato da un'area a sud di Gaza City, geolocalizzando l'esplosione dell'ospedale facendo riferimento agli edifici vicini, a ovest del complesso.

Le immagini riprese da una webcam di Tel Aviv puntata a sud verso Gaza, che la Cnn ha sincronizzato con la diretta di Al Jazeera, mostrano una raffica di razzi da Gaza poco prima dell'esplosione. Secondo gli esperti interpellati dall'emittente, uno di questi razzi avrebbe colpito l'ospedale. Alla medesima conclusione è arrivata, nei giorni scorsi, una fonte dell'intelligence francese, la quale ha spiegato all'Associated Press che vari elementi, tra cui immagini satellitari, l’angolo di impatto e informazioni rimaste classificate, hanno portato gli analisti di Parigi ad escludere la possibilità di un coinvolgimento di Tel Aviv. Altri, invece, sono arrivari a una conclusione diversa, come il Forensic Architecture, un gruppo di indagine visiva con sede a Londra, che ha contestato il resoconto israeliano, affermando che il razzo era stato sparato da Israele. Al Jazeera, il canale di notizie del Qatar, ha invece concluso che un razzo palestinese era stato intercettato da un missile della difesa aerea israeliana.

Il Nyt: "Hamas non riesce a produrre una prova a supporto della sua tesi"

Un ulteriore approfondimento del New York Times sembra "scagionare" Tel Aviv da quanto accaduto all'ospedale di Al-Ahli.

Come sottolinea il quotidiano, sei giorni dopo che Hamas ha accusato Israele di aver bombardato l'ospedale a Gaza City e di aver ucciso centinaia di persone, il gruppo armato palestinese non ha ancora prodotto o descritto alcuna prova che colleghi Israele all'attacco: inoltre, hamas ha dichiarato di non essere in grado di trovare i resti del razzo che ha colpito il sito e ha rifiutato di fornire dettagli a sostegno del suo conteggio delle vittime.

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