Cronaca internazionale

Razzi e armi da Pyongyang: il filo invisibile dietro le forniture ad Hamas

Nel corso degli anni gli Usa hanno più volte accusato la Corea del Nord di aver venduto missili a svariate organizzazioni militari del Medio Oriente, Hamas ed Hezbollah comprese

Razzi e armi da Pyongyang: il filo invisibile dietro le forniture ad Hamas
Tabella dei contenuti

Razzi artigianali, russi, cinesi, iraniani, siriani. Arrivati nella Striscia di Gaza in seguito a complesse triangolazioni indirette. Ammassati negli arsenali di Hamas e lì tenuti pronti all'uso. Durante l'operazione Diluvio al-Aqsa oltre 5mila di quei missili hanno colpito Israele, sorprendendo le sue difese e incrinando, in parte, lo scudo dell'Iron Dome. Nel bel mezzo della crisi, ormai trasformata in vera e propria guerra, diventa fondamentale comprendere quali sono le numerose rotte di rifornimento attraverso le quali quelle armi entrano, o sono entrate, nelle mani dei miliziani. Ancor più interessante è dare un'identità ai presunti attori coinvolti in simili traffici, tanto nel recente presente quanto nel passato. Tra questi spicca la Corea del Nord, più volte negli anni accostata dagli Usa ad un possibile rifornimento missilistico nei confronti di svariate organizzazioni terroristiche designate dagli Stati Uniti in Medio Oriente, Hamas compresa.

Il fattore Corea del Nord

Ad oggi non sono emerse prove di un coinvolgimento diretto di Pyongyang nell'attacco che Hamas ha sferrato contro Israele lo scorso 7 ottobre. Eppure, tra il 2009 e il 2014, il governo nordcoreano è stato tirato in ballo molteplici volte dagli Stati Uniti con l'accusa di aver venduto i missili del suo arsenale al gruppo palestinese. Il 23 luglio 2014, un tribunale distrettuale degli Stati Uniti aveva stabilito che la Corea del Nord e l'Iran avevano "fornito supporto materiale e assistenza" a Hezbollah, consentendo a quest'ultimo di "lanciare missili contro Israele durante la guerra del 2006".

Pochi giorni dopo, il Daily Telegraph scriveva che Hamas, alla ricerca di opzioni per rimpinguare le sue scorte a causa del gran numero di missili sparati contro Israele, stava negoziando un nuovo accordo sulle armi con la Corea del Nord. Queste due testimonianze, ha sottolineato il think tank 38 North, evidenzierebbero una relazione storica, e forse continua, tra il governo nordcoreano e gli attori non statali in Medio Oriente in materia di armamenti. Da parte sua, Pyongyang ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento in azioni del genere. Eppure, a dare uno sguardo alle cronache, l'elenco di casi sospetti risulta essere particolarmente lungo.

Armi e affari

Ma per quale motivo la Corea del Nord avrebbe venduto (il condizionale è d'obbligo in attesa che i sospetti si trasformino in prove certe) armi ad Hamas ed Hezbollah? La prima ragione coincide con il fattore economico: guadagnare quanto più denaro possibile vendendo una specialità della casa, le armi appunto. Dopo di che c'è da considerare il desiderio nordcoreano di assistere, in politica estera, Paesi e governi in grado di destabilizzare i suoi nemici.

In mezzo ad un mare di supposizioni, il rapporto tra la Corea del Nord e i gruppi armati in Medio Oriente potrebbe aver coinvolto tre aspetti: addestramento, supporto alle infrastrutture e fornitura di armi. I militanti palestinesi, compreso uno dei membri fondatori di Fatah, avrebbero ricevuto una formazione oltre il 38esimo parallelo già negli anni '60. Anche Hezbollah avrebbe beneficiato di tale formazione negli anni ’80 e ’90. Pyongyang avrebbe infine anche sostenuto Hamas e Hezbollah nella costruzione di tunnel e strutture sotterranee (altra specialità della casa).

Sospetti e accuse

Al netto delle accuse, le informazioni open source sono tuttavia scarse, e questo rende difficile comprovare in maniera indipendente ogni possibile coinvolgimento nordcoreano nel giro delle armi connesse al Medio Oriente. In ogni caso, tra il 2008 e il 2009 sono stati confermati almeno quattro sequestri noti di merci nordcoreane in viaggio verso l’Iran o la Siria, dove Hamas o Hezbollah avrebbero potuto essere gli utenti finali dei carichi. Da questo punto di vista, le informazioni finali sulle armi sequestrate a bordo di quei carichi risultano utili per capire l'attuale lista della spesa dei due gruppi sopra citati.

Nel 2008, due container pieni di "micce per razzi" diretti a Bandar Abbas, in Iran, sono stati sequestrati da un non meglio specificato Stato membro delle Nazioni Unite. Nel marzo 2009, Israele intercettò la nave MV Francop, diretta dall'Iran alla Siria, e vi scoprì a bordo 500 tonnellate di armi, compresi mortai iraniani da 120 mm, 80 mm e 60 mm; razzi iraniani da 107 mm; munizioni cinesi per AK-47; bombe a mano, proiettili anticarro spagnoli da 106 mm; razzi Katyusha da 122 mm di fabbricazione sovietica e nordcoreana; e micce nordcoreane per i Kayusha.

La "lista della spesa"

Nel luglio 2009, gli Emirati Arabi Uniti bloccarono l'ANL Australia in viaggio dalla Corea del Nord a Bandar Abbas. A bordo furono rinvenuti dieci container colmi di materiale militare, inclusi migliaia di fusibili per razzi Katyusha da 122 mm, detonatori, lanciarazzi, munizioni ed esplosivi, comprese munizioni per armi granate con propulsione a razzo (Rpg).

La Corea del Nord è insomma abile nel produrre alcune delle armi di cui Hamas e Hezbollah hanno maggiormente bisogno. Ha inoltre linee di produzione ben rodate, per altro recentemente aggiornate per rifornire di armi anche la Russia. Non sappiamo se recentemente i nordcoreani abbiano consegnato armamenti ad Hamas o Hezbollah. Certo è che potrebbe essere accaduto più volte in passato.

Ecco perché la pista che porta a Pyongyang non dovrebbe essere data per morta.

Commenti