Cronaca internazionale

Ruba 3 euro di caffè, preside denunciato e licenziato dalla scuola

Per aver sottratto, nel tempo, l'equivalente di tre euro di caffè mai pagato, il preside di un istituto scolastico giapponese è stato prima denunciato e poi licenziato perdendo anche i benefici della pensione

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È sacrosanto (non potrebbe essere altrimenti) vivere in un mondo con regole e principi che vanno rispettati ma anche il civilissimo Giappone, stavolta, ha esagerato con l'ossessione di farli rispettare. Un uomo di 59 anni preside di una scuola è stato prima denunciato (e interrogato dalla polizia) e successivamente licenziato dal suo Istituto per avere, nel tempo, "rubato" l'equivalente di 3,04 euro di caffè alle macchinette.

Denunciato per 180 yen

Già da molti anni in Giappone il caffè viene servito anche nei minimarket ed erogato dai distibutori automatici come quelli che si trovano comunemente negli uffici. Come spesso accade, è importante aggiungere che questo sistema spesso viene "affidato" al buon senso dei clienti perché si possono scegliere diverse dimensioni e qualità di caffè senza essere necessariamente controllati dal personale del negozio. Questa premessa è doverosa per raccontare la vicenda che ha rovinato la vita di un uomo per pochissimi spiccioli.

Un bel giorno, questo preside è stato sorpreso a prendere più caffè del previsto rispetto a quanto indicato sull'ordine di pagamento e denunciato alle forze dell'ordine: la vicenda risale allo scorso dicembre ma è stata raccontata soltanto nelle scorse ore da Japan Today. A ora di pranzo si è recato al consueto minimarket vicino la scuola di Hyogo ordinando un caffè del costo di 110 yen (68 cent). Avendo, probabilmente, più voglia di caffeina rispetto agli altri giorni, ha fatto il "furbo" erogando una tazza più grande del normale del valore di 180 yen (1,12 euro).

Il licenziamento dalla scuola

Sfortunatamente, il titolare del negozio ha visto la scena e mentre il preside si stava allontando risalendo sull'auto viene prontamente fermato dal commesso che lo ha denunciato alla polizia: in attesa dell'arrivo delle forze dell'ordine si è sostituito ad esse "interrogando" l'uomo per chiedere spiegazioni. L'enorme franchezza del preside gli ha fatto vuotare il sacco "confessando" di aver compiuto lo stesso atto altre due volte in passato nello stesso negozio. Sembra surreale ma è tutto vero: in totale il "furto" ammonterebbe quindi a 490 yen, ossia 3,04 euro al cambio di oggi. Se dalla polizia, dopo un interrogatorio, è stato rilasciato perché non c'erano denunce, ben diversa è stata la situazione scolastica perché la notizia del "furto reiterato" è arrivata al Consiglio dell'Istruzione della Prefettura di Hyogo che, a sua volta, ha interrogato il preside.

Anche questa volta l'uomo di 59 anni ha vuotato il sacco raccontando di aver preso "indebitamente" il caffè, nel complesso, per ben sette volte da giugno 2023. A sua discolpa ha spiegato che se la prima volta era capitato casualmente, aver scoperto che nella stessa tazza entrasse una maggiore quantità di caffè lo ha spinto a commettere gli "illeciti" più volte ben sapendo che quel comportamento non andava adottato. Com'è finita? Un rimprovero o un ammenda da parte dell'Istituto? No, il licenziamento dal Board of Education per "cattiva condotta grave e sconveniente per un funzionario pubblico del settore educativo”.

I commenti social

In questo modo, per tre euro, non solo ha perso il lavoro ma anche la pensione che gli sarebbe spettata di poco superiore a 120mila euro secondo alcune stime. Non è un po' troppo per un uomo che ha deciso di versarsi del caffè in più risparmiando pochi centesimi di euro? "È stato licenziato per aver rubato caffè per un valore di circa 490 yen e non è stato nemmeno accusato", afferma un utente in rete. "Dì solo che è stato un incidente, idiota!", ha commentato qualcun altro. "Ques'uomo ottiene un licenziamento disciplinare ma i presidi che coprono il bullismo no?", afferma un altro. "Ha buttato via la sua vita per 490 yen.

Ma quando i politici fanno un milione di volte peggio, non succede nulla".

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