Cronaca internazionale

Stop ai forni della pizza”. New York contro i ristoranti nel nome della religione green

Per ridurre le emissioni di CO2, l’amministrazione dem mette in ginocchio i ristoratori: costi fino a 100 mila dollari

“Stop ai forni della pizza”. New York contro i ristoranti nel nome della religione green

Ascolta ora: "“Stop ai forni della pizza”. New York contro i ristoranti nel nome della religione green"

“Stop ai forni della pizza”. New York contro i ristoranti nel nome della religione green

00:00 / 00:00
100 %

A New York l’integralismo green si abbatte sulla pizza. L’amministrazione dem guidata da Eric Adams ha messo nel mirino i forni a legna e a carbone inquinanti per ridurre le emissioni di CO2: la legge del dipartimento per la protezione ambientale che entrerà in vigore il prossimo 27 aprile chiede a pizzerie e ristoranti di abbattere il fumo fino al 75 per cento. In altri termini, i ristoratori sono costretti a sostenere costi esorbitanti - fino a 100 mila dollari - per acquistare sistemi di filtraggio dell’aria e il loro mantenimento. I numeri sono impressionanti: il piano verde interessa più di 130 attività commerciali, comprese decine di pizzerie storiche della Grande Mela.

Il provvedimento colpisce duramente i locali tradizionali con forni installati prima del 2016: non parliamo delle grandi catene, ma di esercizi storici, il più delle volte a gestione familiare. È sì possibile chiedere l’esenzione, ma bisogna dimostrare di non poter soddisfare finanziariamente i requisiti. I locali saranno comunque tenuti a ridurre le emissioni di CO2 almeno del 25 per cento.“L’evidenza scientifica è chiara: la riduzione delle emissioni migliorerà la salute dei cittadini e ridurrà le visite ospedaliere e i costi, senza cambiare il gusto straordinario della pizza”, la posizione del rappresentante del dipartimento per la protezione ambientale Edward Timbers. Il problema è addossare l’onere sui proprietari e di riflesso sui clienti, che dovranno fare i conti con l’aumento dei prezzi.

“Allontana dal mio locale le persone che si fanno di crack nelle strade e lascia stare i miei forni a legna”, il j’accuse di Alejandra Sanchez, chef di rilievo del panorama newyorkese, ai microfoni del Daily Mail: “Vogliamo l’assistenza sanitaria, lasciate stare la nostra pizza”. In effetti, anziché pensare ai diktat verdi, il sindaco di New York dovrebbe dedicare più tempo alla gestione dei migranti e dei senzatetto, considerando il numero impressionante di clochard. Anche perché l’impatto sull’ambiente sarà ridicolo: “È impossibile eliminare completamente il fumo se non si tratta di un forno elettrico”. A rimetterci sarà soprattutto la pizza napoletana, ha aggiunto Sanchez.

Tanti esercizi hanno già provveduto al cambiamento. Come confermato al New York Post, la celebre Grimaldi’s Pizza ha sborsato 50 mila dollari. Ancora peggio è andata a John’s di Bleecker Street, una delle pizzerie più antiche della città: più di 100 mila euro per installare il sistema di filtraggio dell’aria.“Ci è stato detto che non avevamo scelta. Non possiamo fare affari senza il nostro forno", ha detto il manager Joey Schirripa. Paul Giannone, proprietario della pizzeria Paulie Gee's, che festeggia il suo quattordicesimo anno di attività, ha riferito al quotidiano di aver speso 20.000 dollari per rispettare la legge: “È un grosso problema. Ho fatto quello che dovevo fare. È sempre meglio che chiudere”.

Il dibattito è rovente anche in rete, molti hanno stroncato la linea talebana dei democratici di New York.

Particolarmente tranchant Elon Musk: mister Tesla ha definito il provvedimento“un'assoluta stupidaggine che non farà alcuna differenza per il cambiamento climatico”.

Commenti