Guerra in Israele

Stupri, abusi e pedofilia: le accuse dei palestinesi ai fratelli Sinwar

Secondo fonti palestinesi e israeliane, Yahya e Mohammad sarebbero responsabili di stupri e abusi su minori compiuti sia mentre si trovavano in carcere, sia quando occupavano già posizioni di spicco nell'organizzazione terroristica

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Mentre continua la ricerca del capo di Hamas nella Striscia, Yahya Sinwar, sono iniziate a circolare notizie riguardanti scandali e crimini di natura sessuale compiuti da lui e dal fratello Mohammad. Questi atti sarebbero stati perpetrati sia durante la loro prigionia nelle carceri israeliane, sia mentre si trovavano in libertà a Gaza e coprivano ruoli di spicco nella gerarchia dell’organizzazione terroristica. Il media dello Stato ebraico Channel 14 è entrato più nel dettaglio, sottolineando che le accuse di stupro, pedofilia e abusi sono state avanzate anche da ufficiali palestinesi.

Yahya è stato rilasciato nel 2011, a seguito dell’accordo Shalit (la liberazione del soldato isralienao Gilad Shalit nel 2011 in cambio di un migliaio di prigionieri palestinesi, ndr)”, ha spiegato alla radio Baruch Yedid, ricercatore dell’Israel defense and security forum e capo del desk per gli affari arabi dell’emittente. “Quando si trovava ancora in prigione, i leader dei prigionieri si sono rivolti a lui per dirgli che suo fratello minore era coinvolto in una serie di atti di pedofilia e di molestie sessuali nei confronti di ragazzi, tra cui anche operativi di Hamas”. Stando a quanto riportato da funzionari palestinesi e israeliani, Sinwar ha vietato loro di indagare su questi avvenimenti, affermando che “dietro queste voci ci sono le famiglie delle persone che ho distrutto”. Yedid ha anche aggiunto che all’inizio degli anni 2000, due uomini dell’organizzazione hanno violentato un prigioniero palestinese nel carcere di Ofer. “Yahya ha di nuovo vietato di indagare sulla questione, preferendo che non venisse compiuta un’investigazione esaustiva perché suo fratello era ancora in libertà e temeva che sarebbe venuta fuori la verità anche su di lui”.

I servizi segreti israeliani sono entrati in possesso di queste informazioni grazie a Samir Kuntar, membro di alto livello degli Hezbollah responsabile della strage della famiglia Haran nel 1979 a Naharia e ucciso a Damasco nel 2015. Il terrorista avrebbe dichiarato più volte a ufficiali di Tel Aviv che Sinwar proibiva di indagare su casi del genere e avrebbe espresso la sua preoccupazione per il loro aumento nelle carceri.

Baruch Yedid ha anche affermato che un dossier dell’intelligence a Ramallah contiene informazioni su abusi sessuali compiuti proprio dal leader di Hamas a Gaza, raccolte grazie alle testimonianze di prigionieri palestinesi ai funzionari dell’Anp.

Uno di loro ha raccontato che nel 1997 o 1998, quando Sinwar era detenuto nel carcere di Ashkelon, teneva in cella accessori e giocattoli in silicone che utilizzava per perpetrare le violenze sessuali”, ha spiegato Yedid, per poi sottolineare che molti membri di Hamas hanno sostenuto di non essere stati liberati nell’ambito dell’accordo Shalit perché a conoscenza degli stupri e degli atti di pedofilia compiuti da Mohammad Sinwar, che ha voluto metterli a tacere.

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