Cronaca internazionale

La Nato aumenta le unità dislocate in Kosovo: "Misura di prudenza"

In risposta ai recenti disordini avvenuti in Kosovo la Nato ha deciso di schierare le Forze di riserva operativa per i Balcani occidentali che si trovavano pronte al dispiegamento da sette giorni

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La Nato dispiegherà forze aggiuntive in Kosovo in risposta ai violenti scontri avvenuti nel nord del Paese e nei quali sono rimasti feriti 30 soldati del contingente di peacekeeping, di cui 11 italiani. L'Alleanza atlantica ha fatto sapere di aver deciso di inviare in loco Forze di riserva operativa (Orf) per i Balcani occidentali, che si trovavano pronte al dispiegamento da sette giorni. La decisione è una "misura prudente" per "mantenere la sicurezza" in Kosovo, ha affermato Stuart B. Munsch, a capo del Comando Interforze Alleato di Napoli, ovvero la base di comando della missione di mantenimento della pace nota come Kfor.

Forze Nato aggiuntive in Kosovo

"In risposta ai recenti disordini e al ferimento di 30 membri delle forze Nato in Kosovo, la Nato ha disposto il dispiegamento delle Operational Reserve Forces (Orf) per i Balcani occidentali", si legge in una nota dell'Allied Joint Force Command Naples. A un ulteriore battaglione di forze di riserva è stato invece ordinato di ridurre i propri tempi di preparazione al dispiegamento, da quattordici giorni a sette giorni, così da essere pronto a rafforzare le forze Nato in Kosovo, nel caso in cui dovesse essere necessario farlo.

"Il dispiegamento di altre forze risponde ad una misura di prudenza volta ad assicurare che la Kfor abbia la capacità necessaria per mantenere la sicurezza in linea con il nostro mandato del Consiglio di Sicurezza Onu", ha proseguito Munsch. Lo stesso Munsch ha quindi lodato la Kfor per aver adottato un'azione rapida, contenuta e professionale nel suo intervento "per mettere fine ai disordini e salvare vite". "La violenza deve fermarsi e tutte le parti devono far cessare le azioni che minano la pace in qualunque e ciascuna comunità del Kosovo", ha concluso.

Situazione esplosiva

Nel frattempo, il Jfc Napoli sta monitorando da vicino la situazione in Kosovo e continuerà a coordinarsi con la missione Kfor per garantire che queste abbiano tutte le capacità e le forze di cui hanno bisogno per garantire in modo imparziale un ambiente sicuro e protetto e la libertà di movimento per tutte le comunità secondo il loro mandato basato sulla risoluzione 1244 del 1999 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Le violenze, che hanno provocato anche il ferimento di oltre 50 manifestanti, hanno messo a nudo il fallimento di Ue e Usa nel trovare una soluzione alla crisi di sovranità del Kosovo, che si è tradotta in regolari scontri al confine nonostante i ripetuti tentativi di diplomazia da parte delle potenze occidentali.

In uno scenario del genere, la Serbia si rifiuta di riconoscere la sovranità del suo vicino meridionale, che ha dichiarato l'indipendenza da Belgrado nel 2008, all'indomani delle guerre balcaniche, mentre i cittadini di etnia serba che vivono nel nord del Paese hanno resistito ai tentativi di Pristina di costringerli a utilizzare documenti rilasciati dal Kosovo.

Proteste e scontri

Ricordiamo che le violenze sono scoppiate lo scorso lunedì, quando i manifestanti serbi hanno cercato di impedire ai sindaci albanesi neoeletti di entrare in carica. La maggioranza della popolazione serba nel nord del Kosovo aveva in gran parte boicottato le elezioni di aprile, le stesse avevano portato gli albanesi a vincere le elezioni.

Diciannove caschi blu ungheresi e 11 italiani della Kfor sono rimasti feriti mentre cercavano di difendere i municipi, spiega la Kfor in un comunicato. "Entrambe le parti devono assumersi la piena responsabilità di quanto accaduto e prevenire qualsiasi ulteriore escalation, piuttosto che nascondersi dietro false narrazioni", ha dichiarato il maggiore generale Angelo Michele Ristuccia, comandante della Kfor.

La polizia del Kosovo ha affermato che le proteste continuano vicino alle strutture municipali, con la situazione "fragile ma calma".

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