Cronaca internazionale

Portogallo, l'errore della procura e l'omonimia "salvano" l'ex premier indagato per corruzione

L'intercettazione usata per aprire un'indagine sul presidente del Consiglio António Costa c'è un errore. In essa si parla del ministro dell'Economia António Costa Silva

Portogallo, l'errore della procura "salva" l'ex premier indagato per corruzione

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La crisi di governo in Portogallo potrebbe essere stata causata da un errore di trascrizione. Pare che l’intercettazione telefonica che ha spinto le autorità giudiziarie di Lisbona ad aprire un’indagine sul primo ministro António Costa, sospettato di corruzione e costretto alle dimissioni il 7 novembre, si riferisca in realtà al suo ministro dello Sviluppo economico: António Costa Silva.

L’errore sarebbe emerso sabato 11 novembre, durante l’interrogatorio a uno degli inquisiti, il consulente e amico personale del premier Diogo Lacerda Machado. Nella conversazione registrata dalle autorità, l’uomo promette a uno degli imprenditori indagati di poter snellire alcune pratiche parlando con il ministro delle Finanze, Fernando Medina, o “se riguardano l’economia, troverò un modo per raggiungere António Costa”. Si tratterebbe, dunque, di un caso di omonimia e, secondo l’avvocato di Lacerda Machado, l’errore sarebbe stato ammesso anche dall’avvocato che ha interrogato il suo assistito. Sarebbe, inoltre, l’unico riferimento al premier portoghese in tutto il materiale utilizzato nelle indagini. Il legale, però, si è rifiutato di esprimersi sulla possibilità che si tratti di un errore intenzionale, per non fare un processo alle intenzioni del pubblico ministero.

Sempre sabato 11 novembre, l’ex premier è tornato a parlare dell’indagine in un discorso alla nazione, durante il quale ha ribadito la sua fiducia nella giustizia e l’importanza per il Paese degli investimenti nel litio e nell’idrogeno verde, presi di mira dai giudici, perché “il Portogallo non deve sprecare l'opportunità strategica per il suo sviluppo”. Costa, inoltre, ha anche affermato che, visti i tempi prevedibilmente lunghi del processo, non svolgerà più alcun incarico pubblico. Al potere dal 2015, era stato riconfermato nel ruolo di presidente del Consiglio nel 2022 con una solida maggioranza, ma il suo esecutivo era stato piagato fin da subito da varie accuse di malagestione e corruzione.

Dopo questa clamorosa rivelazione, le accuse di appropriazione indebita, corruzione attiva e passiva di titolari di cariche politiche e traffico di influenza che pendono sulla testa di Costa potrebbero cadere, sparigliando le carte di un’inchiesta che si è concretizzata il 7 novembre con le perquisizioni della residenza personale dell’ex premier, dei dicasteri dell’Ambiente e delle Infrastrutture e con l’arresto del ministro João Galamba, del capo di gabinetto Vítor Escária, del sindaco di Sines Nuno Mascarenhas e di Diogo Lacerda Machado

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