Cronaca internazionale

"Sembrano resti umani". Emergono i primi rottami del Titan

Dopo i rottami sarebbero stati ritrovati anche alcuni resti umani: le analisi faranno capire quali potebbero essere state le cause delle morte dei passeggeri del Titan

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La Guardia Costiera americana ha riferito di aver scoperto "presunti resti umani" tra i rottami di quel che resta del sottomarino Titan che, come abbiamo visto su InsideOver, è imploso secondo le rilevazioni della Marina degli Stati Uniti mentre si trovava nelle profondità degli abissi.

L'analisi per le cause della morte

I resti sono stati "accuratamente raccolti dai rottami sul luogo dell'incidente" e diventano decisivi per comprendere come siano morti i cinque occupanti il mezzo: le analisi dovrebbero fornire "elementi decisivi per comprendere le cause di questa tragedia", ha sottolineato alla stampa internazionale Jason Neubauer, presidente del Marine Board of Investigation, che conduce le indagini assieme alla Guardia Costiera sulla tragedia. I rottami del Titan erano già stati recuperati alcuni giorni fa e attualmente in fase di analisi da parte degli esperti. "C'è ancora molto lavoro da fare per comprendere i fattori che hanno portato alla catastrofica perdita del Titan e per contribuire a garantire che una simile tragedia non si ripeta", ha dichiarato Neubauer.

La ricostruzione dell'incidente

I presunti resti umani sarebbero stati ritrovati poche ore dopo le dichiarazioni dei media canadesi che hanno mostrato altri pezzi di quelli che sembrano essere muso e parti dello scafo caricati su una nave della Guardia Costiera canadese a St. John's, Terranova, nel Canada orientale. La nave Polar Prince era stata quella che, lo scorso 16 giugno, aveva portato con sé il sottomarino dal porto di San Giovanni di Terranova a quasi 600 chilometri a sud-est sull'Atlantico sopra la verticale dove si trova relitto del Titanic. Le autorità americane avevano fatto sapere che la Polar Prince ha perso il contatto con il sommergile già dopo 105 minuti l'inizio dell'immersione prima di certificare, tre giorni dopo, che il sottomarino fosse imploso.

Per trovare i resti del sommergibile era stato impiegato un robot in grado di scansionare punto per punto il fondale dell'Oceano Atlantico con la compagnia, la Pelagic Research Services, che dopo giorini di intenso lavoro ha recentemente dichiarato la fine delle operazioni. "Abbiamo terminato la nostra parte in mare. Questa è stata un'operazione estremamente rischiosa, sia per il robot, sia per l'equipaggio che ha lavorato 24 ore su 24 praticamente senza dormire per tutta la durata dell'operazione", ha spiegato un portavoce, confermando che tutte le squadre stanno rientrando negli Stati Uniti.

Molti detriti sono stati ritrovati a una distanza di quasi 500 metri dal Titanic e a ben quattromila metri di profondità.

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