Cronaca internazionale

"Scomparsi nel nulla": giallo sui leader di Hamas in Qatar

Diversi leader di Hamas hanno lasciato il Qatar per una destinazione sconosciuta, spegnendo i telefoni e non rispondendo alle chiamate

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Mentre le Forze di difesa israeliane (Idf) continuano le operazioni militari nella Striscia di Gaza con l'obiettivo principale di neutralizzare Hamas - utilizzando anche l'intelligenza artificiale per individuare i bersagli da neutralizzare - diversi leader del gruppo filo palestinese sono letteralmente scomparsi nel nulla. La maggior parte di loro risiedeva da anni all'estero, in un esilio dorato lontano dall'epicentro delle tensioni, in primis in Qatar, ma anche in Libano. Ebbene, molti di questi capi pare abbiano lasciato alcune delle loro postazioni per raggiungere destinazioni sconosciute. Spegnendo i telefoni e non rispondendo alle chiamate.

La scomparsa dei leader di Hamas

Un numero indefinito di capi di Hamas residenti all'estero sono, in altre parole, evaporati come neve al sole. Lo ha riferito l'emittente israeliana Kan, citando fonti a Doha, in riferimento ai leader del gruppo che, da svariati anni, vivevano nella capitale degli Emirati. Ugualmente, anche Saleh al-Arouri, alto esponente del Movimento islamico e tra i fondatori delle Brigate Ezzedin al-Qassam, avrebbe lasciato la sua residenza abituale a Beirut per la Turchia. Non si avrebbero più notizie neppure di altri capi, come Ismail Haniyeh, Khaled Meshaal, oltre ai rispettivi entourage. Tutti spariti in un vortice misterioso.

Ignote le motivazioni ufficiali che hanno spinto gli uomini – tutti finiti nella lista nera di Israele – a lasciare le rispettive residenze. È lecito supporre che possano aver scelto di cambiare location in quanto non più certi di essere al sicuro in Qatar e Libano, soprattutto nel caso in cui Tel Aviv dovesse decidere di avviare operazioni chirurgiche volte ad eliminarli.

Ignote anche le loro nuove destinazioni, anche se c'è chi dice che alcuni capi di Hamas possano aver scelto l'Algeria, dove per altro risiederebbe una parte del movimento, o, come anticipato, la Turchia, dove il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, si è apertamente schiarato in favore del gruppo filo palestinese. Da non escludere neppure la pista iraniana, altra nazione acerrima rivale di Israele e ben lieta di fornire sostegno ai miliziani della suddetta organizzazione.

Nella lista nera di Israele

Nel frattempo, il messaggio che continua ad inviare Israele è chiaro: i capi di Hamas che si trovano all'estero sono “morti che camminano”. Secondo il Wall Street Journal, le agenzie di intelligence israeliane intendono uccidere questi obiettivi una volta terminato il conflitto in corso a Gaza. Qualche settimana fa, funzionari israeliani avevano riferito al giornale che gli 007 di Tel Aviv – che agiscono su ordine del primo ministro Benjamin Netanyahu – stavano elaborando piani per trovare e assassinare i capi di Hamas in Qatar, Turchia e Libano, e che la campagna avrebbe potuto richiedere anni. "Ho dato istruzioni al Mossad di agire contro i capi di Hamas ovunque si trovino", ha più volte tuonato lo stesso Netanyahu.

La lista dei bersagli da scovare ed eliminare è abbastanza corposa. In cima all'elenco trova spazio il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, che insieme alla famiglia ha lasciato la sua casa nel campo profughi di Al-Shati a Gaza circa due anni fa per trasferirsi – pare - in lussuosi hotel di Doha. Sempre in Qatar, fino a poco fa ci sarebbero stati il suo predecessore, Khaled Mashal, e alti funzionari del gruppo, tra cui Sami Abu Zuhri, il portavoce di Hamas nella Striscia di Gaza e il consigliere politico di Haniyeh Tahar al-Nounou.

Tutti potrebbero adesso aver cambiato residenza.

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